{"id":53901,"date":"2019-12-08T11:23:55","date_gmt":"2019-12-08T10:23:55","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=53901"},"modified":"2019-12-09T10:27:11","modified_gmt":"2019-12-09T09:27:11","slug":"davide-livermore-la-cultura-paga-sempre","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/davide-livermore-la-cultura-paga-sempre\/","title":{"rendered":"Davide Livermore: \u00abLa cultura paga sempre\u00bb"},"content":{"rendered":"

di Filippo Brusa<\/strong><\/p>\n

\"\"Il regista del momento \u00e8 Davide Livermore, classe 1966, torinese ma con origini inglesi (il nonno Roberto e il bisnonno Palmiro facevano i fantini ed erano di Newmarket \u2013 Suffolk). In teatro ha lavorato come scenografo, costumista, ballerino, sceneggiatore, attore e cantante, esibendosi anche al fianco di a Pavarotti e Domingo. Gi\u00e0 sovrintendente del Reina Sof\u00eda di Valencia, \u00e8 stato appena nominato direttore del Teatro Nazionale di Genova e, negli ultimi 12 mesi, ha avuto sempre i riflettori puntati su di s\u00e9, inaugurando, il 7 dicembre 2018, la Scala con l\u2019Attilia di Giuseppe Verdi, mettendo poi in scena, a Siracusa, Elena di Euripide e curando di nuovo la regia della prima milanese il giorno di Sant\u2019Ambrogio con Tosca, diretta da Riccardo Chailly.<\/p>\n

Livermore, inaugurare la Scala per due anni di fila \u00e8 toccato a pochi grandi come Luchino Visconti, Giorgio Strehler e Luca Ronconi. \u00c8 un privilegio raro, che assume ancora maggior valore e risalto perch\u00e9, a un anno dalla sua riuscitissima regia dell\u2019Attila di Verdi, ora c\u2019\u00e8 Tosca, mai rappresentata nella giornata di gala del 7 dicembre. Quali sensazioni?<\/b><\/p>\n

\u00ab\u00c8 un grandissimo onore e mi d\u00e0 ancora pi\u00f9 soddisfazione poterlo fare con questa opera perfetta, straordinaria a livello di narrazione, di Giacomo Puccini, compositore capace di compiere qualcosa di unico e irripetibile: \u201cinventare\u201d il cinema. Nella sua musica capiamo quando ci sono i primi piani, i movimenti di carrello, si vedono gli ambienti. Pensate all\u2019inizio dell\u2019opera: non siamo ancora nella chiesa di Sant\u2019Andrea della Valle ma siamo fuori, perch\u00e9 con, ritmo sincopato, noi vediamo un un uomo che fugge. A un certo punto s\u2019inginocchia, poi cerca in tasca una chiave, guarda la cancellata, si volta indietro. Quanta azione\u2026\u00bb.<\/p>\n

Che cosa l\u2019affascina della donna Tosca, che \u00e8 stata interpretata da Anna Netrebko?<\/b><\/p>\n

\u00abTosca \u00e8 una artista, una donna appassionata, innamorata e fedele al suo Cavaradossi (il ruolo \u00e8 stato affidato a Francesco Meli) per cui rifiuta il nobile Scarpia (impersonato da Luca Salsi), uomo elegante, probabilmente bello e potentissimo, che si crede Dio in terra. Per lei la fedelt\u00e0 e l\u2019amore sono valori assoluti\u00bb.<\/p>\n

Fra l\u2019Attila dello scorso anno e Tosca c\u2019\u00e8 stato un altro suo lavoro che \u00e8 balzato sulle prime pagine, diventando l\u2019evento teatrale pi\u00f9 significativo del 2019: Elena di Euripide, una delle tragedie pi\u00f9 irriverenti dell\u2019antichit\u00e0, il cui testo \u00e8 stato definito \u00abeterodosso\u00bb e \u00abdirompente\u00bb. \u00c8 stato lei a insistere per riportare in scena quest\u2019opera che non veniva rappresentata da decenni.<\/b><\/p>\n

\u00abS\u00ec e l\u2019ho fatto a Siracusa, in quel teatro che vide, pi\u00f9 di duemila e quattrocento anni fa, la messa in scena della Elena stessa. Calcare quell\u2019antico palcoscenico mi ha fatto vivere un\u2019esperienza meravigliosa, a livello artistico e umano. Quel teatro \u00e8 un luogo di militanza umana, dove si celebra l\u2019uomo con tutta la sua capacit\u00e0 di creare arte, comunicazione, emozione e bellezza. Siracusa \u00e8 un modello, allo stesso modo di Pesaro, il cui Rossini Opera Festival porta un\u2019indotto economico considerevole alla citt\u00e0. Ecco, mi \u00e8 bastato citare appena questi due esempi per sbugiardare quei ministri dell\u2019economia che hanno compiuto tagli clamorosi alla cultura, dicendo che con questa non si mangia. E invece ci sono fior di studi universitari che dimostrano come un euro investito dallo Stato in un territorio sulla cultura ritorna sette volte su quel territorio\u00bb.<\/p>\n

La tragedia di Euripide spiazza tutti con un prologo che mette in discussione la celeberrima storia di Elena e l\u2019evento a cui \u00e8 legata: la guerra di Troia.\u00a0<\/span><\/b><\/p>\n

