{"id":48250,"date":"2018-11-29T13:43:27","date_gmt":"2018-11-29T12:43:27","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=48250"},"modified":"2018-11-30T09:11:15","modified_gmt":"2018-11-30T08:11:15","slug":"la-poesia-della-resistenza-natalia-ginzburg-contro-il-fascismo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-poesia-della-resistenza-natalia-ginzburg-contro-il-fascismo\/","title":{"rendered":"La poesia della resistenza: Natalia Ginzburg contro il fascismo"},"content":{"rendered":"<p>&nbsp;<\/p>\n<p><iframe loading=\"lazy\" width=\"696\" height=\"392\" src=\"https:\/\/www.youtube.com\/embed\/BpkEQWR_MkM?feature=oembed&#038;enablejsapi=1&#038;origin=https:\/\/www.artevarese.com\" frameborder=\"0\" allow=\"accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture\" allowfullscreen><\/iframe><\/p>\n<p><span style=\"font-weight: 400;\">Parliamo di una donna, scrittrice e poetessa. Una donna che ha combattuto in anni difficili contro una societ\u00e0 spietata: <strong>Natalia Ginzburg<\/strong>.<br \/>\n<strong>Natalia Levi<\/strong>, per la verit\u00e0, nasce 1916 a Palermo, dal padre Giuseppe Levi, scienziato triestino di grande fama, di origini ebree e la madre,\u00a0Lidia Tanzi, che era milanese e cattolica. Il cognome <strong>Ginzburg<\/strong> deriva dal marito<strong> Leone<\/strong> che sposer\u00e0 nel 1938.<\/span><\/p>\n<p>La vita di Natalia Ginzburg \u00e8 stata un romanzo, un romanzo di quelli intensi dove il lieto fine non sempre \u00e8 previsto ma che lasciano grandi ricordi. Ricordi che Natalia ha custodito e inserito in ogni suo libro, in ogni sua storia. Il romanzo che mi ha particolarmente colpito e che mi ha fatto affezionare a Natalia come ad un&#8217;amica \u00e8 stato <strong>Lessico Famigliare<\/strong>: un libro in cui la Ginzburg ripercorre tutta la sua vita, da quando era bambina fino ad arrivare al presente, al tempo adulto.<br \/>\nNon bisogna credere, per\u00f2, che questa sia un&#8217;autobiografia, o un romanzo storico. La storia che Natalia racconta \u00e8 la sua vita ma <strong>vista con gli occhi della bambina che era al tempo in cui il romanzo ha inizio<\/strong>: Natalia ripropone i suoi pensieri del tempo, le sue considerazioni anche sbagliate, solo in rari passaggi sottolinea quanto invece le cose erano diverse.<\/p>\n<p>Questo \u00e8 stato anche il romanzo che mi ha spinto a considerare la Ginzburg non solo in veste di scrittrice ma anche in veste di <strong>poetessa<\/strong>. Basta leggere le prime pagine per rendersi conto di quanto la poesia fosse stata importante nella sua vita e nella sua infanzia, racconta come tutti i suoi fratelli e alla fine anche lei stessa si siano spinti nella creazione di testi poetici da quando erano bambini, li riporta all&#8217;interno del testo spezzando la narrazione come se questi frammenti in rima che lei stessa dice essere banali e infantili in realt\u00e0 portassero <strong>un significato profondo<\/strong> da riscoprire in mezzo a quelle righe.<\/p>\n<p>Ho scoperto quindi che Natalia amava la poesia con cui si ciment\u00f2 da piccola, prima ancora di iniziare a scrivere romanzi. All&#8217;et\u00e0 di 13 anni mand\u00f2 alcune delle sue poesie a<strong> Benedetto Croce<\/strong> per sapere il suo parere. Il critico per\u00f2 le disse, garbatamente, che non erano nulla di speciale e Natalia trov\u00f2 la sua vocazione nella scrittura in prosa. Ma la poesia rimase nella vita della Ginzburg e la testimonianza sono non soltanto quei frammenti poetici che inserisce nel testo ma anche delle poesie che ha scritto perch\u00e8 fossero pubblicate sulle <strong>riviste dell&#8217;epoca<\/strong> e che sono <strong>legate a situazioni per lei importanti<\/strong>.