{"id":66647,"date":"2022-08-01T10:00:18","date_gmt":"2022-08-01T08:00:18","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=66647"},"modified":"2022-07-27T12:21:32","modified_gmt":"2022-07-27T10:21:32","slug":"real-art6-fa-tappa-a-monza","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/real-art6-fa-tappa-a-monza\/","title":{"rendered":"Real Art#6 fa tappa a Monza"},"content":{"rendered":"

\"\"Monza – Si svolger\u00e0 alla galleria Villa Contemporanea la nuova presentazione, con mostra, di REAL ART #6-2021, la pubblicazione-portfolio d\u2019arte a carattere benefico con opere uniche ed autografe di 14 artisti contemporanei. L’evento si svolger\u00e0 gioved\u00ec 8 settembre negli spazi di via Bergamo, alle 18, mentre la mostra sar\u00e0 visitabile fino il sabato 24 settembre.<\/p>\n

REAL ART, lo ricordiamo, \u00e8 il progetto artistico di Franco Crugnola, a cura di Monica Villa e Isabella Rigamonti, nato con l\u2019idea di realizzare annualmente una pubblicazione-portfolio con opere uniche e autografe di artisti contemporanei. L’edizione del volume #6, limitata a 130 copie (90 destinate alla diffusione), presenta lavori unici di: Elisa Cella, Enzo Esposito, Fernanda Fedi, Agostino Ferrari, Gaetano Fracassio, Giovanna Giachetti, Umberto Mariani Peter Hide 311065,Paola Pezzi, Isabella Rigamonti Francesco Riva, Giorgio Tentolini, Michele Tombolini e Giuseppe Veneziano.<\/p>\n

\"\"Il progetto ha saputo coinvolgere artisti, stampatori, editori, giornalisti uniti nel nome dell’arte e dalla solidariet\u00e0. Il ricavato infatti, come ogni anno andr\u00e0 a sostenere un\u2019associazione che opera senza fine di lucro sul territorio. Il volume originale e interdisciplinare coinvolge artisti anche molto differenti tra di loro, invitati a confrontarsi, rimanendo aderenti al loro percorso artistico, al concetto di serialit\u00e0 all\u2019interno di un lavoro \u201cunico\u201d, differente quindi per ogni volume. Ciascuno\u00a0 \u00e8 presente con una doppia pagina: un\u2019opera stampata ed una originale applicata, una sorta di piccolo museo su carta, che invita ad un rapporto anche tattile con il prodotto artistico.<\/p>\n

\"\"Real Art, gi\u00e0 nelle sue fasi embrionali, ha ottenuto grande sostegno da parte di sedi museali ed istituzionali, tanto da essere inserito all\u2019interno di un percorso itinerante tra alcune realt\u00e0 importanti della provincia. Il volume \u00e8 disponibile nei bookshop del Museo MA*GA di Gallarate, Museo Bodini di Gemonio, Museo Parisi Valle di Maccagno con Pino e Veddasca, Casa Museo Spazio Tadini di Milano, Galleria Villa Contemporanea di Monza, Museo Enrico Butti di Viggi\u00f9, spazio HEART \u2013 pulsazioni culturali- diVimercate, Showcases Gallery di Varese, al Front desk della Meeting Art di Vercelli e in tutte le maggiori fiere d\u2019arte italiane ed estere grazie a Biancoscuro Art Magazine di Pavia.\u00a0 A Sergio Mandelli, della galleria Mandelli Arte e \u201cPraline\u201d,\u00a0\u00a0 \u00e8 affidato il supporto video. Una lunga rassegna tra le istituzioni coinvolte presenta, in fasi alterne, il solo volume oppure il volume e le opere degli artisti coinvolti con importanti mostre e rassegne.<\/p>\n

Per avere REAL ART # 6 occorre fare una donazione minima di \u20ac. 100,00 all\u2019associazione U.N.I.T.A.L.S.I. SOTTOSEZIONE DI VARESE, LOC. BOSTO, ORATORIO SAN LUIGI, VICOLO MERA 2 – 21100 VARESE – IBAN IT47N0521610800000000083414 e successivamente ritirare la copia del volume nei bookshop o nei punti dedicati. (L\u2019offerta \u00e8 detraibile dalle tasse detraibile a norma art.14 D.L. 35\/2005).<\/p>\n

