{"id":48145,"date":"2018-11-24T10:00:23","date_gmt":"2018-11-24T09:00:23","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=48145"},"modified":"2018-11-27T09:59:14","modified_gmt":"2018-11-27T08:59:14","slug":"la-bellezza-della-fragilita-nelle-opere-di-de-pisis","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-bellezza-della-fragilita-nelle-opere-di-de-pisis\/","title":{"rendered":"La Bellezza della fragilit\u00e0 nelle opere di De Pisis"},"content":{"rendered":"

Saronno – Tutto inizi\u00f2 con De Pisis… e ancora, dopo trent’anni, \u00e8 lo stesso artista a segnare una tappa fondamentale nella storia della galleria il Chiostro Arte Contemporanea”. Nel 1988 lo spazio espositivo aperto allora in via Carcano da Duilio Affanni, collezionista e padre di Marina alla quale da circa un decennio \u00e8 affidata la galleria, inaugurava infatti, con successo una personale dedicata al maestro ferrarese.<\/p>\n

\"\"“Fu un successo – ricorda la gallerista – che oggi si \u00e8 ripetuto grazie alla collaborazione di Filippo Tibertelli, nipote di De Pisis. In mostra abbiamo alcune opere gi\u00e0 esposte in quell’occasione affiancate da altre di qualit\u00e0 quasi museale, per lo pi\u00f9 prestiti che grazie alla fiducia acquisita in questi anni siamo riusciti a raccogliere dai collezionisti e a presentare”.<\/p>\n

Nel corso del trentennio la galleria si \u00e8 aperta ad altri fronti e orizzonti guardando all’arte contemporanea e alla fotografia storica, senza per\u00f2 mai spezzare il legame con i maestri del ‘900. A tal proposito ha presentato progetti nei quali sono stati messi a confronto i due periodi e la fotografia a dimostrazione che nella storia esiste un filo che li lega, per motivi tematici o di ricerca. Come le opere di Andrea Facco, artista Veronese, che affiancano la piccola antologica di De Pisis.<\/p>\n

\"\"” Facco – spiega la Marina Affanni – \u00a0lavora sui grandi maestri con un approccio concettuale rivisitando gli artisti del passato con una visione che agisce sul linguaggio. Di De Pisis ha scelto l’opera \u00a0“Il ponte di Narni dopo Corot”<\/i> rivisitandolo con due diverse tecniche. In un’altra piccola tela invece ha ripreso, in modo quasi maniacale come fosse un falsario, la firma del maestro. Il dipinto \u00e8 inserito all’interno di un’installazione composta da una sagoma vuota e collocato nella medesima posizione in cui De Pisis autograf\u00f2 il quadro originale. Una metafora con la quale evidenzia non solo quanto la firma oggi sia importante anche e soprattutto in questo settore, ma anche il vuoto dell’arte contemporanea che Facco cerca di riempire”.<\/p>\n

\"\"Tornando alla mostra di \u00a0De Pisis, curata trent’anni fa come oggi, dal critico d’arte Elena Pontiggia, le opere esposte accompagnano in quel suo racconto fatto di \u00a0sottili e veloci tocchi di colore con i quali descrive figure e oggetti rivelando la fragilit\u00e0 e la precariet\u00e0 del mondo e della vita. Luigi Filippo Tibertelli<\/b> (Ferrara, 1896 \u2013 Brugherio, 1956), meglio conosciuto come Filippo De Pisis<\/b>, \u00e8 stato uno dei migliori interpreti della pittura italiana della prima met\u00e0 del Novecento. I suoi primi maestri sono stati Giorgio De Chirico e \u00a0Carlo Carr\u00e0 dai quali apprende influenze interpretandole senza perdere di personalit\u00e0.<\/h6>\n
Nel 1925 \u00a0parte per Parigi ma non sar\u00e0 uno dei tanti italiani che segnano il cubismo o la pittura francese. “Lui che aveva alle spalle la scuola Ferrarese – \u00a0prosegue il critico – riuscir\u00e0 sempre a essere autonomo e a creare, negli anni successivi, una pittura che sembra fatta di piccoli tocchi di pennello, che qualcuno ha chiamato “stenografia”. In realt\u00e0 \u00e8 un insieme di segni che da \u00a0l’idea della leggerezza e della fragilit\u00e0 di cui siamo fatti. De Pisis ci insegna che la bellezza ha un aspetto doloroso, drammatico perch\u00e8 … finisce. Riesce a trasmettere la precariet\u00e0 senza dimenticare lo splendore della natura che lui cercava pi\u00f9 di tutti”.<\/h6>\n

Accompagna la mostra, che rimarr\u00e0 in calendario sino al 21 dicembre, un catalogo con testi e racconti di Elena Pontiggia. Orari: da marted\u00ec a venerd\u00ec 10\/12.30 \u2013 16\/18.30; sabato e domenica 10\/12.30, pomeriggio su appuntamento. Chiusura 8 e 9 dicembre. Informazioni: Viale Santuario 11 – T. 02 962 2717 galleria@ilchiostroarte.it\u00a0<\/a><\/p>\n

 <\/p>\n

E. Farioli<\/p>\n