Milano – Si intitola “Gerold Miller. Opere”, ed è prima personale dell’artista tedesco nella sede di Dep Art Gallery in apertura dal 30 settembre al 20 dicembre. La mostra, a cura di Frank Boehm, propone una selezione di 20 opere create per l’occasione, che testimoniano gli sviluppi più recenti della produzione di Miller. Le opere di Gerold Miller sfuggono alle semplici classificazioni e mettono in discussione la nostra visione e comprensione. Definire il suo linguaggio espressivo come una forma ridotta potrebbe essere appropriato in senso generale, ma allo stesso tempo fuorviante. Miller non ripropone processi di astrazione tendenti alla concentrazione, già ampiamente sviluppati nel primo modernismo. Allo stesso modo, la Konkrete Kunst (Arte Concreta), a lui più vicina per epoca e contenuti, non rappresenta un punto di riferimento.

Già durante gli studi negli anni ‘80, egli sviluppò il proprio lavoro in gruppi e serie fondati su una base concettuale radicale, concedendosi talvolta momenti di intuizione. Seguendo le linee evolutive delle opere risultanti, si riconosce una varietà e una notevole apertura nei confronti dei principi da lui stesso imposti. Le opere di Gerold Miller, come più volte descritto, si collocano al confine tra immagine e corpo. Lavorando senza romanticismo, egli utilizza tecniche artistiche classificabili come scultura. Al tempo stesso, i formati e le installazioni delle sue opere, così come la sua attenzione al margine e alla cornice, rimandano alla tradizione della pittura su tavola. La rassegna è accompagnata da un catalogo bilingue italiano-inglese, con un testo critico di Frank Boehm che approfondisce l’evoluzione del linguaggio di Miller. La mostra è visitabile nella sede di Dep Art Gallery, in via Comelico 40 a Milano, dal martedì al sabato dalle 10.30 alle 19.

Cenni biografici

Gerold Miller (Altshausen, Germania, 1961) ha studiato scultura alla Staatliche Akademie der Bildenden Künste di Stoccarda. Le sue radici creative affondano nella dinamica scena artistica di Berlino, dove ha realizzato le sue prime opere simbolo: una serie di strutture in acciaio (e, in alcuni casi, in acciaio e pietra), alcune delle quali sono state installate all’aperto.

Laureatosi nell’anno cruciale del 1989, un’epoca segnata dalla caduta del Muro di Berlino, l’arte di Miller si è evoluta in un dialogo interattivo tra lo spettatore e lo spazio circostante, raggiungendo un primo apice creativo con l’iconica serie “Anlagen” (composizione) nel 1990. Queste opere, armoniosa fusione di scultura e pittura, sfidano audacemente le demarcazioni artistiche convenzionali, invitando lo spettatore a un dialogo con lo spazio, il colore e la forma, spostando i confini e le percezioni nel campo dell’arte contemporanea.

Fin dall’inizio, Miller è stato affascinato dal concetto di cornice, percepito come una demarcazione tra i regni dell’illusione e della realtà tangibile. Questo fascino, particolarmente accentuato nelle sue prime creazioni, lo ha portato a decostruire la nozione classica di immagine nelle sue componenti fondamentali. Miller spiega che: “Un’immagine è definita da dimensioni, proporzioni, materiali, composizione, densità,
primo piano e sfondo. Tutti questi elementi sono presenti nel mio lavoro”.