Varese – La vita di Calogero Marrone è quella di un eroe del quotidiano, di un uomo che seppe fare ‘ciò che è giusto’. Siciliano di Favara, in provincia di Agrigento, negli anni successivi alla caduta del fascismo, nel suo ruolo di capo Ufficio Anagrafe a Varese, rilasciò centinaia di falsi documenti di identità a ebrei, renitenti alla leva della RSI e politici ricercati dalle polizie di Mussolini, permettendo loro di attraversare il confine svizzero e di sopravvivere.

Calogero Marrone ebbe la forza di fare la propria Scelta, la scelta di salvare tante vite, mettendo a repentaglio la propria.
Venne infatti tradito e imprigionato. Il suo fu un calvario: dal carcere dei Miogni di Varese, a Como, a San Vittore a Milano, quindi a Bolzano e, infine a Dachau, dove morì di tifo nel 1945.

Una vicenda umana colma di dolore e di coraggio, capace di conquistare. E’ quello che è successo al regista Mauro Campiotti: “Circa tre anni fa sono stato contattato dalla Sicilia dall’autore teatrale Alberto Guarneri Cerami che mi ha detto: ‘ho scritto l’atto unico ‘Getsemani’ per parlare della vita e della storia di Calogero Marrone. Sei un regista cinematografico e sei di Varese: perché non realizzi un film su di lui?’.
Conoscevo già Marrone, ho letto l’atto unico e ho pensato che fosse una cosa da  fare. Ci sono voluti tre anni, ma finalmente siamo riusciti a mettere insieme una squadra per costruire un progetto cinematografico. Determinante è stato anche il testo di Franco Giannantoni ‘Un eroe dimenticato’, che è frutto di un’instancabile ricerca sulla vita, le azioni e gli incontri del Marrone e ci ha fornito molte delle informazioni necessarie”.

Al lavoro al progetto anche il regista, sceneggiatore e autore teatrale Ettore Imparato, il musicista Marco Marcuzzi – che ha già lavorato con Campiotti nel lungometraggio “Il cantico di Maddalena’ – la scenografa Francesca Romano, il direttore della fotografia Alberto Livraghi e il tecnico degli effetti speciali Guido Bedont. La consulenza storica sarà del professore Enzo Laforgia e nel progetto ha un ruolo importante l’Istituto di Studio e Ricerca Calogero Marrone che, da tempo attivo a Favara con la presidenza di Rosario Manganella, ha aperto nell’ottobre scorso una sede a Varese. L’Istituto, impegnato nell’indagine della storia contemporanea, dell’antifascismo e della resistenza, è guidato dalla vice-presidente Margherita Giromini.

La Giromini, già dirigente scolastica, è oggi impegnata nell’avvicinare i giovani alla storia di Marrone e all’importanza del suo percorso di vita. Gli studenti verranno anche formati nelle diverse competenze professionali del mondo del cinema.

 

Cardine del progetto Il Marrone è il sito ufficiale www.ilmarrone.it  – prosegue Campiotti – che ci consentirà di  essere connessi con tutti quelli che vogliono partecipare alla realizzazione di questo film. E’ una piattaforma online ‘in divenire’ perché, in futuro, ci permetterà di selezionare le comparse e gli attori ‘secondari’. Consentirà inoltre di osservare da vicino il lavoro sul set con delle dirette. Tutto passerà attraverso la piattaforma, perché oggi si comunica così!”.

Gireremo un film storico che seguirà in modo lineare la vita di Calogero Marrone,  partiremo dunque dalla Sicilia, da Favara, quando aveva già dimostrato quale fosse la sua impostazione culturale e umana. Aveva fatto la sua Scelta. E’ proprio questa la difficoltà della vita: scegliere. Poter scegliere” spiega il regista, mettendo in luce una delle tematiche fondanti del film. “Marrone, quando è in Sicilia, partecipa a un concorso del Comune: lo vincerà e gli verrà chiesto di trasferirsi a Varese con la famiglia. Nello stesso periodo viene arrestato perché ha schiaffeggiato un federale che offendeva la moglie Giuseppina. Capisce di non avere più amici, che tutto è cambiato. Allora lui e la moglie si guardano e decidono di partire. Lasciano il caldo della Sicilia per raggiungere l’umidità estiva e il freddo invernale di Varese, dove il Marrone entra subito in contatto con una comunità di siciliani, ma lega anche con la città, perché è un ottimo funzionario e incontra molte figure della resistenza locale, tra le quali Alfredo Brusa Pasqué, Camillo Lucchina, gli uomini della rete antifascista OSCAR e sacerdoti come don Motta e don Rimoldi”.