\u00abEsatto, Euripide ci regala subito un coup de th\u00e9\u00e2tre che nessuno si aspetterebbe mai. Elena si presenta dicendo: \u00abVi ricordate l\u2019evento bellico pi\u00f9 sconvolgente della storia antica, causato da me? Beh, quella che \u00e8 andata a Troia non ero io, moglie di Menelao, ma un fantasma vestito di cielo\u00bb [al verso 34 \u00e8 scritto \u00ab\u03b5\u1f34\u03b4\u03c9\u03bb\u03bf\u03bd \u1f14\u03bc\u03c0\u03bd\u03bf\u03c5\u03bd \u03bf\u1f50\u03c1\u03b1\u03bd\u03bf\u1fe6\u00bb, \u00abun fantasma dotato di respiro, fatto con un pezzo di cielo\u00bb]. Ecco, questo prologo sdogana il fatto che, molte volte, abbiamo voglia di inventarci una vita mai avuta e mai vissuta ed \u00e8 bellissimo poter pensare di poterlo fare qualche volta, perch\u00e9 \u00e8 una presa di coscienza ancora pi\u00f9 forte di quella che \u00e8 la realt\u00e0. A volte, abbiamo bisogno di raccontarci delle palle, delle frottole, delle \u201caltre verit\u00e0\u201d per guardare da distante la nostra vita e poi riprendercela, con tutto il suo dolore\u00bb.<\/p>\n

Al verso 449, Euripide fa parlare Menelao, il non pi\u00f9 potente re di Sparta, marito di Elena: spodestato, ridotto a un profugo coperto di stracci, bussa al palazzo di Teoclimeno, re dell\u2019Egitto e una vecchia serva gli dice: \u00abNon c\u2019\u00e8 posto qui per te\u00bb. Menelao allora risponde: \u00abN\u03b1\u03c5\u03b1\u03b3\u1f78\u03c2 \u1f25\u03ba\u03c9 \u03be\u03ad\u03bd\u03bf\u03c2, \u1f00\u03c3\u03cd\u03bb\u03b7\u03c4\u03bf\u03bd \u03b3\u03ad\u03bd\u03bf\u03c2\u00bb, cio\u00e8 \u00abSono naufrago, straniero e inviolabile\u00bb. In questo passaggio decisivo, Euripide ribadisce con forza un principio etico fondamentale della cultura classica alle basi della civilt\u00e0 occidentale: il valore sacro dell\u2019ospitalit\u00e0. Anche lei ha voluto riaffermalo nella sua messa in scena, compiendo per\u00f2 una forzatura sul testo originale, per ragioni legate all\u2019attualit\u00e0.<\/b><\/p>\n

\u00abAbbiamo pensato a una micro forzatura nella meravigliosa traduzione del professor Walter Lapini. Nel momento in cui Menelao invocava il diritto, sacro, dell\u2019ospitalit\u00e0 di un naufrago, la vecchia lo guardava e diceva: \u00abQui da noi i porti sono chiusi\u00bb. Seguiva, da parte del pubblico, un applauso di solidariet\u00e0 e di contrasto potente con quello che, evidentemente, \u00e8 stato uno dei momenti pi\u00f9 bassi della Repubblica italiana. E pensare che quarant\u2019anni fa le navi della nostra Marina Militare erano andate dall\u2019altra del mondo per raccogliere migliaia di civili vietnamiti scappati dal regime comunista di Hanoi: uomini, anziani, donne e bambini, respinti dagli stati confinanti, aggrappati a scialuppe fradice, sbattuti tra le onde del Mar Cinese Meridionale, in preda a burrasche e pirati. Non esistono mai persone di serie A o di serie B ma solo esseri umani\u00bb.<\/p>\n

\u00c8 lei il regista del momento, come dimostra anche la sua recente nomina a direttore del Teatro Nazionale di Genova, che ha suscitato per\u00f2 anche qualche polemica. Ci spieghi che cosa \u00e8 successo.<\/b><\/p>\n

\u00abA Genova c\u2019\u00e8 stata una manifestazione di interesse internazionale finalizzata all\u2019individuazione del direttore del Teatro Nazionale e il consiglio di amministrazione ha ritenuto che chi aveva partecipato a questo concorso non era in linea con i propri \u201cdesiderata\u201d.
\nHo ricevuto, pochi giorni prima della mia nomina, una telefonata, c’\u00e8 stato poi un incontro a Milano con un paio di membri del consiglio di amministrazione e quello che mi hanno prospettato \u00e8 di gestire una vera eccellenza italiana. Il Nazionale di Genova \u00e8 il secondo teatro d\u2019Italia nella prosa, dopo il Piccolo di Milano, ma vanta la prima scuola d\u2019Italia, quella da cui escono i pi\u00f9 grandi attori italiani.
\nIo credo che il teatro pubblico abbia la forza di cambiare la qualit\u00e0 della vita delle persone e io l’ho potuto verificare su di me, da ragazzo, da fruitore di teatro fatto in una certa maniera.
\nPoi mi sono ritrovato a gestire il Baretti di Torino, teatro che ha ridato letteralmente vita al quartiere di San Salvario, offrendo agli abitanti di quella zona critica un luogo di incontro per parlare e confrontarsi. Grazie alla cultura il quartiere \u00e8 rinato anche economicamente: i ristoranti hanno ritrovato i clienti, gli appartamenti hanno raddoppiato il loro valore. La cultura paga. Eccome\u00bb.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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