{"id":50088,"date":"2019-04-06T13:50:34","date_gmt":"2019-04-06T11:50:34","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=50088"},"modified":"2019-10-02T12:20:50","modified_gmt":"2019-10-02T10:20:50","slug":"abitare-il-paesaggio-al-festival-fotografico-europeo-si-ridiscutono-gli-spazi-del-vivere","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/abitare-il-paesaggio-al-festival-fotografico-europeo-si-ridiscutono-gli-spazi-del-vivere\/","title":{"rendered":"Abitare il paesaggio al Festival Fotografico Europeo"},"content":{"rendered":"<p><iframe loading=\"lazy\" width=\"696\" height=\"392\" src=\"https:\/\/www.youtube.com\/embed\/1DKkex5SAaY?feature=oembed&#038;enablejsapi=1&#038;origin=https:\/\/www.artevarese.com\" frameborder=\"0\" allow=\"accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture\" allowfullscreen><\/iframe><\/p>\n<p><span style=\"font-weight: 400;\">La conferenza \u00e8 stata l&#8217;occasione per parlare della mostra in corso al Castello di Masnago dove,\u00a0<\/span><span style=\"font-weight: 400;\">attraverso il lavoro di cinque autori, la fotografia affronta <\/span><b>il tema del paesaggio, tra passato e presente, <\/b><span style=\"font-weight: 400;\">suggerendo spunti di riflessione sulle dinamiche sociali dettate dal contesto di vita e di lavoro<\/span><b>. Ne esce un mosaico di esperienze che dalle periferie giungono agli insediamenti industriali, mettendo al centro il tema della bellezza<\/b><span style=\"font-weight: 400;\">, spesso negata dalle circostanze. <\/span><\/p>\n<p><span style=\"font-weight: 400;\">Sono intervenuti gli artisti stessi, moderati dal fotografo <\/span><b>Paolo Mazzo<\/b><span style=\"font-weight: 400;\">, autore di progetti fotografici a sfondo sociale o urbano, e dall&#8217;architetto e designer<\/span><b> Jacopo Pavesi.<\/b><\/p>\n<p><span style=\"font-weight: 400;\">Per<\/span><b> Vito Leone, <\/b><span style=\"font-weight: 400;\">presente con<\/span> <b><i>Periferie umane Taranto, i paesaggi intorno alla fabbrica,<\/i><\/b> <span style=\"font-weight: 400;\">il soggetto della ricerca fotografica sono le aree adiacenti all&#8217;Ilva di Taranto Nei suoi scatti, ci sono i paesaggi urbani dei quartieri Tamburi, Paolo VI, Porta Napoli di Taranto, ma anche zone \u00a0industriali oggi abbandonate: <\/span><b>L&#8217;occhio del fotografo, &#8216;vicino&#8217; a questi ambienti, perch\u00e9 familiari, cerca di trasformare la bruttezza e la brutalit\u00e0 degli stessi in bellezza <\/b><span style=\"font-weight: 400;\">in un tentativo<\/span> <span style=\"font-weight: 400;\">artistico di conferire dignit\u00e0 alla periferia industriale, alle aree suburbane vicine alla fabbrica<\/span><b>. <\/b><span style=\"font-weight: 400;\">E&#8217; un lavoro fotografico che corre su un doppio binario. Il primo, oggettivo, \u00e8 quello delle linee e delle forme, del &#8216;senso geometrico&#8217; del paesaggio, caro alla corrente minimalista; l&#8217;altro, soggettivo, \u00e8 quello filtrato dall&#8217;occhio umano, che in quegli scorci vede, pur nella loro desolazione, umanit\u00e0 e dignit\u00e0.<\/span><\/p>\n<p><span style=\"font-weight: 400;\">Lo studio di Vito Leone parte dal minimalismo degli anni &#8217;70 e giunge al modo di fotografare i paesaggi urbani ed industriali che fu di Basilico, della scuola tedesca dei Becher. Un tipo di fotografia apparentemente fredda, a volte priva della presenza umana, di cui si percepisce solo il passaggio o la presenza, cos\u00ec come la \u201cFabbrica\u201d \u00e8 sempre presente in modo incombente anche se non si vede.