RequiemRequiem

Pareti nere, altre invece lasciate a bianco sulle quali l'artista ha lasciato il suo segno, un continuum grafico, un murales-fondale, come un grande racconto-raccordo indistinto su cui insistono cronologicamente più di duecento disegni. Marcel.lí Antúnez Roca declina in questo modo una personalissima e acuta rilettura della pittura alta, dei suoi preferiti, da Hieronymus Bosch a Peter Brughel, il Vecchio. Il gusto picaresco per il dettaglio, il calembour ironico, contro la pretesa del tutto. L'osservazione succosa del particolare di contro alle certezze della totalità.

E poi, installazioni in legno come colonne che gemono, russano, mugolano di piacere, al solo contatto dello spettatore; l'esoscheletro utilizzato per la performance Requiem nel 1999, il geniale e divertentissimo Tantal, summa dell'interattivà e della filosofia di Marcel.lí. Un film-installazione proiettato a parete dotato una macchinetta capace di fotografare la faccia dello spettatore e proiettarla all'istante sul corpo di uno dei personaggi che animano la proiezione, con effetti da gas esilarante per la sorpresa e la leggerezza con cui l'artista gioca con il corto circuito delle immagini d'arte che hanno perduto per sempre solidi statuti d'essere.

Eccolo, l'atteso arrivo del ciclone catalano, che si esprime in un quasi perfetto italiano; che prima di ospitare nel suo studio di Barcellona Emma Zanella, è venuto a vedere gli spazi e ha trovato ottimale una Gam ancora raccolta nei suoi spazi angusti in viale Milano per una mostra, un progetto culturale, una temperie di emozioni che avrebbero potuto calzare a pennello per il nuovo, più ampio, più verosimilmente contemporaneo museo in via di formazione.

Marcel.lí Antúnez RocaMarcel.lí Antúnez Roca

Ha girato il mondo, con la sua attività di componente della Fura dels Baus e poi come artista performativo: ma per sua stessa ammissione "si conosce molto Marcel.lí ma si conosce poco il suo lavoro". Quella di Gallarate anche per lui è un'occasione per fare il punto, fissare qualche paletto di una creatività febbrile, di una attività da giramondo, di una tensione ideale ed estetica che ha l'apice normalmente nelle sue performance e più difficilmente nel museo; ancor più di rado nel dialogo serrato con la parte più intima del suo fare e quella immediatamente progettuale, esplicata nella stupefacente serie di disegni qui esposti.

Disegni e segni che non possono non rimandare di primo acchito ad alti lignaggi: si sente tutta la sua ibericità, la sua catalanità, c'è il segno greve, irriverente, esploratore, sarcastico, nero, marcato di Picasso, di El Greco, del Barocco. Il resto lo mette lui con la lucida follia, la rincorsa all'utopia, il perdurare del suo immaginario infantile di quando viveva in campagna figlio di macellai, dove l'animale aveva una sua vera, concreta, sanguigna materialità organica.

TantalTantal

Su questo substrato Marcel.lí Antúnez Roca ha creato negli ultimi quindici anni un mondo altro: "Una rivista francese – racconta – recentemente si è dedicata all'eredità del Futurismo e mi ha collegato a questo movimento. Una considerazione di cui vado fiero. Ne amo l'aspetto performativo, la cultura del manifesto, la volontà di rifare il mondo. Nei miei lavori non c'è provocazione fine a se stessa, piuttosto volontà di scardinare".

A partire dal linguaggio. Continua "La tecnologia spesso la si vive in forma dottrinale. Tuttavia grazie a lei negli ultimi anni il linguaggio è esploso, grazie alla multimedialità, all'interattività. Le macchine sono diventate esse stesse forme di linguaggio, che spesso invece di aumentare la comunicazione isolano gli individui".

L'artista con E. Zanella e R. FassaL'artista con E. Zanella e R. Fassa

Da questa riflessione è nata, ad esempio, la performance Afasia (1998), sullo sfondo del racconto omerico di Ulisse, scelto da Marcel.lí per il suo carattere fondativo, unificante, "colpente", come si è espresso. Da questa riflessione nasce il “modello di utopia” Transpermia (2004-2007), originato da una sua esperienza in assenza di gravità. Da questa riflessione ne viene un'altra che muove dal suo amore per la classicità ma anche per le possibilità inedite di trasformazione, di metamorfosi che la tecnologia può operare.

Da questa riflessione, infine, scaturiscono le altre performance, alcune delle quali riprodotte in mostra, a fine percorso, quasi a segnare il climax di un viaggio,in cui il corpo, come una danza, è posto al centro stesso della riflessione sui nuovi media, sulle nuove tecnologie, sulle identità artistiche che massimamente con lui appaiono pure convenzioni senza cittadinanza: calato com'è dentro – di pancia, di testa, di gambe, di mano, di cuore, di intelligenza, di istinto e di meticolosa professionalità – sui terreni che spaziano dall'artistico in senso stretto, al teatrale, al visivo, al cinematografico, al performativo. Una mostra da vedere, sentire, partecipare, come un "unico lugar y tiempo".

Sedi evento
Civica Galleria d’Arte Moderna di Gallarate
Viale Milano 21
21013 Gallarate VA
Tel 0331.791266
e-mail:eventi@gam.gallarate.va.itIndirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo
sito web: www.gam.gallarate.va.it
8 marzo-29 Aprile 2007
ORARIMOSTRA
da mart. a giov. e sab. 10.00-12.30 e 14.30-18.30
ven. 10.00-12.30 e 14.30-21.00 con visita guidataalle 19.00
dom. 10.00-12.30 e 14.30-18.30 con visita guidata alle 16.30 ingresso gratuito
per le visite prenotazione al numero
0331 791266