Venere di Milo con tiretti, 1936-1964Venere di Milo con tiretti,1936-64

Milano surrealista – Palazzo Reale continua la sua stagione espositiva legata ai grandi nomi dell'arte del '900. E' in corso da settembre la mostra Il sogno si avvicina del maestro spagnolo Salvador Dalì. Un nome che richiama da sempre grandi folle di pubblico e anche in questa occasione si regista un boom di spettatori.
L'esposizione resa possibile grazie alla collaborazione della Fondazione Gala-Salvador Dalí di Figueres presenta più di cinquanta opere dell'artista, provenienti da musei nazionali e internazionali. La mostra si avvale di un comitato scientifico d'eccezione composto da studiosi di internazionali: Montse Aguer, direttore del centro di studi daliniani della Fondazione Gala-Salvador Dalí; Hank Hines, direttore del Dalí Museum di St. Petersburg in Florida; Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani; Francisco Calvo Serraller, eminente studioso di arte moderna spagnola, e Robert Storr, curatore e critico statunitense decano della Yale School of Art.

La Venere e i cassetti – Le opere esposte sono legate tra loro da un comune denominatore: il paesaggio. La natura come prima musa del maestro in età giovanile e come astrazione inconscia negli anni del surrealismo.

La mano di Dalì toglie il vello d'oro a forma di nuvola per mLa mano di Dalì…, 1977

Nella prima sezione dedicata ai Paesaggi storici: guardare dietro di sé e intorno a sé si trovano le opere in cui Dalì ha richiamato maestri e forme del passato, dalla celebre Venere di Milo con tiretti ad alcuni dipinti ripresi da Velaquez. Memoria di un tempo passato ma anche memoria recente, il percorso prosegue con alcune tele dedicate al dramma della guerra racchiuse non a caso nella Stanza del Male.
Nella seconda sezione, Paesaggi autobiografici:guardare dentro di sè, si trovano le opere del periodo più affascinante di Dalì, il surrealismo. Manca purtroppo in questa parte uno dei tanti capolavori dello spagnolo e anche qualche opera di grande formato. Qui si trova però una delle parti più intriganti della mostra ed entra in scena un secondo artista. Insieme a Dalì, l'altro grande protagonista della mostra è l'architetto Oscar Tusquets Blanca, amico e collaboratore del pittore, che ha ricreato a Milano la celebre sala Mae West.

Dentro l'opera – Il divano costruito su carnose labbra rosso porpora occupa il centro della sala, nel mezzo di un ambiente che ha fatto storia, simbolo della stravaganza

Volto della guerra, 1940/41Volto della guerra, 1940/41

e dell'eccentricità daliliana. Blanca la ripropone identica a quella che aveva concepito per il museo di Figueras.
Completano l'esposizione la Stanza del Silenzio che ospita la bella tela: Cammino dell'enigma, proveniente Fondazione Gala- Salvador Dalí Reina Sofia e la Stanza del Vuoto dove si trova l'ultimo olio dipinto dall'artista prima della morte, nel 1983, Il rapimento di Europa conservato a Figueras.

Un po' di fantasia – Ma proprio al termine del percorso di visita si trova una delle sezioni più interessanti dedicata al cortometraggio d'animazione Destino, risultato di un progetto sperimentale che ha coinvolto Dalì e la Walt Disney. Un'opera lasciata in sospeso nel 1946 dopo un anno di collaborazione e "animata" sulla base di disegni, schizzi e storyboard autografi di Dalí conservati presso l'Animation Research Library dei Walt Disney Animation Studios di Burbank in California solo nel 2003.

Il cammino dell'enigma, 1981Il cammino dell'enigma, 1981

Due televisori al centro della sala propongono questo breve filmato in bianco e nero, frutto della grandiosa immaginazione dello spagnolo, mentre attorno sono esposte una serie di grafiche realizzate da Dalì. Disegni dei personaggi del cartone animato e dei paesaggi dove la protagonista, un'avvenente ragazza mora, percorrerà il suo viaggio in un mondo che appartiene più al sogno che alla realtà.

Alcuni nei – Il legame con la Disney e i lavori prodotti da Dalì in quell'occasione sono la parte più affascinante della mostra. L'esposizione non brilla infatti per originalità, mancano i grandi capolavori del maestro e l'allestimento non aiuta a mettere in risalto i dipinti presenti. Le opere sono in parte penalizzate da ambienti troppo piccoli e dalla scarsa illuminazione. Sono inoltre presenti in mostra ben tre video-interviste dell'artista ma la loro lunghezza – esagerata per la sede in cui sono proiettati – scoraggia ad una visione integrale.
Una mostra che non incanta, mentre Dalì riesce comunque a far sognare.

Salvador Dalí
Il sogno si avvicina
Fino al 30 gennaio 2011
Palazzo Reale – Milano
Orari: Lunedì 14.30 – 19.30/ martedì, mercoledì, venerdì 9.30 – 19.30/ giovedì 9.30 – 23.30/sabato e domenica 9.30 – 22.30
Ingresso: intero € 9, ridotto € 7,50.
Informazioni: 02-54913
http://www.mostradali.it/