{"id":67437,"date":"2022-09-26T12:10:11","date_gmt":"2022-09-26T10:10:11","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=67437"},"modified":"2022-09-27T09:13:43","modified_gmt":"2022-09-27T07:13:43","slug":"ane-leid-is-nivver-eeuch","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/ane-leid-is-nivver-eeuch\/","title":{"rendered":"“Ane Leid is Nivver Eeuch”"},"content":{"rendered":"

\"\"Milano – \u201cUn solo linguaggio non \u00e8 mai abbastanza\u201d: \u00e8 questa la traduzione del titolo \u2013 tratta da un vecchio proverbio scozzese \u2013 scelto da Anna Giuntini per la personale a Manifiesto Blanco, organizzata in occasione di Milano Photofestival 17th, la grande rassegna milanese di fotografia d’autore.
\nLa comunicazione e i suoi meccanismi sono al centro dell’esposizione, e l\u2019immagine fotografica elaborata manualmente e digitalmente diventa un vettore di linguaggi differenti ma inerenti allo stesso tema.<\/p>\n

Nella prima parte della mostra \u2013 Displays and Powerlines \u2013 l’artista intende proporre una riflessione sulla comunicazione e sulle sue possibili lacune che, anche in quest\u2019epoca di perenne connessione, spesso caratterizzano i rapporti interpersonali, mediante messaggi che si perdono o arrivano storpiati.<\/p>\n

\"\"Il tema \u00e8 analizzato attraverso una sezione di 10 collage, a base fotografica, con immagini di tralicci, pali della luce e scheletri di maxi affissioni, nei quali si stratificano elementi \u201cdi recupero\u201d legati allo scambio di parole: testi, indicazioni ed indirizzi di spedizioni. Un intrico di fili dorati, che da una parte intende rievocare la moltitudine di cavi e tralicci monchi, non pi\u00f9 funzionanti, infestanti di luoghi antropizzati di tutto il mondo e dall\u2019altra, ricordare l\u2019importanza e la ricchezza del messaggio.<\/p>\n

La seconda sezione della mostra presenta una serie di immagini dolenti ed evocative il cui scopo \u00e8 rappresentare visivamente quella sensazione generalmente conosciuta come \u201cmal d\u2019Africa\u201d. Una sorta di Carnet de Voyage che rievoca le esplorazioni dell\u2019artista in Sudafrica partendo da 6 piccole opere preparatorie (fatte di appunti, ricordi, oggetti, suggestioni cromatiche e materiali cartacei) che costituiscono le prime elaborazioni da cui nascono poi 12 paesaggi nei quali i colori sbiadiscono e i contorni si impastano grazie alla sovrapposizione in digitale di carte, pitture e bordi incompleti.<\/p>\n

\"\"Per arrivare a questa seconda parte della mostra occorre \u201cattraversare\u201d la sala passando in mezzo alla prima sezione, prestandosi cos\u00ec ad un esercizio di lettura attraverso la rivelazione dei processi che hanno portato alla loro realizzazione. Due trattamenti digitali diversi per due progetti indipendenti ma collegati da un\u2019unica foto presente in entrambi e presentati in un\u2019unica esposizione che si conclude, o trova il proprio baricentro, nel libro d\u2019artista in copia unica che racchiude le immagini di Displays and Powerlines in un unico leporello irregolare ricco di interventi manuali, collage e fili d\u2019oro. L’esposizione sar\u00e0 visitabile sino al 22 ottobre da marted\u00ec a sabato dalle 16 alle 19.<\/p>\n

 <\/p>\n

Note biografiche<\/strong>
\nAnna Giuntini nasce nel 1980 a Salutio, in provincia di Arezzo e ama definirsi, in poche parole, visual artist, mamma orgogliosa, musica-dipendente e collezionista di ricordi. Da piccola voleva fare la pittrice, e ha sempre coltivato un proprio modo di vedere le cose e l\u2019interesse nella ricerca sui mezzi espressivi. Ha studiato prima \u201cArte della Moda e del Costume Teatrale\u201d poi, una volta a Milano, illustrazione e fotografia all\u2019Istituto Europeo di Design.
\nDa qui \u00e8 approdata nel mondo della postproduzione fotografica e ha avuto la fortuna di vivere la transizione tra fotografia analogica e digitale collaborando col fotografo Giovanni Gastel. La sua produzione artistica assomma tutte queste esperienze in un mix di analogico e digitale, con l\u2019intento di rendere unico, mediante un intervento artigianale, ci\u00f2 che \u00e8 nato replicabile in serie. Il linguaggio espressivo di Anna \u00e8 fondamentalmente figurativo, ma con una nota preponderante a carattere evocativo e suggestivo dato dai diversi materiali utilizzati. La fotografia, il collage, la carta e gli inchiostri sono i mezzi pi\u00f9 ricorrenti del suo indagare ricordi, luoghi tempi ed emozioni. L\u2019oro, poi, ha da sempre una presenza rilevante nei suoi lavori.
\nCon incursioni nel mondo del Libro d\u2019Artista, Anna realizza costantemente piccole serie di autoproduzioni editoriali, affiancate a tirature, numerate e non, di stampe e collage.<\/p>\n

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