{"id":72487,"date":"2023-11-11T17:39:17","date_gmt":"2023-11-11T16:39:17","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=72487"},"modified":"2023-11-20T09:27:59","modified_gmt":"2023-11-20T08:27:59","slug":"fai-a-milano-due-nuove-case-museo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/fai-a-milano-due-nuove-case-museo\/","title":{"rendered":"FAI, a Milano due nuove Case Museo"},"content":{"rendered":"

Milano – Il patrimonio culturale del capoluogo lombardo si arricchisce di due nuove Case Museo e altrettante Collezioni. Si tratta di Casa Crespi – Collezione Bagutta e Casa Livio – Collezione Grandi, recentemente donate al FAI \u2013 Fondo per l\u2019Ambiente Italiano ETS.<\/p>\n

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Casa Crespi, Milano, Foto Barbara Verduci 2023 \u00a9FAI<\/figcaption><\/figure>\n

La Fondazione le aprir\u00e0 al pubblico nel 2026 proponendole come luoghi non solo da conoscere, ma anche da vivere. Due nuove importanti donazioni, che aggiungendosi a Villa Necchi Campiglio, raccontano un altro spaccato di societ\u00e0 e di cultura tipicamente milanesi. Parlano della storia privata, dei talenti e della generosit\u00e0 delle famiglie che le hanno donate, e della cultura che rappresentano. Le donazioni sono accompagnate da una dote che permetter\u00e0 al FAI di eseguire i primi lotti dei lavori di restauro e rendere sostenibile la gestione futura dei Beni.<\/p>\n

La peculiarit\u00e0 di Casa Crespi e Casa Livio \u2013 che faranno parte assieme a Villa Necchi del circuito delle sei Case Museo di Milano \u2013 \u00e8 che avranno una specifica vocazione. Ad animarle, infatti, due temi strettamente connessi alla loro storia ma anche alle iniziative che ospiteranno: l\u2019educazione alla comprensione e ascolto della musica e alla pratica del disegno.<\/p>\n

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Casa Livio, Milano, Foto Roberto Morelli 2019 \u00a9FAI<\/figcaption><\/figure>\n

L\u2019apertura\u00a0 rappresenta un passo avanti nella missione educativa del FAI e della sua politica culturale, che grazie a esse si apre a un ventaglio sempre pi\u00f9 ampio di contenuti culturali, affrontando ambiti come la musica e il disegno, la cui conoscenza e pratica di base, oggi trascurate, dovrebbero tornare a contribuire, invece, alla cultura generale delle persone e della societ\u00e0. Le nuove donazioni diverranno luoghi di apprendimento, ma anche di svago: nuovi spazi culturali a beneficio di Milano.<\/p>\n

L\u2019annuncio \u00e8 stato dato ieri, 10 novembre, in Casa Crespi, durante un incontro a cui hanno presenziato: Marco Magnifico, Presidente FAI; Francesco Crespi, nipote dei donatori di Casa Crespi; Franco Anelli, Rettore dell\u2019Universit\u00e0 Cattolica del Sacro Cuore; Gianfelice Rocca e Martina Fiocchi Rocca, donatori della Collezione Bagutta; Giovanni Agosti, Universit\u00e0 degli Studi di Milano; Emanuela Carpani, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Citt\u00e0 metropolitana di Milano; Giuseppe Sala, Sindaco di Milano.<\/p>\n

\u201cL\u2019importanza delle Case Museo si rivela sempre pi\u00f9 significativa per le citt\u00e0: ne svelano l\u2019anima pi\u00f9 profonda. Oltre ai grandi edifici storici rappresentano una meta sempre pi\u00f9 rilevante per comprenderle \u2013 ha dichiarato Marco Magnifico, Presidente FAI \u2013 In questo senso le nuove donazioni di Casa Crespi e Casa Livio, assieme a Villa Necchi, raccontano un tempo, una societ\u00e0 e una cultura che parlano di Milano. Le loro storie private raccontano l\u2019identit\u00e0 della citt\u00e0 e le sue radici. Svelano contesti urbani ancora poco conosciuti e che grazie alla loro presenza entrano nella sua valorizzazione turistica\u201d.<\/p>\n

\u201cCon la prossima apertura di Casa Crespi e di Casa Livio, il circuito delle Case Museo di Milano si arricchisce di due spazi di grande valore sotto il profilo storico e culturale – ha commentato il Sindaco di Milano Giuseppe Sala –\u00a0Grazie alla gestione del FAI e alle esperienze legate alla musica e al disegno che saranno proposte, questi luoghi contribuiranno ad accrescere l’attrattivit\u00e0 della nostra citt\u00e0. Attraverso le Collezioni Bagutta e Grandi qui custodite, si accender\u00e0 una nuova luce anche sul mecenatismo delle famiglie di imprenditori milanesi e sui loro preziosi lasciti\u201d.<\/p>\n

