{"id":49640,"date":"2019-03-18T08:45:16","date_gmt":"2019-03-18T07:45:16","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=49640"},"modified":"2019-10-02T12:20:53","modified_gmt":"2019-10-02T10:20:53","slug":"ed-e-subito-sera","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/ed-e-subito-sera\/","title":{"rendered":"Ed \u00e8 subito sera"},"content":{"rendered":"<p><iframe loading=\"lazy\" width=\"696\" height=\"392\" src=\"https:\/\/www.youtube.com\/embed\/fRECsaoOB_g?feature=oembed&#038;enablejsapi=1&#038;origin=https:\/\/www.artevarese.com\" frameborder=\"0\" allow=\"accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture\" allowfullscreen><\/iframe><\/p>\n<p><strong>Salvatore Quasimodo<\/strong> fu considerato dai letterati, dalla critica e dagli studiosi del suo tempo uno tra i poeti <strong>pi\u00f9 antipatici e meno meritevoli<\/strong>. Perch\u00e8? ripercorriamo la sua vita.<\/p>\n<p>E&#8217; <strong>siciliano<\/strong>, nasce nel 1901 e vive gran parte della sua infanzia in Sicilia. Quando Salvatore ha otto anni il padre viene incaricato della riorganizzazione del traffico ferroviario nella<strong> stazione di Messin<\/strong>a colpita da un disastroso terremoto: in quel periodo Salvatore e la sua famiglia vissero in un <strong>carro merci parcheggiato<\/strong> su un binario morto della stazione.<br \/>\nQuegli anni sono rimasti impressi nella memoria del poeta che li rievoca nella poesia<em> Al Padre<\/em> a cinquantanni dal disastroso terremoto.<\/p>\n<p><em><strong>Al padre<\/strong><\/em><br \/>\n<em>Dove sull\u2019acque viola<\/em><br \/>\n<em>era Messina, tra fili spezzati<\/em><br \/>\n<em>e macerie tu vai lungo binari<\/em><br \/>\n<em>e scambi col tuo berretto di gallo<\/em><br \/>\n<em>isolano. Il terremoto ribolle<\/em><br \/>\n<em>da due giorni, \u00e8 dicembre d\u2019uragani<\/em><br \/>\n<em>e mare avvelenato. Le nostre notti cadono<\/em><br \/>\n<em>nei carri merci e noi bestiame infantile<\/em><br \/>\n<em>contiamo sogni polverosi con i morti<\/em><br \/>\n<em>sfondati dai ferri, mordendo mandorle<\/em><br \/>\n<em>e mele dissecate a ghirlanda. La scienza<\/em><br \/>\n<em>del dolore mise verit\u00e0 e lame<\/em><br \/>\n<em>nei giochi dei bassopiani di malaria<\/em><br \/>\n<em>gialla e terzana gonfia di fango.<\/em><br \/>\n<em>La tua pazienza<\/em><br \/>\n<em>triste, delicata, ci rub\u00f2 la paura,<\/em><br \/>\n<em>fu lezione di giorni uniti alla morte<\/em><br \/>\n<em>tradita, al vilipendio dei ladroni<\/em><br \/>\n<em>presi fra i rottami e giustiziati al buio<\/em><br \/>\n<em>dalla fucileria degli sbarchi, un conto<\/em><br \/>\n<em>di numeri bassi che tornava esatto<\/em><br \/>\n<em>concentrico, un bilancio di vita futura.<\/em><br \/>\n<em>Il tuo berretto di sole andava su e gi\u00f9<\/em><br \/>\n<em>nel poco spazio che sempre ti hanno dato.<\/em><br \/>\n<em>Anche a me misurarono ogni cosa,<\/em><br \/>\n<em>e ho portato il tuo nome<\/em><br \/>\n<em>un po\u2019 pi\u00f9 in l\u00e0 dell\u2019odio e dell\u2019invidia.<\/em><br \/>\n<em>Quel rosso del tuo capo era una mitria,<\/em><br \/>\n<em>una corona con le ali d\u2019aquila.<\/em><br \/>\n<em>E ora nell\u2019aquila dei tuoi novant\u2019anni<\/em><br \/>\n<em>ho voluto parlare con te, coi tuoi segnali<\/em><br \/>\n<em>di partenza colorati dalla lanterna<\/em><br \/>\n<em>notturna, e qui da una ruota<\/em><br \/>\n<em>imperfetta del mondo,<\/em><br \/>\n<em>su una piena di muri serrati,<\/em><br \/>\n<em>lontano dai gelsomini d\u2019Arabia<\/em><br \/>\n<em>dove ancora tu sei, per dirti<\/em><br \/>\n<em>ci\u00f2 che non potevo un tempo \u2013 difficile affinit\u00e0<\/em><br \/>\n<em>di pensieri \u2013 per dirti, e non ci ascoltano solo<\/em><br \/>\n<em>cicale del biviere, agavi lentischi,<\/em><br \/>\n<em>come il campiere dice al suo padrone:<\/em><br \/>\n<em>\u201cBaciamu li mani\u201d. Questo, non altro.