L’esposizione di Monza, alla galleria Villa Contemporanea, rimarr\u00e0 in calendario sino al 24 settembre e potr\u00e0 essere visitata nei seguenti orari: da marted\u00ec a sabato dalle 15 alle 19 e su appuntamento: www.villacontemporanea.it<\/p>\n

Biografie dei quattordici artisti<\/strong><\/p>\n

ELISA CELLA. Nata a Genova nel 1974, vive e lavora a Monza (MB).Si \u00e8 diplomata al liceo scientifico ed ha frequentato Matematica all\u2019Universit\u00e0 Statale di Milano. Ha iniziato a disegnare ad inchiostro su carta ai tempi dell\u2019universit\u00e0 e successivamente a dipingere. Pi\u00f9 di recente ha iniziato a lavorare ad installazioni e sculture, in metallo e plexiglas. Il suo lavoro si caratterizza formalmente con la costruzione di immagini partendo dalla ripetizione di cerchi di varie dimensioni: quando sono dipinti, sono cerchi fatti a mano libera, in cui il controllo e l\u2019imperfezione sono entrambi dati fondamentali. Le immagini che rappresenta sono di solito di ispirazione biologica e rimandano a considerazioni filosofiche e gnoseologiche. Il mistero e lo stupore per la bellezza, fusi con la ricerca della conoscenza, sono il motore del suo lavoro.<\/p>\n

ENZO ESPOSITO. Nasce a Benevento nel 1946, dal 1980 vive e lavora a Milano. Dopo una fase di maturazione in un clima di arte concettuale e di rigore formale, \u00e8 uno tra i primi artisti a intuire, alla fine degli anni \u201970, il ritorno alla pittura attraverso gli \u201cambienti\u201d. Al 1977 risalgono le prime installazioni, pitture eseguite direttamente sulle pareti delle gallerie, dove l\u2019imponenza del colore crea forti coinvolgimenti emozionali. In quegli anni il suo lavoro viene notato da Renato Barilli che inserisce Esposito nel gruppo dei \u201cNuovi Nuovi\u201d, coi quali negli anni \u201980 parteciper\u00e0 a numerose esposizioni collettive nei pi\u00f9 importanti musei internazionali. Il periodo successivo \u00e8 segnato da un espressionismo astratto fatto di accese luminosit\u00e0 e campiture sempre pi\u00f9 ampie e dilaganti. Le dimensioni quasi sempre monumentali delle sue opere servono all\u2019artista per sottolineare il valore oggettivo della pittura come esperienza impegnativa e totalizzante, tanto per chi la crea quanto per chi la osserva.<\/p>\n

FERNANDA FEDI. Vive ed opera a Milano. Studi artistici a Milano e Bologna (Laurea DAMS). Corsi di perfezionamento in Museologia e Museografia alla Facolt\u00e0 Architettura di Milano e in Arte Terapia alla Civica Scuola Pedagogica e Sociale del Comune di Milano. Il suo percorso artistico ed i suoi approfondimenti nel campo dei gruppi artistici degli anni 70, della donna-artista e dell\u2019arte terapia sono oggetto di studio per ricerche universitarie. Ha scritto il saggio \u201cCollettivi e gruppi artistici a Milano\u201d, \u201cIdeologie e percorsi 1968-1985\u201d Ed. Endas ed ha organizzato convegni e dibattiti su \u201cDonna Arte\u201d e \u201cCreativit\u00e0 e Terapia\u201d. Espone dal 1968 con presenze internazionali in Biennali e Quadriennali maturando una vasta bibliografia. La sua ricerca artistica partita negli anni Settanta dal Periodo Strutturale 1970-78 e attraversata da una ulteriore ricerca sull\u2019Idea di assenza 1979-82, \u00e8 approdata ormai da molti decenni su un approfondimento della scrittura-segno abbinata alla musica, alla poesia, alla scrittura arcaica minoica, micenea, etrusca, egizia… e soprattutto a tutte quelle scritture non ancora decodificate, tema di gran fascino per l\u2019artista: il non conoscibile, il non interpretabile. Valorizza e pone in evidenza il \u201cframmento\u201d, il \u201csegno spezzato\u201d elevandoli quali componenti essenziali del \u201ctutto\u201d siano essi aniconici, musicali o poetici.<\/p>\n

