La Madonna di LorenzettiLa Madonna di Lorenzetti

Una serata dedicata ad una delle più belle immagini della cristianità, Maria che tiene in braccio un Gesù ancora piccolo e lo allatta al seno. Uno dei gesti più naturali nella vita di ogni uomo. L'Accademia dei Curiosi ha dedicato a questo tema una piacevole serata, in una narrazione racconto a più voci, fra arte, storia, letteratura. Con un occhio chiaramente al contesto territoriale, soprattutto malnatese, dove l'immagine della Madonna che allatta ricorre con frequenza.

Al via con Dante – Apre la serata la lettura dell'invocazione alla Madonna con cui ha inizio il XXXIII canto del Paradiso di Dante. Ne emerge la figura di Maria, dolce, protettiva, misericordiosa, che si traduce, nell'arte, soprattutto dal Medioevo, nella immagine della Madonna con il bambino, colta nell'atto dell'allattamento.

Un po' di storia – Ma da dove viene questo motivo? Rappresentazioni di donne con il seno prosperoso, simbolo di fertilità, sono conosciute fin dalla Preistoria, le famose Veneri preistoriche, come quella di Willendorf. Però è solo la dea madre egizia Iside ad essere raffigurata mentre porge il seno al figlio: il culto di Iside, fra l'altro, ebbe grande fortuna anche secoli dopo nel mondo romano, dove la dea venne accolta nel pantheon delle divinità locali. È nata così, fra gli studiosi, una tesi

La dea di OtricoliLa dea di Otricoli

che vedrebbe una origine orientale nell'immagine della Madonna lactans.

Tradizione occidentale – 
Recentemente alcuni studiosi hanno ipotizzato una origine occidentale, proprio dall'Italia . Nel mondo romano sono rare le scene di allattamento, si conosce una statua colta in questa posa, conservata ai Musei Vaticani, chiamata la dea di Otricoli, databile al I secolo d.C. La stessa posa torna in una moneta di IV secolo che raffigura Costanza, moglie dell'imperatore Costantino e in un grosso vaso, un cratere, prodotto a Roma nel IV secolo d. C., che raffigura la Vergine mentre allatta circondata dai Magi. Queste tre immagini rappresenterebbero, per gli studiosi che sostengono la tesi occidentale, le tappe della nascita della Madonna del latte: prima la dea pagana, forse la Pietas, poi la moglie dell'imperatore colta nella stessa posa e infine, a passaggio avvenuto, la madre di Cristo.

Medioevo – Il culto della Madonna si sviluppò a partire dal concilio di Efeso, del 431 d.C. e da quel momento fu un sorgere di santuari mariani. Fu soprattutto dal XII secolo che le immagini di Maria che allatta si diffusero, divenendo anche occasione di nuovi esperimenti artistici. Teatro di questo è la Siena del 1300, città che, fra l'altro, si era consacrata alla Vergine. Ecco così la Madonna del Latte di Lorenzetti: una opera nuova, dove Maria lascia la ieraticità delle rappresentazioni più antiche e assume un atteggiamento più umano. Infatti abbassa lo sguardo verso il Bambino, a sua volta rivolto al pubblico.

Il culto – 
Soprattutto nelle campagne si diffuse il culto di Maria Lactans, nel mondo contadino dove i figli erano

La Madonna del Latte di GuroneLa Madonna del Latte di Gurone

considerati un vero e proprio dono di Dio. Il latte della Madonna assunse inoltre un ruolo taumaturgico. Un giovane chierico gravemente malato fu guarito nel sonno dall'apparizione della Vergine allattante, in alcune chiese si conservavano ampolle con la reliquia del latte della Madonna. Ma non solo, il latte divenne il mezzo con cui Maria donava ai devoti certe virtù. Così sarebbe capitato a San Bernardo, abilissimo e dolcissimo parlatore: sulle sue labbra Maria avrebbe versato delle gocce di latte.

Il declino – A partire dal Cinquecento, la Madonna del Latte passò di moda, perse il significato tradizionale legato al mondo agricolo. Inoltre nell'epoca della Controriforma, si evitarono figure profane e nel Milanese molto attivi in questo senso furono i due Borromeo, Carlo e Federico. A farne le spese proprio immagini come la Madonna Lactans, troppo fisica, reale e discinta.

E a Malnate? La città di Malnate sembra avere tracce importanti di questo culto. Nella moderna chiesa di Gurone è conservato un affresco, staccato dalla vecchia parrocchiale, databile fra XV e XVI secolo. Nella chiesetta di San Matteo si trovano altre due Madonne del Latte, la più antica, di fine Quattrocento, l'altra della metà del Cinquecento. Si tratta in entrambi i casi di raffigurazioni standardizzate, in cui Maria è solennemente seduta in trono, abbastanza rigida. Chiude la serie una immagine devozionale conservata in un cortile malnatese e databile alla fine del XV secolo.

Una ricerca a tutto campo quella condotta dall'Accademia dei Curiosi, che ancora una volta è riuscita a portare a alla luce angoli di storia e tradizioni nascoste. Frutto della ricerca la serata e la pubblicazione del settimo Quaderno dei Curiosi, dedicato alla Madonna del Latte.