{"id":53769,"date":"2019-11-28T11:49:18","date_gmt":"2019-11-28T10:49:18","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=53769"},"modified":"2019-11-28T11:49:18","modified_gmt":"2019-11-28T10:49:18","slug":"i-capolavori-del-legno-splendono-a-bologna","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/i-capolavori-del-legno-splendono-a-bologna\/","title":{"rendered":"I capolavori del legno splendono a Bologna"},"content":{"rendered":"

\"\"Pu\u00f2 dirsi un fenomeno di recente affermazione il rinnovato interesse verso la scultura lignea italiana, ai cui aspetti materiali e tecnici \u00e8 a lungo mancato, nella storiografia artistica, un pieno riconoscimento di dignit\u00e0 critica. In un quadro di riferimento segnato, in particolare per il patrimonio artistico prodotto nel XII e XIII secolo, da una rarefazione delle opere causata dalla deperibilit\u00e0 del materiale e dalla progressiva trasformazione delle immagini al variare dei canoni estetici, segna un importante momento di ricognizione la mostra Imago splendida. Capolavori di scultura lignea a Bologna dal Romanico al Duecento<\/i><\/b>, <\/i>visibile al Museo Civico Medievale di Bologna<\/b> dal 23 novembre 2019 all\u20198 marzo 2020<\/b>.\u00a0<\/span><\/p>\n

Promossa dai Musei Civici d\u2019Arte Antica \u2013 Istituzione Bologna Musei<\/b>, l\u2019esposizione curata da Massimo Medica<\/b> e Luca Mor<\/b> approfondisce l\u2019affascinante e ancora poco studiata produzione scultorea lignea a Bologna tra XII e XIII secolo<\/b>, restituendone una rilettura aggiornata a distanza di quasi vent\u2019anni dalla grande esposizione Duecento. Forme e colori del Medioevo a Bologna<\/i> organizzata nell\u2019ambito di \u201cBologna2000 Citt\u00e0 Europea della Cultura\u201d, dove una specifica sezione rappresentava lo spazio del sacro attraverso opere inerenti l\u2019iconografia sacra bolognese. Grazie alla collaborazione della Curia Arcivescovile di Bologna<\/b> e della Fondazione Giorgio Cini di Venezia<\/b>, e con il patrocinio di Alma Mater Studiorum \u2013 Dipartimento delle Arti<\/b>, il progetto si configura come esito espositivo di una sedimentata ricerca filologica e documentaria, che consente di fissare una nuova tappa verso la comprensione dei modelli di riferimento nel contesto figurativo della Bologna altomedievale.\u00a0<\/span><\/p>\n

Il nucleo principale della mostra, allestita nella Sala del Lapidario, si compone delle testimonianze pi\u00f9 rappresentative della produzione plastica superstite nella citt\u00e0: tre croci intagliate di proporzioni monumentali<\/b> appartenenti alla variante iconografica del Christus Triumphans <\/i>che vince <\/i>la morte, per la prima volta eccezionalmente riunite insieme.\u00a0<\/span><\/p>\n

La comparazione ravvicinata dei manufatti offre in visione tangenze e analogie, sul piano della sintassi formale e tecnica, che rendono congetturabile l\u2019ipotesi di <\/b>un\u2019inedita attribuzione <\/b>a un\u2019unica bottega, credibilmente di area alpina sudtirolese \u2013 il cosiddetto Maestro del Crocefisso Cini<\/b> \u2013 in una fase temporale compresa tra il 1270 e il 1280. Si tratta del Crocefisso <\/b>conservato nelle Collezioni Comunali d\u2019Arte di Bologna<\/b>, riallestito nel corso del XIV secolo su una croce duecentesca dipinta da Simone dei Crocifissi, dell\u2019ancora poco conosciuto <\/b>Crocefisso proveniente dalla basilica di Santa Maria Maggiore a Bologna<\/b> e, infine, del Crocefisso pervenuto alla raccolta d\u2019arte della Fondazione Giorgio Cini di Venezia<\/b>.\u00a0<\/span><\/p>\n

A integrazione esterna della mostra, in un ideale percorso diffuso in citt\u00e0, va inoltre considerata la maestosa Crocefissione<\/i> scolpita situata nella Cattedrale di San Pietro<\/b>, di cui in mostra viene elaborata la ricostruzione sull\u2019antico pontile attraverso un video<\/b> in 3D a cura di Fabio Massaccesi e CINECA, in collaborazione con SAME Architecture.\u00a0<\/span><\/p>\n

\"\"Rispetto al numero limitato di crocefissi scolpiti duecenteschi superstiti, quelli dipinti con la stessa iconografia del Christus Triumphans<\/i> risultano essere documentati a Bologna da svariati esempi, quasi tutti collegabili ad un contesto strettamente mendicante, e in particolar modo francescano. Un confronto tra le due produzioni, scultorea e pittorica, viene proposto nel percorso di visita dall\u2019esposizione di una Croce dipinta<\/b>, con due figure di Dolenti, attribuita a Pittore giuntesco<\/b>, databile al settimo decennio del XIII secolo, conservata alle Collezioni Comunali d\u2019Arte di Bologna.\u00a0<\/span><\/p>\n

Muovendo dalla ricerca avviata nel 2003 da un contributo critico di Luca Mor, la rete di relazioni stilistiche omogenee che la mostra traccia viene resa pi\u00f9 chiaramente leggibile dai dati diagnostici sugli intagli, ricavati dagli interventi di restauro<\/b> su due delle opere esposte. Per il Crocefisso collocato nella navata destra della basilica di Santa Maria Maggiore,appena riaperta dopo la chiusura per gli ingenti danni causati dal terremoto nel 2012, l\u2019intervento \u00e8 stato appositamente programmato in vista della presente occasione espositiva. Risale invece al 2011 l\u2019azione conservativa eseguita da Giovanna Menegazzi e Roberto Bergamaschi sul precario stato del Crocefisso acquistato dal conte Vittorio Cini, in origine ubicato nel vestibolo antistante il refettorio palladiano del Convento di San Giorgio Maggiore, che, di fatto, trova al Museo Civico Medievale di Bologna la prima occasione di adeguata valorizzazione espositiva.\u00a0<\/span><\/p>\n

Oltre a rendere noti i preziosi dati di restauro e approfondire il tema dello spazio liturgico a Bologna tra XII e XIII secolo, il percorso espositivo consente anche di misurare in dettaglio gli originalissimi effetti della rinascenza gotica sul genere della plastica lignea in rapporto alle arti preziose, che in citt\u00e0 conobbero una straordinaria intensit\u00e0 di circolazione. Il dialogo fra le tecniche viene testimoniato dalla presenza di preziosi codici miniati <\/b>e raffinati oggetti liturgici<\/b>.\u00a0<\/span><\/p>\n

LE FOTO SONO DI GIORGIO BIANCHI \u2013 COMUNE DI BOLOGNA<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Pu\u00f2 dirsi un fenomeno di recente affermazione il rinnovato interesse verso la scultura lignea italiana, ai cui aspetti materiali e tecnici \u00e8 a lungo mancato, nella storiografia artistica, un pieno riconoscimento di dignit\u00e0 critica. 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