Foto di gruppo in Villa RecalcatiFoto di gruppo in Villa Recalcati

È partito a tutti gli effetti il progetto di scambio culturale tra Varese e l'Ungheria. O meglio sarebbe dire, è ricominciato.
Sì, perché questa spoletta transfrontaliera ha visto la luce nel marzo del 2011 quando proprio Villa Recalcati, sede della Provincia, ospitò il Ministro della cultura ungherese Gèza Szocs e il direttore del Mùcsarnok Museum di Budapest.
A fare da "insoliti cerimonieri", gli artisti varesini Vittore Frattini e Silvio Monti, invitati ad allestire nella capitale ungherese le loro migliori opere. Uno scambio, dunque, che parve lontano dall'essere una pura visita di cortesia.
Allora ci fu grande riserbo sul progetto, declinato anche sul versante turistico, che avrebbe dovuto coinvolgere anche i nostri laghi, in un percorso storico-naturalistico.
Top secret anche sul versante più propriamente artistico.

Almeno fino ad oggi, dove sembra che qualcuno si sia sbottonato un po' di più. Ma soprattutto dove sembra siano finalmente saltati fuori i nomi dei soggetti coinvolti nel gemellaggio.
Tre gli artisti del varesotto interessati: Silvio Monti, Giorgio Robustelli e Antonio Bandirali. Tre artisti che più diversi non si può, eccezion fatta che per il loro legame al nobile ed affascinante materiale della ceramica.

Veduta esterna della sede della ProvinciaVeduta esterna della sede della Provincia

Da qui al prossimo anno, ognuno di loro vedrà allestita nella capitale ungherese una mostra personale o un progetto espositivo.

Il primo a tagliare il nastro del paese del tricolore a bande orizzontali, sarà proprio Robustelli, padrone di casa di quella fantastica fucina culturale ed artistica che va sotto il nome di fornaci di Cunardo.
"La mostra che verrà ospitata a Budapest – spiega l'artista – mi vedrà impegnato in un duetto con un autore giovane a voi ben noto: Gionata Ranzoni che nel 2010 ha partecipato al Premio dedicato ai green talent della Galleria Ghiggini. Mi sembra interessante pensare e strutturare la mostra come una sorta di passaggio di testimone tra maestro e allievo, tra "uno della mia età" ed un artista emergente".
La mostra – che si sta allestendo in queste settimane – comprenderà un'antologia di materiale fittile e sarà accompagnata da un catalogo (testo critico di Ettore Ceriani).

Ma la collaborazione tra Varese e Budapest si è già concretizzata sotto l'egida di Euterpe. Diversi sono stati, infatti, i concerti di musica, interpretata da maestri ungheresi ospitati nella Città Giardino, al CCR di Ispra e, più recentemente, al MIDEC di Cerro di Laveno.

Il progetto culturale estero andrà avanti con le rassegne di Monti e di Bandirali. Assolutamente distinte e autonome nella loro diversità.
Dunque la sintonia artistica tra i due paesi proseguirà e sta vedendo in questi giorni il corrispettivo allestito in patria: la personale dell'artista ungherese Adam Farkas, aperta in Villa Recalcati.

Una delle opere esposte nei giardiniUna delle opere esposte nei giardini

Una mostra che, perciò, nulla ha a che vedere con il ciclo "Scultori a Villa Recalcati" chiuso ad agosto con la personale di Maria Cristina Carlini e pensato come collana di mostre personali di scultori legati al territorio varesino.
In quell'ottica di valorizzazione del territorio, promossa e firmata da Flaminio Gualdoni, si attende la creazione di una collezione permanente a cielo aperto, nel parco della villa.

La personale di Farkas (che va in tandem con quella aperta da Lavit) si inserisce piuttosto nel ben più vasto, articolato e complicato progetto di cooperazione bilaterale, in quella sorta di approccio comunitario tra Paesi membri dell'UE, progetto che intende far partire, dal 2013, l'Anno della cultura italiana in Ungheria e della cultura ungherese in Italia (né va dimenticato che l'Italia è oggi il quinto partner commerciale dell'Ungheria con un interscambio che nel 2011 ha raggiunto 6 miliardi di euro. In Ungheria operano oltre 2300 imprese italiane e il nostro Paese è particolarmente presente nel settore bancario, con tutti i principali Istituti di credito).
Ma questa è cronaca tutt'altro che provinciale.