Laveno Mombello – “Ricordi di Luoghi Vissuti” è la mostra che la Galleria d’Arte Ottonovecento, dedica all’artista varesino Domenico De Bernardi.
In mostra oltre 30 opere nelle quali spesso emerge l’assenza della figura umana che spesso assume altre sembianze. È nelle zolle di terra, nei camini solitari, nelle strade che si perdono tra i paesi, nelle stazioni coi treni in sosta, nei giunti di ceramica in cima ad ogni palo dell’elettricità. Il paesaggio diventa così un protagonista silenzioso e affollato dagli strumenti dell’uomo, testimone e specchio dei nostri stati più intimi: solitudine, lavoro, attesa, abbandono, ritorno. Dell’uomo, invece, rimangono solo gli arnesi.
Nonostante la costante presenza della tecnologia che ci introduce in un paesaggio umanizzato, non più bucolico, l’esperienza estetica offerta da De Bernardi è profondamente contemplativa. Le
sue tele non impongono un senso, ma lo lasciano emergere lentamente, come la luce di un’alba su un campo innevato. Nelle sue nevicate il bianco avvolge tutto in un’apparente immobilità che non è assenza di vita, ma sospensione del tempo. In questa quiete, si coglie la possibilità di uno sguardo diverso, che riconosce nella quiescenza della vita quotidiana una forma di bellezza comune a tutti, ma che solo il singolo esperimenta. Come scrive Montale: “Il dono che sognavo / non per me ma per tutti / appartiene a me solo”. Così De Bernardi ci offre il dono del paesaggio, ma, nel contempo, lo tiene nel segreto di un’esperienza individuale, non ripetibile.
Per questo, l’arte di De Bernardi non è solo pittura, ma ricordo di luoghi vissuti. Non tanto per il fatto che quei luoghi siano realmente esistiti, ma perché in essi si riconosce un’eco di esperienze profonde, silenziose, condivise, anche tra generazioni ed epoche differenti.
Siamo noi, che abbiamo attraversato la Pianura Padana verde in primavera accompagnati dai pioppi (allora in treno, oggi lanciati in autostrada); siamo noi che sentiamo il rumore del martello sul legno delle barche in rimessa a Santa Margherita (allora da una spiaggia libera). Noi abbiamo pensato di essere quasi arrivati a Milano passando per la stazione di Lambrate (oggi su un treno ad alta velocità), sempre noi che guardiamo il lago di Varese alla nostra destra guidando sulla provinciale. Come un ricordo che affiora improvviso. Come un paesaggio che parla di noi, anche se non lo abbiamo mai attraversato.
“Ricordi di Luoghi Vissuti” potrà essere visitata fino il 7 settembre. Orari al pubblico: mercoledì – domenica 10 – 13 / 16 – 22.









