Brescia – La città si prepara a vivere un nuovo capitolo di Meccaniche della Meraviglia, la rassegna di arte contemporanea ideata e diretta da Albano Morandi, giunta alla diciannovesima edizione e diffusa anche in provincia. Nel mese di settembre si apriranno tre mostre in sedi simboliche del capoluogo: il Bunkervik, le Sale Neoclassiche del MO.CA e il Sottotetto di Palazzo della Loggia, con protagonisti Luca Formentini, Luca Caccioni e Marion Baruch.
Il primo appuntamento è al Bunkervik, rifugio antiaereo degli anni Quaranta trasformato in spazio espositivo e intitolato all’attivista e pacifista Vittorio “Vik” Arrigoni. Qui, fino al 28 settembre, si potrà ammirare We don’t end, performance sonora immersiva del musicista e sound artist Luca Formentini (Brescia, 1968), curata da Marco Pierini. Un percorso che invita alla trasformazione e alla partecipazione, in cui le voci dei visitatori si fondono in un’unica melodia, legata all’omonimo brano contenuto nel doppio vinile I Am Ghosts.
Sempre sino al 28 settembre le Sale Neoclassiche del MO.CA accolgono Lotophagie-Atto
primo, personale di Luca Caccioni (Bologna, 1962), curata da Walter Guadagnini. Venti opere divise in due serie – lavori recenti e inediti creati appositamente per l’occasione – indagano la memoria e la sua capacità di trasformare la percezione del reale. Con un linguaggio che unisce sottrazione e stratificazione, l’artista lavora sulla carta attraverso tagli, abrasioni, oli vegetali, pigmenti e resine, generando forme sospese tra astrazione e riconoscibilità.
Chiude il trittico, dal 26 settembre al 25 ottobre , la mostra COTIDIE TRADĔRE di Marion
Baruch (Timisoara, 1929), allestita nello straordinario Sottotetto di Palazzo della Loggia. Curata da Ilaria Bignotti, Beatrice Cuccirelli e Camilla Remondina, la rassegna presenta opere storiche e recenti di un’artista cosmopolita, tra le madrine della performance art e protagoniste della fiber art. Dal gomitolo Ron Ron (1972) al grande lavoro in tessuto azzurro Quel che rimane del cielo (2024), il percorso intreccia la biografia di Baruch – tra Romania, Israele, Italia e Francia – alla sua ricerca sul tessuto come materia di memoria, scarto e trasformazione. La mostra sarà visitabile solo su prenotazione in date prestabilite.
Parallelamente restano aperte le esposizioni della prima parte della rassegna: fino al 14 settembre Teatro delle cose minime di Albano Morandi al Museo Mirad’Or di Pisogne (a cura di Flaminio Gualdoni), e fino al 19 ottobre Il Cardellino di Corrado Bonomi alla Fondazione Leonesio di Puegnago del Garda (a cura di Alberto Fiz).
Per informazioni e prenotazioni: meccanichedellameraviglia@gmail.com









