<\/p>\n
<\/iframe><\/p>\n<p><img decoding=\"async\" loading=\"lazy\" class=\"wp-image-51103 alignleft\" src=\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Villa-Carlotta-immagine-300x200.gif\" alt=\"\" width=\"242\" height=\"161\" srcset=\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Villa-Carlotta-immagine-300x200.gif 300w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Villa-Carlotta-immagine-768x512.gif 768w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Villa-Carlotta-immagine-696x464.gif 696w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Villa-Carlotta-immagine-630x420.gif 630w\" sizes=\"(max-width: 242px) 100vw, 242px\" \/>Busto A. – Manca una manciata di giorni all’apertura della mostra “Splendori del Settecento sul lago di Como: Villa Carlotta e i marchesi Clerici” allestita nelle sale della suggestiva dimora che, con il suo museo e il giardino botanico, viene definita un gioiello del lago di Como. La prestigiosa esposizione, che verr\u00e0 inaugurata sabato 22 giugno (alle 11), illustrer\u00e0 la storia della villa e dei proprietari, i marchesi Clerici, mercanti di lana e seta. Il percorso si snoda attraverso dipinti e stampe che ricostruiscono le vicende a partire dalla costruzione del palazzo, fine Seicento, sino alla vendita al collezionista Giovanni Battista Sommariva, avvenuta nel 1801.<br \/>\nIn occasione della mostra alcuni dipinti, in particolare tre, risalenti al Seicento, tornano in villa dopo essere stati per lungo tempo depositati nella parrocchia di Tremezzo. Come si<img decoding=\"async\" loading=\"lazy\" class=\" wp-image-51105 alignright\" src=\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1isa-cat-300x190.gif\" alt=\"\" width=\"204\" height=\"129\" \/> pu\u00f2 immaginare le condizioni delle tele, eseguite da tre grandi artisti del periodo, rispettivamente Legnanino, Filippo Abbiati e Paolo Cazzaniga, hanno richiesto interventi di recupero. Cos\u00ec come necessitavano di restauro le due tele alle quali ha lavorato la restauratrice Isabella Pirola, che abbiamo incontrato nel suo laboratorio. Sono i ritratti di Giorgio e Anton Giorgio Clerici, due figure di rilievo del nobile casato, opere che appartengono al percorso della mostra.<\/p>\n<p><strong>Gli interventi di restauro<\/strong><\/p>\n<figure id=\"attachment_51108\" aria-describedby=\"caption-attachment-51108\" style=\"width: 122px\" class=\"wp-caption alignleft\"><img decoding=\"async\" loading=\"lazy\" class=\"wp-image-51108\" src=\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Giorgio-Clerici-PRE-180x300.gif\" alt=\"\" width=\"122\" height=\"204\" srcset=\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Giorgio-Clerici-PRE-180x300.gif 180w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Giorgio-Clerici-PRE-768x1279.gif 768w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Giorgio-Clerici-PRE-615x1024.gif 615w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Giorgio-Clerici-PRE-696x1159.gif 696w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Giorgio-Clerici-PRE-252x420.gif 252w\" sizes=\"(max-width: 122px) 100vw, 122px\" \/><figcaption id=\"caption-attachment-51108\" class=\"wp-caption-text\">Giorgio Clerici, prima del restauro<\/figcaption><\/figure>\n<figure id=\"attachment_51107\" aria-describedby=\"caption-attachment-51107\" style=\"width: 135px\" class=\"wp-caption alignright\"><img decoding=\"async\" loading=\"lazy\" class=\"wp-image-51107\" src=\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Anton-Giorgio-Clerici-PRE-238x300.gif\" alt=\"\" width=\"135\" height=\"170\" srcset=\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Anton-Giorgio-Clerici-PRE-238x300.gif 238w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Anton-Giorgio-Clerici-PRE-768x969.gif 768w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Anton-Giorgio-Clerici-PRE-696x878.gif 696w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Anton-Giorgio-Clerici-PRE-333x420.gif 333w\" sizes=\"(max-width: 135px) 100vw, 135px\" \/><figcaption id=\"caption-attachment-51107\" class=\"wp-caption-text\">Anton Giorgio Clerici, prima del restauro<\/figcaption><\/figure>\n<p>” Entrambe le tele – spiega la restauratrice- presentavano criticit\u00e0 conservative abbastanza importanti. Un’ opera, proveniente dall\u2019ospedale Maggiore di Milano eseguita dal ritrattista Giuseppe Rivolta (documentato nel 1736), raffigura Giorgio, fondatore della Villa; l’altra, di propriet\u00e0 privata, ritrae Anton Giorgio, personaggio di particolare rilevanza ricordato per aver commissionato a Tiepolo l’affresco nella galleria di Palazzo Clerici a Milano. Gli intereventi eseguiti su questo dipinto sono stati soprattutto di manutenzione straordinaria in quanto lo stato di conservazione non presentava gravi danni. Quindi, una volta asportate le vernici ingiallite che non consentivano la lettura dell’opera, sono state reintegrate le piccole lacune. La pulitura ha consentito che venissero messi in risalto alcuni particolari interessanti come il “Toson d’oro”, (onorificenza che conferiva un importante merito) di cui era stato insignito, ora evidente sull’elegante abito”.