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Casa Crespi, Milano, Foto Barbara Verduci2023 \u00a9FAI<\/figcaption><\/figure>\n

Casa Crespi, dimora borghese degli anni Trenta, \u00e8 situata tra via Verga e Via Giovio, accanto alla Chiesa di San Francesco al Fopponino, progettata da Gio Ponti, con all\u2019interno un sorprendente ciclo pittorico di Francesco Tabusso, tra cui una maestosa pala d\u2019altare. Un contesto urbano ancora poco conosciuto e frequentato dal punto di vista turistico, che potr\u00e0 beneficiare di questa nuova attrazione culturale. Fu progettata per l\u2019imprenditore Fausto Crespi, proprietario di un\u2019impresa d\u2019eccellenza nella produzione di arredi in ferro per uffici, navi e ospedali, che vi venne ad abitare nel 1931 con la moglie e i cinque figli. La casa ne racconta la storia e la quotidianit\u00e0, la vita di una borghesia imprenditoriale di grande successo, ma dal carattere austero, tipicamente milanese: schiva e colta, dedita al lavoro e allo studio. In circa novant\u2019anni quasi nulla \u00e8 cambiato: oggetti, pavimenti, arredi e decorazioni sono rimasti inalterati, un insieme perfettamente conservato, sino a farne un raro contesto borghese originale in ogni suo dettaglio. L\u2019unica modifica \u00e8 dovuta alla grande passione di Alberto Crespi (1923-2022), uno dei figli, nonch\u00e9 il responsabile della donazione al FAI assieme al fratello Giampaolo, in accordo con i nipoti Francesco e Monica.<\/p>\n

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Casa Crespi, Milano, Foto Barbara Verduci_2023 \u00a9FAI<\/figcaption><\/figure>\n

Alberto Crespi fu tra i pi\u00f9 grandi giuristi italiani, accademico e avvocato di personaggi che hanno segnato la storia del Paese, musicista e musicologo, diplomato al Conservatorio di Milano, esecutore appassionato all\u2019organo di musica barocca tedesca, a partire dall\u2019amatissimo Bach. Il professore fece demolire un bagno di servizio al primo piano per far posto a un imponente organo a 1500 canne, ancora oggi funzionante. L\u2019altra sua grande passione era l\u2019arte: don\u00f2 nel 2001 al Museo Diocesano di Milano una collezione di 41 dipinti a fondo oro del XIV-XVI secolo; della sua notevole raccolta d\u2019arte rimangono in casa solo alcune sculture e quadri del Seicento romano, accanto a una ricchissima biblioteca dedicata alla giurisprudenza, all\u2019arte e alla musica.<\/p>\n

In onore degli interessi culturali di Alberto Crespi, il FAI ha pensato di dedicare Casa Crespi al tema della comprensione e ascolto della musica, farne un luogo per offrire gli strumenti per apprezzare e comprendere la musica classica, con spazi dedicati a corsi, workshop, incontri ed eventi. Secondo il principio di rifunzionalizzazione e attualizzazione con cui il FAI valorizza i propri Beni, rispettandone la natura e proiettandoli in dialogo con la contemporaneit\u00e0 e relazionandosi con altre istituzioni cittadine dedicate alla musica.<\/p>\n

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Mario Vellani Marchi, Il Premio Bagutta, 1928, courtesy Allemandi<\/figcaption><\/figure>\n

Casa Crespi ospiter\u00e0 al primo piano, in maniera permanente, l\u2019intera Collezione Bagutta, donata da Gianfelice Rocca e Martina Fiocchi Rocca. La collezione consiste nei disegni che decoravano la storica trattoria Bagutta, in Via Bagutta, chiusa nel 2016. La trattoria fu dal 1926 sede dell\u2019omonimo premio letterario, il primo premio letterario italiano istituito per iniziativa di Riccardo Bacchelli e di un circolo di amici intellettuali avventori, tra cui scrittori, giornalisti e artisti. Il corpo pi\u00f9 cospicuo di disegni consta delle cosiddette \u201cliste\u201d a firma dell\u2019artista Mario Vellani Marchi: fogli disegnati per le serate d\u2019onore che si tenevano in trattoria, con la caricatura del festeggiato e le firme degli intervenuti, tra cui figurano personaggi di spicco della cultura e del costume dell\u2019Italia intorno alla met\u00e0 del Novecento come Filippo de Pisis, Giorgio de Chirico, Eugenio Montale, Carlo Levi, Mario Soldati e Indro Montanelli, ma anche Walter Chiari e Fausto Coppi. Il FAI restaurer\u00e0 la collezione e la valorizzer\u00e0 anche con una proposta di attivit\u00e0 e iniziative legate alla conoscenza della Milano letteraria e agli artisti che la animarono.<\/p>\n

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Casa Livio, Milano, Foto Barbara Verduci_2023 \u00a9FAI<\/figcaption><\/figure>\n