<\/span><\/p>\n<p>&nbsp;<\/p>\n<p><span style=\"font-weight: 400;\">Attualissimo il lavoro<\/span><b> di Michele Guyot Bourg: <\/b><b><i>Genova, Ponte Morandi. Vivere sotto una cupa minaccia. <\/i><\/b><span style=\"font-weight: 400;\">Oggi questo <\/span><i><span style=\"font-weight: 400;\">corpus<\/span><\/i><span style=\"font-weight: 400;\"> di immagini scattate alla fine degli anni &#8217;80,primi &#8217;90 rappresenta la memoria storica del vivere quotidiano delle persone residenti nel luogo in cui \u00e8 accaduta la tragedia del Ponte Morandi. \u201cQuesto lavoro \u00e8 nato per caso anche se era da tempo che cercavo un argomento per poter far \u201cvedere\u201d anzich\u00e9 \u201cguardare\u201d un aspetto poco noto della mia citt\u00e0: mi trovavo a Quezzi, quartiere periferico, quando un rumore, simile a tuoni in lontananza, ha attratto la mia attenzione: erano i giunti del ponte che avevo sopra la testa al passaggio dei mezzi. <\/span><b>Da l\u00ec \u00e8 nata l&#8217;idea di sviluppare una ricerca sulle persone che vivevano a ridosso dell&#8217;autostrada che cinge la citt\u00e0. Quattro anni di lavoro che mi hanno arricchito sia come fotografo ma pi\u00f9 ancora come uomo<\/b><span style=\"font-weight: 400;\">\u201d. <\/span><\/p>\n<p>&nbsp;<\/p>\n<p><span style=\"font-weight: 400;\">Con <\/span><b><i>Cento case popolari <\/i><\/b><b>Fabio Mantovani<\/b><span style=\"font-weight: 400;\"> racconta dieci progetti di edilizia sociale d&#8217;autore realizzati tra gli anni &#8217;50 e gli anni &#8217;80 \u00a0\u2013 Rozzol Melara a Trieste, Gallaratese a Milano, Forte Quezzi a Genova, Barca a Bologna, Corviale a Roma, Villaggio Matteotti a Terni, ZEN di Palermo, Le Vele di Scampia, il complesso Cielo Alto a Cervinia e il quartiere Spine Bianche a Matera. Il primo quartiere a essere realizzato dall&#8217;architetto De Carlo fu proprio quello di Matera per cui gli abitanti vennero tolti dai Sassi &#8211; chiamati da De Gasperi \u201cvergogne d&#8217;Italia\u201d \u2013 per essere trasferiti altrove. In quegli anni architetti famosi dell&#8217;epoca come De Carlo appunto, Aymonino, Gregotti, Rossi si dedicarono all&#8217;architettura sociale. <\/span><\/p>\n<p><span style=\"font-weight: 400;\">\u201cIl progetto si snoda per 4 anni tra il 2012 e il 2016 e il mio obiettivo non \u00e8 stato quello di giudicare in alcun modo ma di vedere come \u00e8 andata, come questi quartieri si sono sviluppati. <\/span><b>Io uso sempre il rapporto tra architettura e persona e quindi inserisco sempre nelle mie foto la figura umana per dare la scala: non ci sono protagonisti, ci sono relazioni a distanza<\/b><span style=\"font-weight: 400;\"> . Il risultato \u00e8 stato il libro <\/span><i><span style=\"font-weight: 400;\">Cento Case Popolari<\/span><\/i><span style=\"font-weight: 400;\">\u201d. <\/span><\/p>\n<p><span style=\"font-weight: 400;\">La <\/span><b><i>Milano Vintage<\/i><\/b> <span style=\"font-weight: 400;\">rappresentata da <\/span><b>Virgilio Carnisio<\/b><span style=\"font-weight: 400;\">, risalente agli anni \u201960 e \u201970 del secolo scorso, \u00e8 un viaggio a ritroso nel tempo, senza malinconie ma con approccio riflessivo, poich\u00e9 i cambiamenti avvenuti sono stati notevoli e oggi le immagini dell\u2019autore rappresentano un periodo storico particolarmente affascinante e nel contempo contrastante, tra sviluppo, benessere e rivendicazioni. <\/span><\/p>\n<p><span style=\"font-weight: 400;\">\u201cSono 62 anni che fotografo e sono contento del risultato che ho ottenuto perch\u00e9 <\/span><b>ho lasciato il segno di cose che c&#8217;erano e che non ci sono pi\u00f9 o si sono trasformate. I miei ricordi non sono solo personali ma identificano la memoria collettiva. <\/b><span style=\"font-weight: 400;\">E sono contento di aver fatto questo per Milano che \u00e8 la mia citt\u00e0 e che amo tanto\u201d. Nel tempo Carnisio ha fatto un lavoro documentario impagabile scattando 50.000 fotografie delle vie della sua citt\u00e0 preoccupandosi di immortalare le strade del centro e della periferia pi\u00f9 a rischio cambiamento. Oggi 25.000 di quelle foto sono state donate all&#8217;A.F.I.