AGOSTINO FERRARI. Nasce a Milano nel 1938. Attratto fin dall’infanzia dal mondo dell\u2019arte, a ventuno anni decide di dedicarvisi completamente e nel 1961, con opere ancora legate ad una sfera naturalistica, inaugura la sua prima personale alla galleria Pater (Milano). Nel 1962 con gli artisti Vermi, Verga, Sordini e La Pietra, d\u00e0 vita al Gruppo del Cenobio che, pur essendo di breve durata, per Ferrari \u00e8 un’esperienza fondativa: inizia qui la ricerca sul Segno che caratterizza tutta la sua opera. Nel corso degli anni infatti il Segno viene declinato e indagato in molteplici modi: da un iniziale tratto scritturale si fa pi\u00f9 plastico, per diventare poi fisico, entrare in relazione con la superficie del quadro e fuoriuscirne (Teatro del Segno); si trasforma poi in forma e interagisce con il colore e con la psiche, infine si libera da sovrastrutture e arriva ad esprimersi nella sua totalit\u00e0. Numerose, a partire dagli anni \u201970, sono le esposizioni a livello nazionale ed internazionale. Agostino Ferrari vive e lavora a Milano.<\/p>\n

GAETANO FRACASSIO. \u201cUn apprendista stregone che divenne artista. Divenne il suo Io e la sua grande capacit\u00e0 di annusare il mondo restituendolo in sintesi metaforiche ed illusioniste. Un Io errante, emigrante, apolide. Un Io ospite pi\u00f9 che cittadino. Un Io appeso, incastrato, mascherato, loquace, subitaneo e mai colto in flagrante. Un fedele ed integerrimo propugnatore di s\u00e9 stesso in quanto medium. Un essere aperto e curioso del mondo, eppure tanto intimo e solitario, incatenato al senso dell\u2019\u201cio sono in quanto sento e faccio\u201d. Il suo nome \u00e8 Gaetano Fracassio, artista enfaticamente poliedrico; nato attraverso il cinema, la televisione e la fotografia; formatosi nella musica, gravitante nella scultura, intimo alla pittura.\u201d<\/p>\n

GIOVANNA GIACHETTI. E’ nata a La-Chaux des Fonds nel 1964. Ha trascorso tutta l\u2019infanzia in Nigeria, ha compiuto gli studi superiori in Svizzera, prima di frequentare l\u2019Accademia Albertina di belle arti a Torino. Successivamente ha trascorso ancora molto anni in Africa. Attualmente ha uno studio in Canavese e uno a Milano. Dalla creta, alla quale via via ha inserito sempre pi\u00f9 materiali di recupero, nel 2015 a seguito di un fortuito \u201cincontro\u201d con la lamiera, ha abbandonato la pratica del modellato per sperimentare esclusivamente la lavorazione della lamiera di ferro, fino ad ottenere vere e proprie installazioni fluttuanti nello spazio. Da ultimo arriva il lavoro tessile, aereo, sospeso, che fiorisce anch\u2019esso su di un materiale poverissimo e \u201cbrutto\u201d, perch\u00e9 l\u2019esigenza dell\u2019artista \u00e8 appunto quella di allargare lo sguardo verso dimensioni impreviste per recuperarle all\u2019arte, restituendo loro una possibilit\u00e0 di essere viste acquistando una dimensione nobile.<\/p>\n