<\/p>\n<p>Natalia \u00e8 una testimonianza viva, <strong>testimonianza del fascismo<\/strong>, di come entrava nella vita delle persone, di come scrivere tante volte rimaneva l&#8217;unica scelta possibile. <strong>Natalia non si \u00e8 mai arresa<\/strong>, i suoi fratelli non si sono mai arresi e nemmeno la sua famiglia e tutti quegli amici che Natalia ha visto passare per casa sua e andare ed essere catturati da chi non accettava chi non si arrendeva.<\/p>\n<p>La poesia Memoria che Natalia scrive per la rivista Mercurio dedicandola al marito Leone, nel 1944, dimostra proprio questo:<\/p>\n<p><em><b>Memoria<\/b><\/em><\/p>\n<p><span style=\"font-weight: 400;\"><em>Gli uomini vanno e vengono per le strade della citt\u00e0.<\/em><br \/>\n<\/span><em><span style=\"font-weight: 400;\">Comprano cibo e giornali, muovono a imprese diverse.<br \/>\n<\/span><span style=\"font-weight: 400;\">Hanno roseo il viso, le labbra vivide e piene.<br \/>\n<\/span><span style=\"font-weight: 400;\">Sollevasti il lenzuolo per guardare il suo viso,<br \/>\n<\/span><span style=\"font-weight: 400;\">ti chinasti a baciarlo con un gesto consueto.<br \/>\n<\/span><span style=\"font-weight: 400;\">Ma era l\u2019ultima volta. Era il viso consueto,<br \/>\n<\/span><span style=\"font-weight: 400;\">solo un poco pi\u00f9 stanco. E il vestito era quello di sempre.<br \/>\n<\/span><span style=\"font-weight: 400;\">E le scarpe eran quelle di sempre. E le mani erano quelle<br \/>\n<\/span><span style=\"font-weight: 400;\">che spezzavano il pane e versavano il vino.<br \/>\n<\/span><span style=\"font-weight: 400;\">Oggi ancora nel tempo che passa sollevi il lenzuolo<br \/>\n<\/span><span style=\"font-weight: 400;\">a guardare il suo viso per l\u2019ultima volta.<br \/>\n<\/span><span style=\"font-weight: 400;\">Se cammini per strada, nessuno ti \u00e8 accanto,<br \/>\n<\/span><span style=\"font-weight: 400;\">se hai paura, nessuno ti prende la mano.<br \/>\n<\/span><span style=\"font-weight: 400;\">E non \u00e8 tua la strada, non \u00e8 tua la citt\u00e0.<br \/>\n<\/span><span style=\"font-weight: 400;\">Non \u00e8 tua la citt\u00e0 illuminata: la citt\u00e0 illuminata \u00e8 degli altri,<br \/>\n<\/span><span style=\"font-weight: 400;\">degli uomini che vanno e vengono comprando cibi e giornali.<br \/>\n<\/span><span style=\"font-weight: 400;\">Puoi affacciarti un poco alla quieta finestra,<br \/>\n<\/span><span style=\"font-weight: 400;\">e guardare in silenzio il giardino nel buio.<br \/>\n<\/span><span style=\"font-weight: 400;\">Allora quando piangevi c\u2019era la sua voce serena;<br \/>\n<\/span><span style=\"font-weight: 400;\">e allora quando ridevi c\u2019era il suo riso sommesso.<br \/>\n<\/span><span style=\"font-weight: 400;\">Ma il cancello che a sera s\u2019apriva rester\u00e0 chiuso per sempre;<br \/>\n<\/span><span style=\"font-weight: 400;\">e deserta \u00e8 la tua giovinezza, spento il fuoco, vuota la casa.<\/span><\/em><\/p>\n<p>Questa non \u00e8 l&#8217;unica poesia che <strong>Natalia Ginzburg<\/strong> ha scritto, ormai adulta. Si possono trovare nelle riviste dell&#8217;epoca e nelle antologie specifiche perch\u00e8 Natalia non ha mai scritto una <strong>racconta delle sue poesie<\/strong>, ne erano abbastanza per poterlo fare. Ma quelle che ha scritto restano una <strong>testimonianza immortale del fascismo, di Natalia Ginzburg e del suo essere, nonostante tutto, una poetessa.\u00a0<\/strong><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"<p>&nbsp; Parliamo di una donna, scrittrice e poetessa. Una donna che ha combattuto in anni difficili contro una societ\u00e0 spietata: Natalia Ginzburg. Natalia Levi, per la verit\u00e0, nasce 1916 a Palermo, dal padre Giuseppe Levi, scienziato triestino di grande fama, di origini ebree e la madre,\u00a0Lidia Tanzi, che era milanese e cattolica. 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