{"id":70342,"date":"2023-05-24T09:34:31","date_gmt":"2023-05-24T07:34:31","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=70342"},"modified":"2023-05-26T17:24:13","modified_gmt":"2023-05-26T15:24:13","slug":"sulle-tracce-di-sergio-floriani","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/sulle-tracce-di-sergio-floriani\/","title":{"rendered":"Sulle “Tracce” di Sergio Floriani"},"content":{"rendered":"

\"\"Novara – Dal castello Visconteo a Villa Gippini sul lago d’Orta. In chiusura (il 28 maggio) la personale di Sergio Floriani dal titolo “Tracce” che da giugno approder\u00e0 nelle sale della storica Villa con una selezione di opere realizzate negli ultimi trent\u2019anni di lavoro dell’artista, attraverso un percorso tematico e iconografico.<\/p>\n

Anche a Orta, la mostra partir\u00e0 dalle grandi sculture in acciaio corten e stagno, che sono un segno identificativo del lavoro dell\u2019artista.\u00a0 Floriani<\/em><\/strong> parte dalle tracce dell\u2019uomo, dall\u2019impronta lasciata come segno d\u2019identit\u00e0 (unica e personale), per arrivare all\u2019infinito. Il suo \u00e8 un percorso evolutivo che comprende il segno, la forma e lo spazio, ma non dimentica il dialogo continuo con la materia, che gli fa perlustrare le possibilit\u00e0 della pittura e della scultura (due elementi che nelle opere di Floriani convivono sempre) e spazia dall\u2019acciaio corten allo stagno, dalla catramina su carta giapponese alla sabbia su piombo, mentre il colore a volte si accende nelle tonalit\u00e0 pi\u00f9 vivaci, quasi pop, e altre, per esempio quando racconta i contorni del lago o allude alle voci dell\u2019anima, \u00e8 capace di raccogliersi in tenui e silenziose gradazioni.<\/p>\n

\"\"Nelle 11 sale del primo piano del castello Visconteo-Sforzesco, sono collocate un centinaio di sculture: da Divido per otto<\/em> (2003) al Totem<\/em> (2015) dove il frammento si alterna alla leggerezza e alla trasparenza; dai Signum<\/em> (2009) ai Cerchi d\u2019acqua<\/em>, due serie in cui le parole (nei primi) e il colore (nei secondi) tracciano un nuovo alfabeto di lettere e di forme, passando per i colorati rilievi di ultima generazione, piccole e grandi tavole sulle quali il colore si distende senza sfumature e le sagome che vi affiorano, lontane sorelle delle prime impronte digitali, maculano la superficie trasformandola in materia cosmica.<\/p>\n

Il tema pi\u00f9 ricorrente \u00e8 il rapporto che s\u2019instaura tra la forma e lo spazio, e nelle ultime opere questa correlazione \u00e8 sottolineata dalla presenza o dall\u2019assenza delle cornici: nel primo caso una cornice dorata, spesso d\u2019epoca, segna il perimetro e contiene il colore, ma al contempo lo impreziosisce, lo \u201cstoricizza\u201d e lo concentra, donandogli forza e misticismo; nel secondo caso, con la soppressione del bordo ligneo il colore ritorna libero di dilatarsi e di fondersi con lo spazio circostante, in una dimensione che \u00e8 quasi filosofica.<\/p>\n

\"\"Nelle sale di Villa Gippini verranno invece collocate alcune delle opere pi\u00f9 significative, in armonia con l\u2019architettura del palazzo, con la luce e con il colore del lago, quel lago che \u00e8 stato d\u2019ispirazione anche per Antonio Calderara, un artista che Floriani ha sempre ammirato e i cui consigli lo hanno convinto a votarsi definitivamente all\u2019arte.<\/p>\n

La mostra \u00e8 accompagnata da un catalogo contenente le opere esposte e il testo critico di Lorella Giudici curatrice della mostra. Orari al pubblico: da marted\u00ec a domenica 10-19.<\/p>\n

Cenni biografici<\/p>\n

Sergio Floriani, nato nel 1948 a Grantorto (PD), risiede e lavora a Gattico (NO). Originale interprete della ricerca d’area concettuale. Nel 1982 \u00e8 cofondatore del Gruppo Narciso Arte sotto l\u2019egida di G. Di Genova. Nel 1984 i lavori realizzati in vista della Biennale di Venezia vanno a costituire due importanti personali: Architetture (Torino – Palazzo della Regione) e L’anima e il rispecchiamento (Chiostro di Voltorre). La ricerca sulla formazione dei colori genera Zodiaci d’acqua, (Il Naviglio,1988) curata da T. Trini, in cui compare l\u2019unica video-scultura realizzata: Autoriflessione. Nel 1989 affiora per la prima volta l’idea dell’impronta che si fa anche scultura e nascono le prime opere in ferro e stagno, ferro e acciaio, come l’installazione Synopis e Lux mundi (Palazzo dei Vescovi di Novara, 1990). L\u2019uso delle impronte d\u00e0 origine alle tre mostre Digito, ergo sum del 1991, presentate da G. Celli e G. Di Genova, a Carrara, a Sanremo e a Venezia. Da questo momento l’impronta costituir\u00e0 il segno distintivo dell\u2019artista. Nascono le sculture in ferro e stagno: Identit\u00e0 in evoluzione (Biennale del bronzetto di Padova -1995); La porta della legge (I premio al Concorso Internazionale di Scultura \u201cArona 96\u201d); la XIV Stazione della via della Croce di Curino (1999); Cercando un equilibrio, definitivamente collocata presso il forte di Exilles a seguito della mostra Signum Forte del 2008. Da segnalare: l\u2019antologica del 1998 Le porte sull’infinito (Museo Civico di Padova e Arengo del Broletto di Novara) curate da M. Rosci; la rassegna antologica del 2002 alla GAM di Gallarate curata da F. Gualdoni; la personale milanese del 2004 La logica dell’immaginario alla Galleria Naviglio Modern Art. Dal 2003 Floriani passa all’uso del piombo, combinandolo ora con la sabbia nera, ora con lo stagno. Nascono nel 2008 le due personali milanesi: Quadro quadrato alla Galleria Artestudio e Meta quadrato all’Annunciata. Nel 2010 realizza la croce VERODIOVEROUOMO per la parrocchiale di Gattico. Ha partecipato con la scultura La Porta della Legge alla Biennale Internazionale di Scultura di Racconigi presso il Castello di Racconigi nel 2013; nello stesso anno ha allestito la mostra Signum presso la Fabbrica Lapidea della Basilica di San Gaudenzio a Novara. Nel 2016 con la curatela di Francesco Poli, ha presentato presso il Complesso Monumentale del Broletto di Novara l\u2019antologica \u201cLo spazio dell\u2019identit\u00e0\/ L\u2019identit\u00e0 dello spazio\u201d. Sempre nel 2016 ha realizzato la \u201cPorta della Misericordia\u201d presentata dapprima nel quadriportico del Duomo di Novara e successivamente allocata sul piazzale antistante la Chiesa dei SS Cosimo e Damiano. Nel 2022 ha partecipato alla mostra d\u2019arte contemporanea diffusa sul lago D\u2019Orta S.O.S Humanity, con due opere che rappresentano la sua visione del mondo \u201cA Confronto\u201d e \u201cLa Porta della Legge\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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