UMBERTO MARIANI. (Milano 1936) Frequenta l\u2019Accademia di Brera diventando assistente di studio del suo maestro Achille Funi. Negli anni che vanno dal 1959 al 1965 Mariani collabora strettamente con il suo maestro per la realizzazione di numerose e grandiose decorazioni ad affresco. Collabora anche alla realizzazione della Pala d’altare di San Giuseppe nella Basilica di san Pietro a Roma (altare centrale del transetto di sinistra). Attraverso queste esperienze apprende la capacit\u00e0 di \u201clavorare in grande\u201d capacit\u00e0 utilizzata per tutti gli anni a seguire. A partire dal 1965 inizia ad esporre in numerose Gallerie private sia in Italia che all\u2019estero. Nei Piombi, le esperienze pi\u00f9 recenti, l’artista, conservando il tema a lui pi\u00f9 caro, ovvero il panneggio, fornisce un’idea stilizzata e geometrizzata di questo soggetto. Ora non \u00e8 pi\u00f9 la citazione fastosa e ridondante delle pieghe barocche, ma forme pi\u00f9 meditate suggeriscono una lettura pi\u00f9 pacata ed intima di questo tema che senza ombra di dubbio \u00e8 il pi\u00f9 diffuso ed universalmente trattato in tutti i tempi della storia dell’arte. Nei Piombi il panneggio ha perduto ogni forma veristica, si \u00e8 come cristallizzato in linee rette che sicuramente volgono ad affermare una visione pi\u00f9 idealistica, pi\u00f9 simbolica.<\/p>\n

PETER HIDE 311065. (Franco Crugnola) nasce a Varese nel 1965. Creativo di professione, concepisce e progetta con la moglie il primo e-book della storia nel 1992 (INCIPIT). Collabora nel campo del design con importanti aziende quali SWATCH e ALESSI e rilevanti aziende nel settore dell\u2019arredamento. La sua passione per l\u2019arte inizia negli anni \u201880 durante il suo \u201cgap year\u201d a NYC ove incontra e conosce i maestri della pop e della street art internazionale. Tornato in Italia inizia la sua carriera nel mondo dell\u2019arte come artista indipendente. \u00c8 il precursore (insieme a G. Colosimo e C. Pietroiusti) di quella corrente artistica di carattere globale (definita da Luca Beatrice in uno dei suoi ultimi saggi \u201cMONEY ART\u201d), che attraverso l\u2019uso sistematico di banconote nelle opere, utilizzate proprio come supporto-materia del lavoro, sonda il delicato rapporto tra societ\u00e0-economia, individuo-denaro, come “messaggio” di un malessere contemporaneo.<\/p>\n

PAOLA PEZZI. E’ nata a Brescia il 10 ottobre 1963, vive e lavora a Milano. Nei primi anni Ottanta si trasferisce a Milano, dove frequenta l\u2019Accademia di Belle Arti di Brera e segue, tra gli altri, i corsi di Zeno Birolli e di Luciano Fabro. Su invito di quest\u2019ultimo e di Jole De Sanna, nel 1985 partecipa con altri esordienti ad un\u2019esposizione negli spazi della Casa degli Artisti a Milano, alla quale seguiranno mostre collettive dell\u2019importanza del Premio Saatchi & Saatchi al Palazzo delle Stelline, sempre a Milano nel 1988, con il conseguente acquisto di pi\u00f9 opere, ora parte della celebre collezione londinese, di Examples. New italian art ai Riversides Studios, a Londra, e di FABBRICA, organizzata da Massimo Minini in un edificio industriale dismesso in via Apollonio a Brescia, entrambe nel 1989; o di Imprevisto, curata da Luciano Pistoi nel Castello di Volpaia a Radda in Chianti nel 1991. La sua prima esposizione personale ha luogo nel 1990, nella Galleria di Franco Toselli, a Milano dove, oltre alla partecipazione a numerose rassegne collettive, terr\u00e0 esposizioni individuali anche nel 1991,1994, 2004 e 2009. A partire dalla met\u00e0 degli anni Novanta, il procedere di Paola Pezzi \u00e8 segnato da importanti tappe, come la personale alla Galleria Nazionale d\u2019Arte Moderna a Roma nel 1995 e l\u2019acquisizione di alcuni lavori, oltre che dalla stessa Galleria Nazionale, da parte di Giuseppe Panza di Biumo, nonch\u00e9 dalla collaborazione con gallerie quali Micheline Szwajcer ad Anversa, Victoria Miro a Londra, Simonis aParigi, Toselli, Ca\u2019 di Fra , Cardi e Galleria Blu a Milano, Massimo Minini a Brescia, G7 a Bologna, Dina Car\u00f2la a Napoli e Martano a Torino.<\/p>\n

