Sono passati molti anni dall’ultima mostra che Milano ha dedicato ad Arturo Tosi e questa esposizione, in cui sono presenti opere fondamentali dell’artista, è un importante testimonianza della grandezza dei due artisti.
Nell’ambito di questa mostra giovedì 11 gennaio alle ore 18 la galleria VS Arte a Milano ospita la presentazione del volume “Arturo Tosi e il Novecento. Lettere dall’Archivio dell’artista“ pubblicato dalla casa editrice Sillabe e curato da Elena Pontiggia.
1956) è stato uno dei protagonisti della pittura italiana del Novecento. Durante la giovinezza passò un periodo caratterizzato dalla scelta di rappresentare segni e simboli grafici anziché figure e utilizzava, dandogli particolare importanza, materiali diversi a cui conferiva valore autonomo; periodo che fu da lui stesso definito “periodo alcoolico. Superata questa fase aderisce al Novecento Italiano, fondato nel 1922 da Sironi, Funi e altri artisti, riuniti intorno al critico Margherita Sarfatti.
La sua pennellata fluida e pastosa ci riporta ad una scuola pittorica che dal Fontanesi arriva fino alla Scapigliatura, unita però ad un forte senso della sintesi e ad una salda struttura architettonica, nel suo caso mutuata da Cézanne. Nel 1931 vince il Premio di Pittura alla Quadriennale di Roma e di lui si interessano i maggiori critici, da Waldemar George (che nel 1933 pubblica a Parigi una sua importante monografia) ad Argan, da Carrieri a Savinio.
Mario Sironi nasce a Sassari nel 1885 e nel 1886 si trasferisce con la famiglia a Roma. Aderisce al futurismo nel 1913, dopo aver frequentato importanti personalità come Balla, Boccioni e Severini. Allo scoppio della guerra combatte al fronte e, una volta tornato alla vita normale, nel 1919, si trasferisce a Milano e dipinge i primi paesaggi urbani: forme potenti e sintetiche, di ispirazione classica, segnate però da una drammaticità moderna. Si avvicina intanto al fascismo. Nel 1922 è tra i fondatori del Novecento Italiano, movimento a cui, come abbiamo visto, aderisce anche l’amico Arturo Tosi, sempre riuniti intorno al critico Margherita Sarfatti.Negli anni Trenta Sironi si concentra soprattutto sulla grande pittura murale, eseguendo numerose opere monumentali ma i tempi di pace non sono ancora arrivati: nel 1943 aderisce alla Repubblica di Salò e il 25 aprile riesce a salvarsi dall’essere fucilato solo grazie all’intervento di Gianni Rodari. Nel 1948 perde la figlia Rossana, che si uccide diciottenne mentre lui morirà Milano nel 1961.