<\/span><\/p>\n<p>&nbsp;<\/p>\n<p><span style=\"font-weight: 400;\">Espone anche una fotografa greca, <\/span><b>Rea Papadopoulou <\/b><span style=\"font-weight: 400;\">con<\/span> <b><i>Dark Tree \u2013 Albero oscuro<\/i><\/b><b>. <\/b><span style=\"font-weight: 400;\">Lungo le rive del fiume Kifissos di Atene, c&#8217;era un grande uliveto piantato nel VI secolo, che \u00e8 stato conservato intatto fino al 1890, secondo la mappa disegnata dal cartografo tedesco Johann Kaupert. <\/span><b>Il paesaggio cambia drammaticamente durante il XX secolo quando l&#8217;ubicazione dell&#8217;industria pesante nel XIX secolo pose fine a questo immenso giardino<\/b><span style=\"font-weight: 400;\">. Sono pochi gli insediamenti rimasti degli ultimi contadini, minuscole isole in un mare di enormi edifici industriali. Le erbacce urbane stanno invadendo il paesaggio e i vecchi alberi pare cerchino di uscire dalla terra. <\/span><b>Ci\u00f2 che Rea desidera \u00e8 far emergere questa bellezza affiorante dalla ruvidit\u00e0 dell&#8217;ambiente industriale e dall&#8217;estrema periferia della citt\u00e0. <\/b><\/p>\n<p><span style=\"font-weight: 400;\">La metodologia che segue \u00e8 discontinua, in quanto non desidera realizzare un una ricerca prettamente documentaria, ma interpretativa. Rea decide che il modo pi\u00f9 consono per fotografare questi luoghi \u00e8 la notte, dove le linee e l\u2019orizzonte scompaiono, elevando frammenti e connessioni con il passato, richiamando ricordi e determinando incontri inaspettati. <\/span><\/p>\n<p>&nbsp;<\/p>\n<p><span style=\"font-weight: 400;\">In conclusione anche la premiazione Concorso Fotografico \u201cMemorial Franco Pontiggia: cogli la gioia di vivere\u201d. Doveroso un ricordo di questo illustre fotografo varesino che ha documentato i cambiamenti della citt\u00e0. Collabor\u00f2, inoltre, con numerose testate nazionali e ricevette numerosi riconoscimenti internazionali.<\/span><\/p>\n<p>&nbsp;<\/p>\n<p><i><span style=\"font-weight: 400;\">Cristina Pesaro<\/span><\/i><\/p>\n<p>&nbsp;<\/p>\n<p><b>CASTELLO DI MASNAGO <\/b><span style=\"font-weight: 400;\">\u2013Via Cola Di Rienzo, 42 &#8211; Varese <\/span><\/p>\n<p><b>23 MARZO \u2013 12 MAGGIO 2019 <\/b><\/p>\n<p><b>ABITARE IL PAESAGGIO <\/b><\/p>\n<p><span style=\"font-weight: 400;\">Orari di visita: da marted\u00ec a domenica : 9.30 \/ 12.30 e 14.00 \/ 18.00 <\/span><\/p>\n<p><span style=\"font-weight: 400;\">Ingresso a pagamento a parte le giornate con conferenza <\/span><\/p>\n<p><span style=\"font-weight: 400;\">Chiuso 21 aprile s. pasqua e 1 maggio \u2013 aperti luned\u00ec dell\u2019angelo <\/span><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"<p>La conferenza \u00e8 stata l&#8217;occasione per parlare della mostra in corso al Castello di Masnago dove,\u00a0attraverso il lavoro di cinque autori, la fotografia affronta il tema del paesaggio, tra passato e presente, suggerendo spunti di riflessione sulle dinamiche sociali dettate dal contesto di vita e di lavoro. 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