{"id":61755,"date":"2021-07-17T10:00:46","date_gmt":"2021-07-17T08:00:46","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=61755"},"modified":"2021-07-19T11:02:46","modified_gmt":"2021-07-19T09:02:46","slug":"federica-galli-la-signora-dellacquaforte","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/federica-galli-la-signora-dellacquaforte\/","title":{"rendered":"Federica Galli, la signora dell\u2019acquaforte"},"content":{"rendered":"
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Federica Galli<\/figcaption><\/figure>\n

Busto Arsizio<\/strong> –\u00a0 C\u2019\u00e8 tempo fino al 25 luglio per sfidare la calura di Milano e andare a vedere nella sciccosa via Sant\u2019Andrea, a palazzo Morando Attendolo Bolognini, la mostra cos\u00ec intitolata: \u201cFederica Galli green Grand Tour<\/em>\u201d.
\nFederica Galli<\/strong> noi di Busto e dell\u2019alto Milanese abbiamo potuto ammirarla quando esponeva le sue acqueforti in talune gallerie che allora facevano belle mostre e fin chiacchierare con lei, seduti intorno a un tavolo in certe serate dell\u2019Italiana Arte dove con Testori era di casa. Le sue incisioni non solo ci sono sempre piaciute, ma, di pi\u00f9, le abbiamo amate. Amate perch\u00e9 rappresentavano la nostra terra non in toni nostalgici, da ricerca del tempo perduto, bens\u00ec nella sua profonda e arcana bellezza che lei, la Federica, sapeva cogliere e ricreare in oggettivit\u00e0 insospettata. La ricreava non con la seduzione dei colori bens\u00ec con segni, tratti, solchi, brevi linee, graffi scrupolosamente incisi sulla lastra quasi sempre di grandi dimensioni, in un lavorio continuo e meticoloso, incerto nell\u2019esito finch\u00e8 il foglio ancora umido non appariva dopo il contatto con la lastra sotto la pressione forte del rullo.<\/p>\n

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Macerie a Milano<\/figcaption><\/figure>\n

A Milano la Galli arriv\u00f2 nel 1947, poco pi\u00f9 che bambina, da un paese della bassa padana, Soresina, per studiare, con scelta allora coraggiosa, al liceo artistico e all\u2019Accademia di Brera (si diplom\u00f2 con Carlo Carr\u00e0) e portava con s\u00e9 l\u2019essenza del mondo contadino ancora intatto della sua terra in una citt\u00e0 che si stava riprendendo con forza dai disastri della guerra (Toscanini aveva gi\u00e0 inaugurato la Scala ricostruita, un segno davvero indicativo della ripartenza). Lasciando i paesi della Bassa i suoi occhi, la sua mente e il suo cuore avevano fissato per sempre quei campi rigogliosi e floridi in estate, gelidi e silenziosi d\u2019inverno, quei boschi freschi e pieni di vita che pochi mesi dopo diventavano solo un intrico di rami contorti.<\/p>\n

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Cascina Mulino vecchio<\/figcaption><\/figure>\n

Sono stati appunto quelli dei boschi, delle lanche, delle cascine, di sovente quelle abbandonate e coperte d\u2019edera, dei sentieri e degli alberi – dai platani monumento della natura, alle snelle robinie e alle tenere betulle – i temi pi\u00f9 amati su cui l\u2019artista ha variato di continuo, mai un \u201cd\u00e9j\u00e0 vu\u201d, ma sempre una nuova e diversa prospettiva visiva, immancabilmente chiara e netta, banditi impressionismi ed espressionismi.<\/p>\n

Non fu comunque solo al paesaggio della campagna lombarda che la Galli si applic\u00f2. Altri, invero non numerosi, soggetti li affront\u00f2 sempre con l\u2019usuale, grande acutezza visiva e con le stesse armi: punteruoli, bulini e pennini, inchiostri\u2026 Cos\u00ec avvenne per la ormai \u201csua\u201d Milano, dove visse a fianco del marito, Giovanni Raimondi, capo redattore al Corriere; della citt\u00e0 riprese le macerie delle case bombardate ma anche le prospettive delle strade moderne, fiancheggiate da palazzoni squadrati e da cantieri e gru che sui suoi fogli non appaiono mai impoetici. Bandita anche qui ogni presenza dell\u2019uomo, le strade deserte vivono nel loro silenzio sospeso.<\/p>\n

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Venezia rio Ognissanti<\/figcaption><\/figure>\n

Silenzio e non presenza sono caratteristiche che si rinvengono anche nella serie di grande bellezza delle vedute di Venezia, la citt\u00e0 del colore, della vita, delle gondole che scivolano sui canali come si vedono nelle vedute del Canaletto o del Guardi. Lei imperterrita la coglie solo (solo?) in bianco e nero, eppure la magia della citt\u00e0 c\u2019\u00e8 tutta, altrettanto intensa. Pi\u00f9 di una veduta ne fa una visione: arcana e sommessa.<\/p>\n

Ecco questo \u00e8 il percorso dell\u2019arte di Federica Galli che si pu\u00f2 ammirare nelle sale al pianterreno di palazzo Morando. Pi\u00f9 che un percorso a me \u00e8 parso un canto tenero e sereno che ci accompagna lasciandoci alla fine un po\u2019 commossi. E, senz\u2019altro, grati.<\/p>\n

Giuseppe Pacciarotti<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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