Calogero Marrone è una persona molto umile ma nello stesso tempo determinata, attenta. Tutta la sua eroica avventura si svolgerà a Varese, fino al momento in cui, prossimo all’arresto, capisce che fuggendo in Svizzera lascerebbe la famiglia a subire le ritorsioni dei tedeschi. Allora decide di sacrificarsi, di fermarsi. La cosa importante è questa Scelta – sottolinea Campiotti – che matura dentro l’animo umano piano piano lentamente, liberamente. Perché senza libertà non possiamo desiderare, non possiamo pensare, non possiamo agire, non possiamo amare e volere la giustizia. Non possiamo essere Uomini”.

“Utilizzeremo dei consulenti e degli effetti visivi per ricreare gli ambienti storici di cui si narra, – prosegue il regista – ma bisogna sempre ricordare che il cinema è finzione: non si tratta di un documentario. Ci saranno delle licenze, anche poetiche. Cercheremo di realizzare un film poetico che vada a toccare alcune corde: che faccia riflettere, che faccia pensare, che susciti delle domande”. I varesini saranno coinvolti chiedendo loro di condividere ricordi e immagini storiche risalenti agli anni in cui visse Marrone e di prendere parte al film come comparse”.

L’aspetto economico è fondamentale, “per questo si è cercato di percorrere una strada innovativa e attuale: quella del crowdfunding (la raccolta di contributi, anche modesti, da parte di gruppi molto numerosi che condividono un medesimo progetto). Chi vuole conoscere la storia di Marrone e vederla realizzata sul grande schermo potrà rivolgersi a Buonacausa.org o prendere parte alle numerose iniziative e incontri pensati proprio per sostenere il film. Dobbiamo raccogliere i soldi necessari per arrivare almeno a una sceneggiatura. A partire dalla sceneggiatura avremo una serie di informazioni: sul cast, il budget, le ambientazioni, i costumi …”.

“Siamo stati fortunati perché abbiamo avuto il patrocinio del Comune di Varese. Patrocinio e sostegno da parte della Giunta: è una cosa importante, perché significa che la città, anche a livello di organizzazione e di politica, è disponibile a lavorare in questa direzione”.

Sarannno tanti gli elementi che concorreranno alla realizzazione di questa pellicola, tante le persone da coordinare. “Quando si gira un film il regista o, come dico io ‘il reggista’, è colui che regge il lavoro di tutti gli altri. Perché si lavora con molti professionisti, quindi  bisogna capire qual è l’obiettivo da raggiungere, ciascuno con le proprie capacità, le proprie conoscenze e la propria espressività. Uno degli aspetti fondamentali del film è la musica. Se non c’è la musica si crea un vuoto quasi impossibile da riempire”.

Per la realizzazione della colonna sonora de “Il Marrone” Campiotti si è rivolto al musicista Marco Marcuzzi, come era già avvenuto in passato con il lungometraggio “Il cantico di Maddalena”. Marcuzzi si è documentato e poi ha osservato a lungo un’immagine del volto di Calogero Marrone: la fase compositiva ha preso vita in una sorta di immersione spirituale e onirica. “La musica per il cinema è come un abito fatto su misura.- afferma Marcuzzi – Guardando Marrone mi sono chiesto chi fosse: un uomo dall’aspetto così mite e tranquillo che dentro aveva il coraggio di un leone. Un uomo che ha pagato con la vita la scelta di salvare centinaia di persone. Che ha deciso di non fuggire in Svizzera, come avrebbe potuto fare, perché la sua famiglia non pagasse per lui. Ho cercato di trasmettere tutte queste emozioni nella mia  musica”.

Quali sono le tempistiche del progetto? Campiotti sottolinea “il mio vecchio maestro mi diceva sempre ‘un film non è finito finchè non è proiettato sul muro’. Aveva ragione, perché le difficoltà sono tante. E’ un lungo percorso, delicato. Bisogna coinvolgere numerose persone. Bisogna accettare parecchie circostanze. Bisogna darsi molto da fare. E poi l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Inoltre bisogna ricordare che questo non è un film che arriva dai grandi studi o da un produttore sconosciuto: è un film indipendente che sta cercando i fondi nella città di Varese.
Penso che verso la fine dell’estate si potrà dare inizio alle riprese.

Il film non racconterà i tristi giorni della prigionia. Si concluderà con il suono di una campana. E’ il 25 aprile del 1945: Calogero Marrone muore a Dachau, ma è anche il giorno della Liberazione. Un momento di respiro dopo la fine della via crucis di un ‘Giusto tra le Nazioni’.

www.ilmarrone.it

Chiara Ambrosioni