<\/em><br \/>\n<em>Oscuramente forte \u00e8 la vita.<\/em><\/p>\n<p>In questa poesia oltre ad esaltare la bellezza della Sicilia Quasimodo ricorda il terremoto che ha causato a lui e a tanti come lui molto dolore. A 18 anni si trasfer\u00ec a <strong>Roma<\/strong>, non viveva in buone condizioni economiche e, non potendo continuare gli studi da geometra, ripieg\u00f2 su lavori pi\u00f9 semplici. Ma la situazione <strong>cambi\u00f2 in fretta<\/strong> e qui inizi\u00f2 la sua <strong>antipatia<\/strong> da parte d<strong>i critica, letterati e qualche lettore:<\/strong>\u00a0in poco tempo Quasimodo divenne collaboratore delle <strong>maggiori riviste letterarie<\/strong> del ventennio, fu invitato a Firenze da <strong>Elio Vittorini<\/strong> dove conobbe <strong>Eugenio Montale,<\/strong> frequent\u00f2 l\u2019ambiente culturale di Firenze. Fu <strong>insegnante di italiano<\/strong> al Conservatorio di Milano e nel 1959 gli fu assegnato il <strong><em>Premio<\/em> <em>Nobel<\/em> per la letteratura<\/strong>.<br \/>\nSalvatore Quasimodo <strong>ce l\u2019aveva fatta<\/strong> senza che nessuno si rendesse conto di quello che stava succedendo, un mediocre geometra era riuscito a conoscere, frequentare, imparare dai<strong> migliori letterati del tempo<\/strong>, scriveva testi narrativi, traduceva romanzi americani e si dilettava come poeta, un poeta che forse non si era sudato tutto quello che era riuscito ad ottenere eppure arriv\u00f2 li, al Premio Nobel, a fianco di personalit\u00e0 letterarie come Montale.<\/p>\n<p>Rappresentante autorevole dell&#8217;<strong>ermetismo<\/strong>, cio\u00e8 di una scuola poetica caratterizzata dalla concezione della poesia come linguaggio assoluto, puro, suggestivo, musicale. Gli Ermetici non avevano creato una vera e propria corrente letteraria, il loro era soprattutto un <strong>atteggiamento nei confronti della poesia<\/strong>: l\u2019inclinazione era verso l\u2019<strong>oscurit\u00e0<\/strong>, il lettore faceva fatica ad interpretare un testo perch\u00e8 le parole erano scelte non tanto perch\u00e8 immediatamente recepibili ma anzi, per il loro carattere formale, per la struttura estetica che avevano, la <strong>musicalit\u00e0<\/strong> nella pronuncia. L\u2019ermetismo nasceva dalle avanguardie ma non si fermava li.<\/p>\n<p><em>Ed \u00e8 subito sera<\/em><br \/>\n<em>Ognuno sta solo sul cuor della terra<\/em><br \/>\n<em>trafitto da un raggio di sole:<\/em><br \/>\n<em>ed \u00e8 subito sera<\/em><\/p>\n<p>A seguito dell&#8217;esperienza della guerra e del dopoguerra si orient\u00f2 in una<strong> direzione diversa<\/strong>: i poeti dovevano saper dialogare con gli altri uomini ed esprimere i temi sociali. Questa poesia, inserita nella raccolta &#8220;<em>Giorno dopo giorno<\/em>&#8221; pubblicata nel 1947, riflette questo cambiamento.<\/p>\n<p><strong>Uomo del mio tempo<\/strong><\/p>\n<p><em>Sei ancora quello della pietra e della fionda<\/em><br \/>\n<em>uomo del mio tempo. Eri nella carlinga<\/em><br \/>\n<em>con le ali maligne. Le meridiane di morte.<\/em><br \/>\n<em>&#8211; ti ho visto &#8211; dentro il carro di fuoco. Alle forche,<\/em><br \/>\n<em>Alle ruote di tortura. T&#8217;ho visto: eri tu.<\/em><br \/>\n<em>con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio.<\/em><br \/>\n<em>Senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,<\/em><br \/>\n<em>come sempre, come uccisero i padri, come uccisero<\/em><br \/>\n<em>gli animali che ti videro per la prima volta.