{"id":49417,"date":"2019-02-28T11:00:26","date_gmt":"2019-02-28T10:00:26","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=49417"},"modified":"2019-10-02T12:20:57","modified_gmt":"2019-10-02T10:20:57","slug":"prendersi-cura-un-dialogo-senza-parole","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/prendersi-cura-un-dialogo-senza-parole\/","title":{"rendered":"Prendersi cura. Un dialogo senza parole"},"content":{"rendered":"<div class=\"youtube-embed\" data-video_id=\"QMAXkkWcWsc\"><iframe loading=\"lazy\" width=\"696\" height=\"392\" src=\"https:\/\/www.youtube.com\/embed\/QMAXkkWcWsc?feature=oembed&#038;enablejsapi=1&#038;enablejsapi=1&#038;origin=https:\/\/www.artevarese.com\" frameborder=\"0\" allow=\"accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture\" allowfullscreen><\/iframe><\/div>\n<p><img decoding=\"async\" loading=\"lazy\" class=\"wp-image-49418 alignleft\" src=\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/2-gerbi-300x225.gif\" alt=\"\" width=\"249\" height=\"187\" srcset=\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/2-gerbi-300x225.gif 300w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/2-gerbi-768x576.gif 768w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/2-gerbi-80x60.gif 80w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/2-gerbi-265x198.gif 265w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/2-gerbi-696x522.gif 696w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/2-gerbi-560x420.gif 560w\" sizes=\"(max-width: 249px) 100vw, 249px\" \/>Busto Arsizio &#8211; Un lettino, \u00a0una poltrona, un malato e, accanto, qualcuno osserva. \u00a0E&#8217; l&#8217;immagine dell&#8217;installazione che la scultrice Antonella Gerbi presenta \u00a0nella personale allestita allo Spazio Arte Carlo Farioli in occasione di Filosofarti. Ispirandosi al tema dell&#8217;edizione 2019 del festival di filosofia, dedicato al dialogo, l&#8217;artista ha puntato su una \u00a0comunicazione silenziosa, senza parole. &#8220;Take Care&#8221;, questo il titolo dell&#8217;opera, che tradotto significa &#8220;Prendersi cura&#8221;, si concentra su due mondi che si toccano e vivono la medesima sofferenza.<\/p>\n<p><img decoding=\"async\" loading=\"lazy\" class=\"wp-image-49419 alignright\" src=\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/gerbi-6-225x300.gif\" alt=\"\" width=\"167\" height=\"223\" \/>&#8220;La figura distesa sul letto &#8211; spiega l&#8217;artista &#8211; \u00e8 \u00a0una schiena alla quale ho dato la forma di una foglia per evidenziarne la fragilit\u00e0, l&#8217;altra scultura sulla sedia che rappresenta una colonna spinale verticale, \u00a0simboleggia la solidit\u00e0. Entrambe sono legate da una cannuccia che unisce i loro destini rendendoli dipendenti l\u2019uno dall\u2019altro. In questo modo intendo esprimere quello che noi siamo in certi momenti della vita: un sostegno per qualcun altro&#8221;.<\/p>\n<p>Attorno, altre figure, dalle sembianze simili a quella sul lettino, osservano la scena. Sono sospese, appese ad un gancio, simile a quello <img decoding=\"async\" loading=\"lazy\" class=\"wp-image-49420 alignleft\" src=\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/gerbi-5-225x300.gif\" alt=\"\" width=\"160\" height=\"213\" srcset=\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/gerbi-5-225x300.gif 225w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/gerbi-5-768x1024.gif 768w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/gerbi-5-696x928.gif 696w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/gerbi-5-315x420.gif 315w\" sizes=\"(max-width: 160px) 100vw, 160px\" \/>usato dai macellai e come spettatori, \u00a0in bal\u00eca di qualcosa che dovr\u00e0 accadere guardano la scena. L\u2019atmosfera \u00e8 tesa e colma di suggestioni differenti: c&#8217;\u00e8 approvazione, distacco, indifferenza, coinvolgimento. Ma \u00e8 fondamentale il concetto che vuole trasmettere l&#8217;artista, ossia quello di prendersi cura dell&#8217;altro.<strong> C&#8217;\u00e8 sempre una parte pi\u00f9 forte e una pi\u00f9 \u00a0debole. Quella che rimane e quella che se ne va, che deve andarsene&#8230; Una scena di dolore, di sofferenza che gran parte dell&#8217;uomo, prima o poi, \u00e8 costretto a vivere: come colonna vertebrale, che vuole e deve sostenere, spesso invano, quella fragile foglia.