Milano – Riflettori puntati su Aida Muluneh alla Galleria Playlist di via Archimede. Fotografa etiope di fama internazionale, ha saputo rivoluzionare la narrazione visiva del continente africano. Le sue immagini, sospese tra fotografia e pittura, restituiscono un’Africa lontana dagli stereotipi, abitata da figure femminili ieratiche e simboliche, custodi di una memoria ancestrale e di un presente rigenerativo.
Ex fotoreporter del Washington Post, Muluneh ha esposto nei più importanti musei internazionali, dal MoMA alla Tate, ed è fondatrice di importanti festival e piattaforme per la promozione della fotografia africana. Nelle sue opere, l’immagine diventa un atto politico e spirituale, uno spazio sacro dove il colore primario e la composizione geometrica riflettono il dialogo tra migrazione, identità e appartenenza.
Attraverso uno stile visivo potente e inconfondibile, Muluneh “ridisegna” l’Africa contemporanea con immagini capaci di parlare all’umanità intera. Come afferma la critica Jacqueline Ceresoli, il cui testo accompagna ed introduce le opere: “le sue fotografie sono finestre visionarie che ci costringono a vedere un’Africa altra: enigmatica, rituale, sublime. Una terra che migra e resta al tempo stesso, abitata da dee senza tempo e senza luogo”.
Il titolo della mostra, come da consuetudine della Galleria, si ispira a un brano musicale: The Homeless Wanderer della pianista e compositrice etiope Emahoy Tsegué-Maryam Guèbrou. Un’eco dolceamara accompagna lo sguardo, facendosi colonna sonora di una diaspora silenziosa e potente.
L’esposizione, introdotta e accompagnata da un testo critico di Jacqueline Ceresoli, è aperta al pubblico sino al 31 luglio. Orari: dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 18 / su appuntamento, scrivendo a: giampaoloabbondio.com
Cenni biografici
Aida Muluneh (Addis Abeba, 1974) si è laureata alla Howard University di Washington D.C. presso il Dipartimento di Comunicazione, con specializzazione in Cinema. Le sue fotografie sono state ampiamente pubblicate e fanno parte delle collezioni permanenti del Museum of Modern Art (MoMA), del National Museum of African Art dello Smithsonian, dell’Hood Museum, del RISD Museum of Art e del Museum of Biblical Art negli Stati Uniti.
Nel 2007 ha ricevuto il Premio dell’Unione Europea alle Rencontres Africaines de la Photographie a Bamako, Mali; nel 2010 ha vinto il Premio Internazionale di Fotografia CRAF a Spilimbergo, in Italia; e nel 2018 è stata selezionata come CatchLight Fellow a San Francisco, negli Stati Uniti.
Nel 2019 è diventata la prima donna di origine africane a co-curare la mostra del Premio Nobel per la Pace e, l’anno successivo, è tornata come artista incaricata per lo stesso premio.
È stata membro della giuria di diversi concorsi fotografici, tra cui i Sony World Photography Awards e il World Press Photo Contest nel 2017. Ha inoltre partecipato a numerosi dibattiti e conferenze sulla fotografia, come il Summit Culturale dell’Unione Africana, Art Basel, Tedx/Johannesburg, e ha tenuto la rinomata Sem Presser Lecture al World Press Photo Festival di Amsterdam nel 2019.
Ambasciatrice Canon, Muluneh è fondatrice dell’Addis Foto Fest (AFF), il primo festival internazionale di fotografia dell’Africa orientale, che si tiene dal 2010. In qualità di educatrice e imprenditrice culturale, continua a sviluppare progetti con istituzioni locali e internazionali in Etiopia e Costa d’Avorio.









