Giuseppe RedaelliGiuseppe Redaelli

Caro Direttore,
leggo l'articolo "Caravaggio, che delusione!" e senza desiderio di acuire la polemica che ne è nata – e di cui sono per il mio carattere sinceramente dispiaciuto – desidero riprendere alcune affermazioni oggettivamente non corrette.

1) L'afflusso di visitatori non corrisponde a quanto da Voi indicato, secondo i rendiconti a noi forniti settimanalmente dal Museo Civico:
dal 18 al 26 aprile 600 visitatori circa
dal 28/4 al 4 maggio 800 visitatori circa
dal 6 all'11 maggio 400 visitatori circa
dal 13 al 18 maggio 400 visitatori circa
dal 20 al 25 maggio 500 visitatori circa
dal 27 al 2 giugno 700 visitatori circa
Come vede l'affluenza ha avuto di settimana in settimana un andamento non molto differente (complici le cattive condizioni atmosferiche?) e l'incremento avuto nell'ultima settimana rientra nella norma costituendo il cosiddetto effetto "chiusura"
L'affermazione pertanto "in termini di afflusso, il Caravaggio ha avuto ancora fino all'iniziativa Una notte al Museo, dati davvero poco edificanti. Ha poco meno che raddoppiato le presenze nell'ultima settimana; un caso o l'altro, ma proprio in seguito a quell'articolo" dà una visione distorta dei fatti.

2) "Iniziativa per altri versi ancor più dolorosa, dello scorso anno sulle Carte di Artisti …"
La Mostra Carte d'Arte che ho voluto per celebrare l'ottantesimo anniversario di fondazione de La Tipografica Varese, non è mai stata indicata da nessuno come una "dolorosa esperienza". Preciso che la stessa Mostra inaugurerà l'anno 2008/2009 all'Accademia dei Lincei a Roma e che il Museo d'Orsay ha acquistato una copia di quelle opere che il Museo di Varese ha ricevuto in omaggio per l'ospitalità della Mostra Carte d'Arte.
Credo che dolori così siano ben graditi a tanti!
Se il dolore invece è riferito all'affluenza allora … la regola è confermata!

3) Rivista Tracce
La pubblicazione è stata sospesa perché la rivista tanto gradita ed apprezzata aveva 13 (tredici) abbonati paganti. Alcune centinaia erano le copie in omaggio! E quando ho deciso di chiedere a chi tanto apprezzava la rivista in omaggio di sottoscrivere l'abbonamento (€ 25 all'anno!) gli abbonati sono rimasti 13! Preciso che l'introito dagli abbonamenti poteva coprire una parte infinitesimale dei costi ma avrebbe rappresentato dimostrazione di un tangibile interesse culturale per un'iniziativa – e ringrazio Arte Varese per la testimonianza che ne ha dato oggi – che ha segnato una traccia nel panorama culturale di Varese.

Il sacrificio di IsaccoIl sacrificio di Isacco

4) Caravaggio sì o no?
Abbiamo accuratamente riflettuto – il Direttore Riccardo Prina può darne testimonianza – prima di dare il via a questa Mostra.
Abbiamo accertato che l'opera fosse stata attribuita al Merisi dal massimo esperto mondiale di Caravaggio Sir Dennis Mahon, abbiamo indagato presso lo scopritore prof. Marini, abbiamo atteso gli esiti delle Mostre di Malta e Trapani. Nessuna conferma è venuta ai dubbi che qualcuno invece insinuava a Varese.
Abbiamo deciso di realizzare la Mostra con importanti richiami al territorio prealpino per invitare i visitatori ad avvicinarsi anche ai nostri siti artistici (leggansi ad esempio i Sacri Monti).
Non abbiamo dato volutamente eccessiva enfasi tanto che il titolo della Mostra è stato "Luci di Lombardia", sottotitolato "Un Caravaggio a Varese".
Il calcolo promozionale era quello di realizzare una Mostra che potesse suscitare curiosità ed interesse: anche chi ci ha criticati non ha disconosciuto che tale obiettivo è stato raggiunto.Dopo queste oggettive precisazioni mi consenta, caro Direttore, una domanda:
"Pensa Lei davvero che sia proponibile al prestatore di un Caravaggio certificato dal massimo studioso di organizzare una Mostra dal titolo "Vero o falso?, consulto con gli esperti coordinato dal prof. Luigi Zanzi"?.
Non mi considero un esperto d'arte né tanto meno un uomo di cultura ma molto modestamente credo di conoscere le regole della decenza e del buon senso. Alla mia terza regola, quella del lavorare in silenzio, ho ritenuto questa volta di dover contravvenire ma prometto che da questo momento terrò fede al mio principio del "fare e non parlare".
Senza rancore e un grazie per l'attenzione che la Sua testata vorrà riservare alle nostre iniziative e, soprattutto, alla promozione delle attività culturali sul territorio.

Giuseppe Redaelli
Presidente Varesevive

Caro Redaelli, grazie intanto per aver dato seguito al nostro articolo. Del quale vorrei semplicemente chiarire alcuni punti. Il primo che mi sta a cuore è l'espressione "esperienza dolorosa", a proposito della mostra Carte d'arte. Nessuno l'ha mai definita così, scrive Lei giustamente. E', infatti, solo una nostra considerazione di rimpianto perché una mostra del genere avrebbe meritato davvero qualcosa, molto di più. Lo stesso rimpianto che suscita la conclusione dell'esperienza di Tracce, per la quale ribadiamo assolutamente il giudizio espresso.
Caravaggio: non vogliamo certo usare il bilancino per sostenere quanto scritto. Resta il fatto che l'afflusso sottotono era già chiaro fin dalle prime settimane, anche nella percezione degli stessi promotori e tale è rimasto, come Lei stesso ha ammesso pubblicamente nei giorni scorsi; e che a quei numeri che non sfondavano, al di là delle condizioni metereologiche, erano sottese molte perplessità.
Un quadro, va ricordato, presentato a Malta e a Trapani, ma in entrambi i casi opera tra le tante, marginale anche, in mostre più ampie; non protagonista assoluto, come è successo a Varese. Attrazione principale di un percorso di contorno tutto sommato non così esaustivo o, al limite, necessario ai fini di una più consapevole comprensione dell'opera o di Caravaggio stesso.
Nemmeno in questa redazione lavorano inconfutabili esperti di attribuzioni caravaggesche. Abbiamo solo registrato i dubbi di molti che pure sono stati a visionare l'opera, su cui persistono molte perplessità, non solo nostre ma di critici attenti e non del tutto fugate.
Ribadiamo, ce lo consenta, le nostre perplessità sulla forma di comunicazione delle vostre iniziative che non sempre ci pare all'altezza delle ambizioni, come avemmo già modo di scrivere fin dalla citata mostra Carte d'arte.
Crediamo, in ogni caso, che sia meglio come ha fatto il professor Zanzi  – e come, nel nostro piccolo, cerchiamo di fare anche noi – parlare di più e a lungo delle cose, non perdendo di vista se è il caso una nota polemica, piuttosto che rimanere fermi alle versioni ufficiali. E non mancheremo di essere attenti alle iniziative di Varesevive.

Con stima
Riccardo Prina