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Roma – Quanto la vita di Margaret Bourke- White, tra le pi\u00f9 importanti fotografe del secolo scorso, sia stata straordinaria lo testimonia la tenacia con la quale ha combattuto per oltre vent\u2019anni il morbo di Parkinson lavorando sino all\u2019ultimo con ogni mezzo possibile arrivando all\u2019uso della macchina da scrivere.<\/p>\n
Di tale insaziabile desiderio di comprendere se stessa e il mondo ne \u00e8 testimonianza \u201cPrima, donna\u201d, a cura di Alessandra Mauro, in corso al Museo di Roma in Trastevere.<\/p>\n
Le oltre cento immagini suddivise in undici capitoli tematici provenienti dall\u2019Archivio Life di New York, definiscono, in modo compiuto, il percorso professionale della fotografa statunitense.<\/p>\n
Nata a New York nel 1904, in giovane et\u00e0 si iscrive alla Columbia University dove apprende i primi rudimenti fotografici.<\/p>\n
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Dopo un matrimonio di breve durata, che la aveva allontanata dalla fotografia, si trasferisce a Cleveland dove apre uno studio fotografico. Inizia a farsi conoscere eseguendo sorprendenti scatti in ambito industriale.<\/p>\n
La grande occasione scatta nel 1929 quando l\u2019editore di Time, Henry Luce la vuole con s\u00e9 nella progettazione della rivista, sua sar\u00e0 la prima copertina nel 1936.<\/p>\n
Da quel momento in poi la carriera di Margaret Bourke – White sar\u00e0 inarrestabile.<\/p>\n
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L\u2019Europa le apre le porte anche a fronte della sua elegante figura, non disgiunta da volitiva intelligenza.<\/p>\n
Instancabile viaggiatrice arriver\u00e0 a Mosca in occasione delle ostilit\u00e0 tra URSS e Germania realizzando uno straordinario ritratto di Stalin presente in mostra accanto ad altri iconici scatti eseguiti sul fronte italiano nel corso della seconda guerra mondiale tra Napoli, Cassino e Roma.<\/p>\n
Sar\u00e0 la prima donna fotografo ad entrare nel campo di Buchenwald, momento evidenziato in mostra con immagini di grande formato cos\u00ec come il ritratto di Ghandi pochi giorni prima della sua morte.<\/p>\n
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Le ultime sezioni dell\u2019esposizione sono dedicate alla scoperta del Sud Africa dove la fotografa si reca al fine di documentare l\u2019assurdit\u00e0 dell\u2019apartheid.<\/p>\n
Tornata negli Stati Uniti unisce alle immagini un\u2019 inchiesta sulla decisione della Corte Suprema di mantenere la segregazione razziale nelle scuole.<\/p>\n
Notevole il passaggio dal bianco e nero al colore e la denuncia delle lotte civili nella comunit\u00e0 di colore per i diritti civili, dopodich\u00e9 ad iniziare dagli anni \u201950 lotter\u00e0 con tenacia contro la paralisi progressiva degli arti, riuscendo nonostante la malattia a portare a termine la sua biografia \u201cPortrait of Myself\u201d.<\/p>\n
Si spegner\u00e0 allo Stamford Hospital nel 1971 all\u2019et\u00e0 di 67 anni.<\/p>\n
\u201cPrima, donna. Margaret Bourke-White\u201d \u2013 Museo di Roma in Trastevere, Piazza S. Egidio 1b. Fino al 27 febbraio 2022. Orari: marted\u00ec – domenica 10-20 Biglietti: intero Euro 8,50, ridotto Euro 7,50.<\/p>\n
Mauro Bianchini<\/p>\n
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Roma – Quanto la vita di Margaret Bourke- White, tra le pi\u00f9 importanti fotografe del secolo scorso, sia stata straordinaria lo testimonia la tenacia con la quale ha combattuto per oltre vent\u2019anni il morbo di Parkinson lavorando sino all\u2019ultimo con ogni mezzo possibile arrivando all\u2019uso della macchina da scrivere. Di tale insaziabile desiderio di comprendere […]<\/p>\n","protected":false},"author":8,"featured_media":64382,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[56,12,64],"tags":[],"yoast_head":"\n