<\/strong><\/p>\n<p>E&#8217; in questo momento che si apre quel dialogo senza parole tra le due parti, fatto solo di un silenzio carico di dolore e speranza, di pensieri e di abbandono &#8230;.<\/p>\n<p>La ricerca dell&#8217;artista nella tematica della comunicazione spazia anche negli ultimi lavori concentrandosi su un aspetto ancor pi\u00f9 intimo dell&#8217;uomo, o meglio tra la parte pi\u00f9<img decoding=\"async\" loading=\"lazy\" class=\" wp-image-49422 alignright\" src=\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/4-gerbi-e1551177904509-300x238.gif\" alt=\"\" width=\"253\" height=\"201\" srcset=\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/4-gerbi-e1551177904509-300x238.gif 300w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/4-gerbi-e1551177904509-529x420.gif 529w\" sizes=\"(max-width: 253px) 100vw, 253px\" \/> spirituale e quello che lascia apparire esternamente.<\/p>\n<p>&#8220;Tra la luce che ci appartiene e quella che manifestiamo \u00a0&#8211; precisa l&#8217;artista. E lo rappresento attraverso l&#8217;utilizzo e l&#8217;intersezione di materiali diversi, come il plexiglass, al quale affido la parte pi\u00f9 profonda, l&#8217;anima. Per questo intaglio, incastono e le rifrazioni che si creano evidenziano e meglio manifestano quella luce interiore. Quindi ci\u00f2 che noi vediamo, sostanzialmente, \u00e8 quello non c\u2019\u00e8. Materialmente, sembra solido, ma in verit\u00e0 \u00e8 aria, qualcosa che poi svanisce nel nulla&#8221;.<\/p>\n<p>Nel tuo lavoro usi \u00a0differenti tipi di materiali. Prediligi qualcuno in particolare?<\/p>\n<p>&#8220;Per eccellenza il marmo. Del resto, il mio percorso parte dalla scultura tradizionale. Ho lavorato in marmeria e tante esperienze confluiscono all\u2019interno della mia ricerca. \u00a0La scultura \u00e8 un settore dove occorrono dedizione e pazienza perch\u00e8 \u00e8 un processo lento. Non c&#8217;\u00e8 niente subito. Spesso lo paragono a un esercizio &#8220;Zen&#8221; dove ritrovare il gusto dell&#8217;attesa. Si lavora per sottrazione. A livello mentale occorre spogliarsi del superfluo: deve rimanere solo quello che \u00e8 fondamentale. Non \u00e8 semplice a volte, infatti, ci si lascia prendere dalla bellezza della materia, che ammalia, e ci fa perdere in barocchismi. Invece bisogna avere la forza di <img decoding=\"async\" loading=\"lazy\" class=\" wp-image-49423 alignleft\" src=\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1-gerbi-225x300.gif\" alt=\"\" width=\"196\" height=\"261\" srcset=\"https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1-gerbi-225x300.gif 225w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1-gerbi-768x1024.gif 768w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1-gerbi-696x928.gif 696w, https:\/\/www.artevarese.com\/wp-content\/uploads\/1-gerbi-315x420.gif 315w\" sizes=\"(max-width: 196px) 100vw, 196px\" \/>dire, mi fermo, perch\u00e9 questo \u00e8 ci\u00f2 che voglio esprimere&#8221;.<\/p>\n<p>Come vivi \u00a0la magia della creazione?<\/p>\n<p>&#8221; E&#8217; molto bella all\u2019inizio, \u00e8 l\u2019impeto dell\u2019opera, quando spezzi la materia. Poi, hai il gusto della definizione. Ma c\u2019e una fase che a me piace tantissimo ed \u00e8 quando \u00a0ti perdi nei pensieri e la tua mano va avanti da sola, sa gi\u00e0 cosa fare. E&#8217; un atto interiore e l&#8217;opera esce in modo molto naturale. Sei dentro e fuori dall&#8217;opera nello stesso tempo, quasi un automatismo, una sensazione particolare, che ti fa capire che stai andando nella direzione giusta&#8221;.<\/p>\n<p>La mostra, allestita nella sede di via Silvio Pellico, 15, rimane in calendario sin al 3 marzo nei seguenti giorni e orari: gioved\u00ec &#8211; sabato 16.30 &#8211; 19; domenica 10.30- 12.30 \/ 16.30-19.<\/p>\n<p>&nbsp;<\/p>\n<p>Anita Venegoni<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"<p>Busto Arsizio &#8211; Un lettino, \u00a0una poltrona, un malato e, accanto, qualcuno osserva. \u00a0E&#8217; l&#8217;immagine dell&#8217;installazione che la scultrice Antonella Gerbi presenta \u00a0nella personale allestita allo Spazio Arte Carlo Farioli in occasione di Filosofarti. 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