Nel cuore della Pinacoteca di Brera, a una sala di distanza dal Cristo morto di Mantegna e dallo Sposalizio della Vergine di Raffaello, è stata allestita fino all'8 settembre una struttura dedicata agli autoritratti realizzati dai nomi più importanti dell'arte contemporanea italiana.

Cesare Zavattini, comunemente noto per la sua straordinaria attività di scrittore e sceneggiatore del cinema neorealista, coltiva costantemente un'altrettanto proficua dedizione all'arte, alla pittura soprattutto, di cui è sia autore che appassionato collezionista. Lo scrittore mette insieme una raccolta unica, non solo per il numero raggiunto, ma soprattutto per l'originalissimo formato scelto: "non potendo fare collezione di quadri grandi perché costavano troppo" Zavattini ripiega su una "collezione di quadri piccoli, le cui dimensioni sono di media otto centimetri per dieci". Per ragioni economiche Zavattini è costretto a scegliere un formato ridotto, ma inventa anche un nuovo tipo di collezionismo: le opere "minime", di 8 centimetri per 10.

Annota con penna felice, fra l'altro, Valentina Fortichiari, editor di Longanesi e scrittrice nonché principale studiosa dello scrittore varesino Guido Morselli, nel suo contributo su Zavattini che è una sintesi esatta dell'atmosfera di «festa cromatica» di questa «sinfonia di pareti dipinte da mani geniali»: «Cesare Zavattini, esperto affabulatore di sé, come solo un emiliano dalla vena leggera e sempre autoironica sa fare, ha certamente sorriso ogni volta che arrivavano nuovi doni (…). Ne andava fiero, come li avesse dipinti lui i quadretti minimi».

La raccolta, iniziata nel 1941, trova spazio nella sua casa romana di via Sant'Angela Merici, le cui pareti appaiono nelle foto dell'epoca rivestite di quadretti in minuscole

cornici: "A tutti i pittori ho chiesto l'autoritratto, così ho anche gli autoritratti di quasi tutti i pittori italiani nelle dimensioni suddette". Lo circondano per anni i volti di: Fontana, Burri, Balla, De Chirico, Savinio, Capogrossi, Severini, Rosai, Casorati, Sironi, Mafai, Soffici, De Pisis, Campigli, Afro, Consagra, Depero, Guttuso, Sassu, Dorazio, Manzù, Leoncillo, Melotti, Marini, Schifano, Vedova, Rotella, Festa, Turcato, Munari, Pistoletto, Plessi, solo per citarne alcuni… Ogni dipinto appare assieme autonomo e seriale, perché frutto della libertà d'espressione dell'autore e al contempo delimitato dal formato "minimo" rispettato: un unicum straordinario, perché volutamente non monumentale.

Purtroppo nel 1979 tale repertorio d'arte viene ceduto alla Galleria Annunciata di Milano e in seguito smembrato e venduto. Perdute in gran parte le tracce, nel 2008 un consistente nucleo di ben 152 Autoritratti viene recuperato e acquisito alle collezioni della Pinacoteca di Brera. Da anni immagazzinati in deposito, e dopo accurate operazioni di restauro, gli splendidi Autoritratti minimi sono presentati per la prima volta al pubblico in questa mostra dedicata alla storia della collezione e ai rapporti fra Zavattini e il mondo dell'arte.

Accompagna la mostra un ricco catalogo edito da Skira e curato da Marina Gargiulo, direttrice delle collezioni del XX secolo della Pinacoteca di Brera, con saggi di Sandrina Bandera, Marina Gargiulo, Renato Barilli, Giorgio Boccolari, Valentina Fortichiari, Silvana Cirillo, Mino Argentieri.

Zavattini e i maestri del novecento
Fino all'8 Settembre
Orari: dal martedì alla domenica dalle 8.30 alle 19.15
Intero 10 €, ridotto 7 €