<br \/>\nPi\u00f9 complesso e lungo il lavoro di recupero sul ritratto di Giorgio. “E’ un dipinto che negli anni ha subito numerosi interventi di restauro. – prosegue Pirola – Presentava tagli e lacerazioni ma soprattutto era completamente ricoperto da spessissimi protettivi e vernici, ingiallite e ossidate che impedivano la lettura. In particolar modo, nella parte della scritta (in basso a destra), non si sa per quale motivo, due parole erano state coperte e cancellate da una ridipintura a olio. Nel corso dei lavori, in accordo con la soprintendenza, sono state recuperate ed ora sono leggibili. Asportando gli strati non originali presesnti sopra la pellicola pittorica, sono inoltre emersi i valori cromatici e la luminosit\u00e0 originali. Un lavoro di grande soddisfazione!”.<\/p>\n<p><strong>Spesso, nel suo studio, capitano opere firmate da maestri che hanno segnato la storia dell\u2019arte. Cosa si prova, a “mettere” mano a questi lavori?<\/strong><\/p>\n<figure id=\"attachment_51109\" aria-describedby=\"caption-attachment-51109\" style=\"width: 150px\" class=\"wp-caption alignleft\"><img decoding=\"async\" loading=\"lazy\" class=\"wp-image-51109\" src=\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/Hayez-Lultimo-bacio-di-Romeo-a-Giulietta-220x300.jpg\" alt=\"\" width=\"150\" height=\"205\" srcset=\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/Hayez-Lultimo-bacio-di-Romeo-a-Giulietta-220x300.jpg 220w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/Hayez-Lultimo-bacio-di-Romeo-a-Giulietta-768x1049.jpg 768w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/Hayez-Lultimo-bacio-di-Romeo-a-Giulietta-749x1024.jpg 749w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/Hayez-Lultimo-bacio-di-Romeo-a-Giulietta-696x951.jpg 696w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/Hayez-Lultimo-bacio-di-Romeo-a-Giulietta-1068x1459.jpg 1068w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/Hayez-Lultimo-bacio-di-Romeo-a-Giulietta-307x420.jpg 307w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/Hayez-Lultimo-bacio-di-Romeo-a-Giulietta-1920x2624.jpg 1920w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/Hayez-Lultimo-bacio-di-Romeo-a-Giulietta.jpg 2048w\" sizes=\"(max-width: 150px) 100vw, 150px\" \/><figcaption id=\"caption-attachment-51109\" class=\"wp-caption-text\">Hayez, Lultimo bacio di Romeo a Giulietta<\/figcaption><\/figure>\n<p>“Ho avuto l’onore di lavorare a un’altra opera importante, uno dei famosi baci di Hayez, il primo eseguito dall’artista, esposto recentemente alla mostra del Romanticismo alle Gallerie d\u2019Italia a Milano, da poco terminata. Questo dipinto, tra l’altro appartiene alla collezione permanente di Villa Carlotta a Tremezzino. Un altro importante lavoro sul quale sono intervenuta \u00e8 di Roberto Venturi: un’opera eseguita nel 1870, di propriet\u00e0 della Pinacoteca di Brera, che apriva il percorso espositivo della recente mostra dedicata ad Antonello da Messina a Palazzo Reale. E’ stato scelto perch\u00e9 era un valido rimando a come veniva visto, in quell’epoca, Antoni<\/p>\n<figure id=\"attachment_51110\" aria-describedby=\"caption-attachment-51110\" style=\"width: 222px\" class=\"wp-caption alignright\"><img decoding=\"async\" loading=\"lazy\" class=\"wp-image-51110\" src=\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Roberto-Venturi-mostra-Antonello-300x244.gif\" alt=\"\" width=\"222\" height=\"180\" srcset=\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Roberto-Venturi-mostra-Antonello-300x244.gif 300w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Roberto-Venturi-mostra-Antonello-768x624.gif 768w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Roberto-Venturi-mostra-Antonello-696x566.gif 696w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1Roberto-Venturi-mostra-Antonello-517x420.gif 517w\" sizes=\"(max-width: 222px) 100vw, 222px\" \/><figcaption id=\"caption-attachment-51110\" class=\"wp-caption-text\">RobertoVenturi, 1870<\/figcaption><\/figure>\n<p>o di Giovanni de Antonio (nome originale del grande pittore siciliano), oltre ad essere stata una nota divertente per l’atmosfera e il contenuto rappresentati. Raffigura, infatti, Giovanni Bellini che, nello studio di Venezia, spia il maestro da Messina cercando di carpire i segreti sulla sua pittura a olio. Avere il privilegio di lavorare a opere cos\u00ec importanti \u00e8 senza dubbio una grande responsabilit\u00e0 che mi d\u00e0 l’opportunit\u00e0 di crescere professionalmente per le problematiche conservative che si devono affrontare e risolvere”.<\/p>\n<p>E. Farioli<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"<p> Busto A. – Manca una manciata di giorni all’apertura della mostra “Splendori del Settecento sul lago di Como: Villa Carlotta e i marchesi Clerici” allestita nelle sale della suggestiva dimora che, con il suo museo e il giardino botanico, viene definita un gioiello del lago di Como. 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