ISABELLA RIGAMONTI. Nasce nel 1969 e dopo gli studi artistici ed un esordio nel campo pittorico figurativo, inizia un percorso di sperimentazione artistica di natura percettiva informale con tecniche e materiali espressivi inconsueti, che la porta, nel tempo, ad avvicinarsi alla fotografia. L\u2019artista da anni utilizza un linguaggio artistico originale in cui la fotografia \u00e8 contaminata con il collage e rivolge la sua attenzione ad alcuni temi specifici. I suoi \u201cluoghi non luoghi\u201d, abitati da architetture e personaggi dove gli equilibri fra gli spazi mutevoli diventano, grazie all\u2019intervento artistico, aree di relazione e di immaginazione sorprendenti, ed i \u201criflessi\u201d, in cui l\u2019artista indaga le infinite possibilit\u00e0 che l\u2019architettura ha di essere specchio storico e sociale e generatrice di contesti urbani sempre nuovi. Negli ultimi anni ha intensificato la sua presenza nel settore artistico partecipando a numerose mostre personali e collettive in gallerie private e spazi museali. Diverse sue opere sono presenti in musei pubblici e collezioni private.<\/p>\n

FRANCESCO RIVA. Per gli amici Cecco \u00e8 nato a Bogno di Besozzo e trasferito dall\u2019et\u00e0 di 4 anni a Gemonio, e dalla maggiore et\u00e0 sono impegnato nella vita sociale del paese. “La mia passione \u00e8 la fotografia di reportage, raccontare con le immagini \u00e8 uno stato della mia personalit\u00e0, dove la ricerca di simboli, di luoghi, di suoni, di gesti di persone hanno un significato di bellezza, che appaga una esigenza creativa. Ho iniziato da ragazzo, con il regalo da parte dei miei genitori della prima macchina fotografica, laBencini Koroll II. Con la ricerca delle vecchie fotografie del paese, l’allestimento delle mostre di Gemonio nel tempo… e l’organizzazione di corsi di fotografia per le scuole la passione \u00e8 cresciuta. Ero un giovane presidente della Pro Loco e l’entusiasmo non mancava, in un periodo in cui la fotografia viveva uno dei momenti pi\u00f9 interessanti e creativi della sua storia recente. Da qualche anno sono diventato videoamatore, ho esposto in mostre fotografiche, ho partecipato come reporter ufficiale alla spedizione umanitaria dei clown-dottori di Ridere per Vivere nelle isole di Capo Verde. Ho conosciuto artisti, ho ascoltato storie di persone invisibili e le ho raccontate, ho stretto nuove amicizie e … non ho ancora finito.<\/p>\n

GIORGIO TENTOLINI. Nasce a Casalmaggiore (Cr) nel 1978. Dalla studiata sovrapposizione di ritagli su strati di rete metallica riemergono, con la consistenza di impalpabili visioni, le gradazioni chiaroscurali delle istantanee che lo scatto fotografico dell\u2019artista ha sottratto al frastuono mediatico della contemporaneit\u00e0: anatomie, volti di jeunes-filles e manichini, soggetti della statuaria classica e la struttura architettonica di appartamenti vuoti. Fin dai primi anni 2000 il suo approccio analitico alla visione lo porta suddividere l\u2019immagine in livelli di luminosit\u00e0, scanditi nell\u2019acetato, nel plexiglass, nella carta nelle reti in pvc e nel tulle. Le opere in rete metallica (2016-2021) rappresentano l\u2019apice di questa ricerca espressiva. Il gioco di intreccio, sfasatura e sovrapposizione dei moduli esagonali che compongono la maglia delle reti si trasforma nella trama percettiva attraverso la quale l\u2019occhio coglie i tratti distintivi del soggetto, strutturato dalla stratificazione delle zone di luce e ombra. Vincitore del Premio Nocivelli, del Premio Rigamonti nell\u2019ambito del Premio Arti Visive San Fedele di Milano, del Premio Paratissima Torino, l\u2019artista ha esposto a Londra, Berlino, Amsterdam, nel Principato di Monaco, in Grecia e negli Stati Uniti. Nel 2014 una sua opera entra nella collezione permanente del MAR di Ravenna. Nel 2018, come finalista del Premio Cairo, curato dalla rivista Arte, espone al Palazzo Reale di Milano.<\/p>\n

