![\"\"](\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Michelangelo_Pieta-300x249.jpg\")
tra la Fede dell’artista e qualcosa o qualcuno di spieituale, divino. Del resto se cos\u00ec non fosse, non potrebbero esistere capolavori come, ad esempio, “La Piet\u00e0” di Michelangelo e “Il Cristo morto” di Mantegna che, per il loro significato, spesso capita di vedere come simboli del periodo pasquale. Due artisti con stili e linguaggi diversi, scultore uno pittore l’altro ma che in comune hanno una straordinaria capacit\u00e0 di esprimere con le loro opere il messaggio evangelico molto di pi\u00f9 delle parole.\nLa prima” Piet\u00e0”, unica opera firmata da Michelangelo, si pu\u00f2 ammirare nella Basilica di San Pietro. L\u2019opera, in marmo, rappresenta Maria,seduta su una roccia del monte calvario con in grembo il corpo di Cristo deposto dalla croce. E’ morto ma come qualsiasi madre, ancora una volta lo vuole tenere tra le braccia. Immaginiamo la dimensione di un dolore cos\u00ec grande, straziante al quale \u00e8 difficile, per un essere umano, rassegnarsi. Un dolore che entra nella pelle e percorre tutto il corpo congelando sentimenti e sensi, spegnendo tutto ci\u00f2 che incontra. Indurisce anche i lineamenti, imbruttisce, invecchia. La Vergine Michelangelo non \u00e8 cos\u00ec: \u00e8 giovane e di una bellezza straordinaria. L’espressione del suo volto \u00e8 quella della rassegnazione e accettazione: il momento \u00e8 arrivato, ne era consapevole. Quella morte rappresenta solo la fine della vita terrena e l’inizio di qulcosa di pi\u00f9 grande, di un mondo altro. E Michelangelo ha voluto sottolinearlo con questa grazia che la traspone dalla dimensione
![\"\"](\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1pieta-mic-volto-Cristo-300x257.jpg\")
umana a quella divina. No, non sta piangendo. Il suo sguardo \u00e8 abbassato ma non diretto al Figlio che sorregge quasi avvolgendolo tra le sue vesti. Cristo \u00e8 abbandonato sulle sue gambe con il capo rivolto verso l\u2019alto.\nUn’opera, “La piet\u00e0” che rende Michelangelo il pi\u00f9 straordinario artista di tutti i tempi. Aveva solo 24 anni quando la realizz\u00f2: geniale nella potenza espressiva, nella perfezione anatomica e unico capace di fondere nella materia una cos\u00ec intensa spiritualit\u00e0.
\nDi tutt’altro impatto emotivo “Il Cristo morto” di Andrea Mantegna, (tela, cm 68×81, 1475 Milano -Pinacoteca di Brera) una delle opere pi\u00f9 sconvolgenti e rivoluzionarie della storia dell’arte. Mentre Michelangelo scolpisce una bellezza dolorosa dove Madre e Figlio diventano tutt’uno e si fondono in una visione divina, nel dipinto di Mantegna la scena assume un’espressione pi\u00f9 terrena, umana. Maria piange straziata dalla
![\"\"](\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Andrea_Mantegna_Cristo_morto_-300x249.jpg\")
disperazione. Ges\u00f9 morto \u00e8 adagiato su una lastra di marmo rosso, i piedi e le mani mostrano le ferite dei chiodi. Sul lato sinistro, con la Madre, altre due figure, che gli storici edentificano con San Giovanni e la Maddalena, soffrono e vegliano il corpo. Qui Maria \u00e8 molto pi\u00f9 adulta rispetto a quella di Michelangelo. Il suo volto \u00e8 solcato dalle rughe che segnano la disperazione. E’ una mamma, non v’\u00e8 consolazione….E, mentre si asciuga le lacrime con un fazzoletto non distoglie lo sguardo dal figlio che l’artista ritrae in scorcio, accentuando il senso drammatico dell’essere umano colpito a morte. Mantegna coinvolge nella scena l’osservatore rendendolo partecipe della sofferenza.\nNella “Piet\u00e0”, Michelangelo scolpisce nel Cristo, con la morte anche la sua divinit\u00e0. La mano di Maria aperta nel gesto di offert\u00e0 \u00e8 il dono all’umanit\u00e0 del figlio sacrifiacato per noi.
\nE. Farioli<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"