Ilaria Del Monte, Il predatore più grande, 2011Ilaria Del Monte, Il predatore più grande, 2011

Castelli fluttuanti e figurine oniriche. I disegni del grafico e designer milanese Massimo Della Pola (classe, 1971) e della giovanissima artista pugliese Ilaria Del Monte (classe 1985) evocano – attraverso la matita e il pennello – immagini reali e suggestioni fantastiche che danno forma a due mondi leggeri ma del tutto antitetici.

Della Pola
riprende i più bei castelli medievali italiani e dopo averli sommariamente schizzati su dei fogli A4 ne riporta, attraverso l'uso di un bianchetto, la silhouette su piccoli fogli di carta da lucido che poi sovrappone a dei cartoncini neri. Dal Castello di Carimate a Como, bellissima costruzione medievale dalle merlature ghibelline incastonate tra le verdi colline della Brianza, fino a Castel del Monte ad Andria, che con la sua pianta e le sue torri ottagonali rimane ad oggi un esempio insuperato di perfezione tecnica e formale. Questi monumentali edifici, ridotti all'osso da un'elegante poetica di sottrazione, si trasformano in profili decisi,

Massimo Dalla Pola,THE MIDDLE AGES (Andria-BT, XIII sec.) bianchMassimo Dalla Pola,THE MIDDLE AGES
(Andria-BT, XIII sec.) bianchetto su
carta da lucido

puliti, restituiti con pochi segni alla semplicità disegnata di un'idea. Una lunga parentesi storica, tanto denigrata dagli studiosi, che ha regalato al nostro Belpaese uno dei maggiori periodi di fioritura economica, culturale ed artistica. Una realtà, come ci conferma l'artista, che nonostante tutto è stata in grado di dare uniformità a un sistema di valori.

Le fanciulle eteree e autobiografiche della Del Monte popolano invece contesti surreali e assurdi, come ne "Il predatore più grande", olio su tela che riproduce una stanza con una tavola imbandita dove troneggia un enorme pesce (che ricorda vagamente le donne-pesce di Magritte) dalla cui bocca spuntano due gambe femminili.
Le stesse della giovane donna ritratta, immersa in una vasca da bagno, in un quadro appeso alla parete. Chi è la preda e chi il predatore? Quesiti amletici che tornano anche nelle delicate carte, dove l'artista riprende invece il cut-up, una tecnica già sperimentata dai dadaisti, e poi recuperata negli anni Sessanta dallo scrittore statunitense William Burroughs, che consiste nel ritagliare un testo scritto prelevando solo alcune parole o frasi che, una volta mischiate, costruiscono un nuovo elaborato illogico e sgrammaticato. Saccheggiando visivamente suggestioni e ricordi la Del Monte crea dei collage bidimensionali che travalicano la memoria e si trasformano in mondi squisitamente impossibili.

Massimo Dalla Pola, Ilaria Del Monte – "The Window¹s Tales"
Fino al 10 dicembre 2011
Roberta Lietti Arte Contemporanea
Como, via Diaz 3
Tel. 031 24 22 38
info@robertalietti.com
Orari: dal martedì al sabato, dalle 15.30  alle 19.00