MICHELE TOMBOLINI. E’ nato nel 1963 e cresciuto a Venezia. Ha cominciato i suoi studi dell\u2019arte all\u2019Istituto Statale Arte di Venezia. Tombolini ha lavorato tra tante discipline artistiche diverse. I quadri \u2013 ad olio e mix media su canvas sono al centro del suo lavoro. Avendo con s\u00e9 un team di grafici e fotografi la sua sperimentazione varia da sculture video art collage installazioni video e fotografia pur mantenendo saldo il suo linguaggio, il suo messaggio e la sua riconoscibilit\u00e0. L\u2019aspetto sociale ha una posizione centrale per l\u2019arte di Tombolini, e per questo motivo lui definisce suo lavoro come Social Pop. Tombolini viene invitato alla 55\u00b0 Biennale di Venezia al Palazzo Bembo nel 2013 assieme ad artisti di fama mondiale, quali Hermann Nitsch, Yoko Ono, Roman Opalca, dove l\u2019artista veneziano presenta un \u2019installazione riguardo la violenza sulle donne. Nel 2015 Tombolini crea un\u2019installazione murales\u2013 Butterfly, a Berlino. Un\u2019installazione di 18×13 metri riguardante l’abuso dei minori nel Mondo. Questa installazione che fa parte del ciclo Indelible Marks \u00e8 visibile tuttora a Krossenerstrasse 36 Berlino, ma ci\u00f2 ‘che caratterizza l’opera \u00e8 l’utilizzo della realt\u00e0 aumentata. Tombolini \u00e8 rappresentato da molte gallerie internazionali e in Italia, Hong Kong, Miami e Oslo Londra, Milano Venezia. Nel 2019 durante la Biennale di Venezia installa il suo manichino “la mendicante” trasformato in una \u201cbarbona\u201d con la borsa griffata e lo posiziona a fare la carit\u00e0’ in centro storico per sensibilizzare la nuova povert\u00e0’. Nel 2020 applica la sua X alla bocca della migrante di Banksy (murales di San Pantalon a Venezia) per rafforzare il messaggio del grande artista street inglese.<\/p>\n

GIUSEPPE VENEZIANO. Nasce a Mazzarino (CL) il 22 febbraio del 1971. Si laurea in architettura nel 1996 presso l\u2019Universit\u00e0 di Palermo. Durante gli anni degli studi universitari collabora per diverse testate giornalistiche (Giornale di Sicilia, La Sicilia, Stilos). Parallelamente all\u2019attivit\u00e0 di architetto realizza dei fumetti per alcune case editrici (Paruzzo Editore, Il Capitello Editore). Dal 2000 al 2002 \u00e8 Direttore Didattico e Docente di Storia dell\u2019arte presso l\u2019Accademia di Belle Arti \u201cGiorgio de Chirico\u201d di Riesi. Dal 2002 si trasferisce definitivamente a Milano, dove attualmente vive, per dedicarsi all\u2019attivit\u00e0 di pittore e insegnante. Nel 2006 realizza la sua prima mostra importante nella Galleria \u201cLuciano Inga Pin\u201d a Milano. Nel 2007 partecipa alla VI Biennale di San Pietroburgo; nel 2008 \u00e8 tra i venti artisti invitati a rappresentare l\u2019ltalia alla mostra \u201cArt\u00e2thlos\u201d in occasione dei XXXIX Giochi Olimpici di Pechino; nel 2009 partecipa alla IV Biennale di Praga; Nel 2011 viene invitato al Padiglione Italia alla 54\u00aa Biennale di Venezia. Nel 2012 viene invitato alla Biennale d’Arte Contemporanea Italia-Cina, Villa Reale di Monza. Nel 2015 partecipa alla mostra \u201cTesori d’Italia\u201d, EXPO 2015, Milano. Dal 2016 insegna presso l’Accademia di Belle Arti \u201cAldo Galli\u201d di Como. Dalla critica e dalle riviste di settore \u00e8 riconosciuto come uno dei massimi esponenti della \u201cNew Popitaliana\u201d e del gruppo \u201cItalian Newbrow\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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