Casa Livio<\/strong> fu acquisita da Riccardo Livio, industriale tessile, poco prima degli anni Venti e dal 2011 \u00e8 passata in eredit\u00e0 ai Grandi, che oggi, grazie ai tre fratelli, Filippo, Laura ed Edoardo, la donano al FAI insieme alla Collezione. Si trova in via degli Olivetani, tra San Vittore e il Museo della Scienza e della Tecnica.<\/p>\n

La casa \u00e8 parte di un complesso costituito da quattro originali edifici progettati e accostati con gusto eclettico: fine Ottocento – Tudor e due di sapore neo-quattrocentesco, immersi in un unico giardino romantico. Un angolo di Milano che dischiude al visitatore un contesto del tutto inedito, e un altro spaccato di storia, societ\u00e0 e cultura milanese, di una tipica famiglia borghese qui vissuta a partire dalla fine dell\u2019Ottocento. La famiglia Grandi si distinse per l\u2019attivit\u00e0 di antiquari e collezionisti, che risale al 1810, quando fu fondata la ditta Grandi con sede in Corso Venezia: un negozio di opere d\u2019arte, specialmente di grafica, e di antiquariato, che imponendosi sulla scena milanese grazie a celebri clienti e a una rete di relazioni con personaggi e istituzioni culturali, anche all\u2019estero, ha influenzato il gusto della borghesia milanese tra la fine dell\u2019Ottocento fino al primo Dopoguerra. In un simbolico e suggestivo passaggio tra il disegno e il design, che cos\u00ec tanto caratterizza la cultura milanese, i Grandi si ritagliarono un ruolo grazie agli ultimi proprietari della casa: Maria Matilde Grandi, detta Dilde, architetto, a fine anni \u201950 con Pier Fausto Bagatti Valsecchi fond\u00f2 Adrasteia, una societ\u00e0 e un marchio affermato nella produzione di mobili e oggetti per la casa. La societ\u00e0 si avvalse della collaborazione di designer e architetti tra cui lo stesso Antonio Grandi, Virginia e Antonio Scoccimarro e Annig Sarian.<\/p>\n

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Casa Livio, Milano, Foto Barbara Verduci_2023 \u00a9FAI<\/figcaption><\/figure>\n

Il piano terra della casa sar\u00e0 dedicato alla storia della famiglia Grandi, ripercorsa anche in un esclusivo video-racconto. Il piano terra, che manterr\u00e0 gli arredi originali della casa, fu dal 1953 la prima dimora Grandi, dopo il matrimonio tra Maria Matilde \u2013 nipote di Riccardo Livio \u2013 con Antonio Grandi.<\/p>\n

Un secondo video-racconto sar\u00e0 dedicato, invece, alla storia e alla consistenza della Collezione, che sar\u00e0 conservata al primo piano, disponibile anche a essere consultata e studiata in loco. La Collezione, raccolta dalla famiglia grazie alla Ditta Grandi e alla sua attivit\u00e0 nel campo dell\u2019antiquariato, spazia dal Cinquecento all\u2019Ottocento e comprende incisioni di Andrea Mantegna, disegni di Paolo Veronese, rami di Gianbattista Tiepolo, disegni del grande architetto e decoratore Giocondo Albertolli, stampe, disegni e miniature di Richard Cosway, e libri antichi. Dunque ospiter\u00e0 un vero e proprio museo, in cui saranno esposte a rotazione le opere della Collezione, secondo percorsi tematici e mostre temporanee, e sar\u00e0 anche sede di laboratori per educare alla pratica del disegno come disciplina e attivit\u00e0 da recuperare e diffondere, perch\u00e9 in grado di favorire l\u2019osservazione attenta delle opere, ovvero educare allo spirito di osservazione che permette di conoscere e apprezzare l\u2019arte.<\/p>\n

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Tiepolo, La via crucis, foto Matteo Cupella \u00a9FAI.jpg<\/figcaption><\/figure>\n

Le nuove donazioni<\/strong> segnano inoltre l\u2019avvio di un\u2019innovativa collaborazione tra il FAI e lo studio ACPV ARCHITECTS Antonio Citterio Patricia Viel: lo studio di architettura riconosciuto a livello internazionale ha generosamente offerto al FAI la sua disponibilit\u00e0 per sviluppare\u00a0insieme una metodologia di lavoro all\u2019avanguardia per il restauro e la conservazione del patrimonio storico,\u00a0basata su strumenti di progettazione digitale attraverso modello BIM (Building Information Modelling).\u00a0Valorizzando le esperienze pluriennali del FAI sul restauro e di ACPV ARCHITECTS sulla progettazione digitale,\u00a0si sta lavorando alla creazione dell\u2019Heritage Digital Twin, il Gemello digitale che consente di\u00a0conoscere approfonditamente l\u2019architettura di Casa Crespi e di Casa Livio in tutti i suoi dettagli e allo stesso tempo di integrare alla rappresentazione geometrica in 3D informazioni qualitative.<\/p>\n

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