Comabbio – Luce, linea, orizzonte e infinito: quattro parole che diventano un unico flusso visivo nelle opere di Vittore Frattini, protagonista della mostra “Lumen. La linea, l’orizzonte e l’infinito”, in apertura dal 22 novembre alle 17 nella Sala Lucio Fontana di via Garibaldi.L’esposizione, aperta fino l’8 dicembre e curata da Lorella Giudici presenta una serie di “Lumen”, cuore pulsante della ricerca artistica di Vittore Frattini: un ciclo avviato nel 1974 e tuttora in continua evoluzione. Frattini esplora la luce come presenza viva, come energia capace di unire materia e immateriale, concretezza e intuizione. La luce non è mai un semplice fenomeno fisico: è un motore creativo, un varco verso una dimensione che supera il visibile e accoglie l’assoluto.

Le opere si presentano come lunghe stele di tessuto o come superfici squadrate e tondeggianti, attraversate da linee dipinte che diventano traiettorie luminose. Queste linee, rette o leggermente ondulate, recano in sé la memoria di paesaggi, di orizzonti, di spazi reali e mentali. A metà tra rigore minimalista e slancio lirico, esse rappresentano il punto d’incontro tra la misura del mondo e il respiro dell’infinito.

La curatrice Lorella Giudici spiega: «I Lumen equivalgono a luce, ma non come semplice dato naturale: sono una propulsione vitale, un ponte che allaccia realtà e sogno, mondo terreno e iperuranio».
Un’interpretazione che apre lo sguardo sull’essenza profonda del progetto artistico di Frattini: trasformare il gesto pittorico in esperienza poetica.

Il ciclo dei Lumen dialoga con il Minimalismo americano di Barnett Newman e Morris Louis, ma Frattini trova una via personale, costruendo un vocabolario fatto di vibrazioni luminose e spazi rarefatti. Le sue linee non descrivono, non illustrano: suggeriscono. Invitano lo spettatore a partecipare, a perdersi nella tensione tra visibile e invisibile.

La pittura si fa così meditazione, ritmo, respiro. Le superfici diventano luoghi di silenzio e, al tempo stesso, di rivelazione. Ogni opera è un incontro tra disciplina e immaginazione, tra astrazione e memoria.

La scelta della Sala Lucio Fontana non è solo una collocazione logistica: è un segno, un ponte ideale tra due ricerche che condividono l’urgenza della luce e dell’apertura verso l’infinito.
Fontana ha tagliato la tela per oltrepassare lo spazio fisico; Frattini traccia linee di luce per attraversarlo dall’interno. In entrambi i casi, l’opera diventa un varco.

Ogni Lumen è un incontro tra terra e cielo, tra memoria e futuro. Sono linee che evocano l’idea di cammino, di viaggio.
Frattini invita chi guarda a sostare davanti a quelle vibrazioni e a rispecchiarsi in esse.
Il colore non è mai decorazione: è sostanza. È luce che diventa pensiero.

La mostra è aperta sino all’8 dicembre nei seguenti orari: sabato e domenica, 10–12.30 e 16 –18.30.