<\/em><br \/>\n<em>E questo sangue odora come nel giorno<\/em><br \/>\n<em>quando il fratello disse all&#8217;altro fratello:<\/em><br \/>\n<em>&#8220;Andiamo ai campi&#8221;. E quell&#8217;eco fredda, tenace,<\/em><br \/>\n<em>\u00e8 giunta fino a te, dentro la tua giornata.<\/em><br \/>\n<em>dimenticate, o figli, le nuvole di sangue<\/em><br \/>\n<em>salite dalla terra, dimenticate padri:<\/em><br \/>\n<em>le loro tombe affondano nella cenere,<\/em><br \/>\n<em>gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.<\/em><\/p>\n<p>Nonostante l\u2019antipatia che si \u00e8 conquistato negli anni, grazie al suo comportamento esemplare di frequentazione di tutte le riviste letterarie importanti, alle amicizie e conoscenze che permisero ad un geometra di diventare un poeta riconosciuto e sicuramente accresciute dal Premio Nobel che lo metteva a confronto con Montale e poeti del suo calibro, riusc\u00ec alla fine a conquistare il pubblico avendo un <strong>grandissimo successo<\/strong> tra i lettori. Ecco due delle poesie pi\u00f9 belle e conosciute di questo <strong>controverso poeta<\/strong>:<\/p>\n<p><em>Ora che sale il giorno<\/em><br \/>\n<em>Finita \u00e8 la notte e la luna<\/em><br \/>\n<em>si scioglie lenta nel sereno,<\/em><br \/>\n<em>tramonta nei canali.<\/em><br \/>\n<em>\u00c8 cos\u00ec vivo settembre in questa terra<\/em><br \/>\n<em>di pianura, i prati sono verdi<\/em><br \/>\n<em>come nelle valli del sud a primavera.<\/em><br \/>\n<em>Ho lasciato i compagni,<\/em><br \/>\n<em>ho nascosto il cuore dentro le vecchi mura,<\/em><br \/>\n<em>per restare solo a ricordarti.<\/em><br \/>\n<em>Come sei pi\u00f9 lontana della luna,<\/em><br \/>\n<em>ora che sale il giorno<\/em><br \/>\n<em>e sulle pietre bette il piede dei cavalli!<\/em><\/p>\n<p><em>Imitazione della gioia<\/em><br \/>\n<em>Dove gli alberi ancora<\/em><br \/>\n<em>abbandonata pi\u00f9 fanno la sera,<\/em><br \/>\n<em>come indolente<\/em><br \/>\n<em>\u00e8 svanito l\u2019ultimo tuo passo<\/em><br \/>\n<em>che appare appena il fiore<\/em><br \/>\n<em>sui tigli e insiste alla sua sorte.<\/em><br \/>\n<em>Una ragione cerchi agli affetti,<\/em><br \/>\n<em>provi il silenzio nella tua vita.<\/em><br \/>\n<em>Altra ventura a me rivela<\/em><br \/>\n<em>il tempo specchiato. Addolora<\/em><br \/>\n<em>come la morte, bellezza ormai<\/em><br \/>\n<em>in altri volti fulminea.<\/em><br \/>\n<em>Perduto ho ogni cosa innocente,<\/em><br \/>\n<em>anche in questa voce, superstite<\/em><br \/>\n<em>a imitare la gioia.<\/em><\/p>\n<p>Salvatore Quasimodo muore a <strong>Napoli<\/strong>, dove si era recato per ritirare un premio, in seguito ad un ictus. E\u2019 stato uno<strong> scrittore<\/strong>, un <strong>poeta<\/strong> e un <strong>traduttore<\/strong>, non ha avuto una vita semplice, quella di scrivere per lui \u00e8 stata<strong> una scelta<\/strong> che ha dovuto rincorrere ed ottenere, e che non ha mai accantonato nemmeno quando la sua vita aveva ben poco di poetico.<br \/>\nPu\u00f2 apparire antipatico e non piacerci in almeno una delle sue fasi poetiche ma quello che \u00e8 certo \u00e8 che ci ha lasciato tantissimo nei suoi scritti e per la maggior parte di chi \u00e8 venuto dopo di lui \u00e8 stato un<strong> grande, irraggiungibile, esempio da seguire.<\/strong><\/p>\n<p>Veronica Pagin<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"<p>Salvatore Quasimodo fu considerato dai letterati, dalla critica e dagli studiosi del suo tempo uno tra i poeti pi\u00f9 antipatici e meno meritevoli. Perch\u00e8? ripercorriamo la sua vita. E&#8217; siciliano, nasce nel 1901 e vive gran parte della sua infanzia in Sicilia. 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