{"id":47988,"date":"2018-11-23T11:21:02","date_gmt":"2018-11-23T10:21:02","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=47988"},"modified":"2018-11-23T11:21:02","modified_gmt":"2018-11-23T10:21:02","slug":"il-progetto-di-restauro-per-il-sacro-monte-uno-scrigno-di-bellezza","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-progetto-di-restauro-per-il-sacro-monte-uno-scrigno-di-bellezza\/","title":{"rendered":"Il progetto di restauro per il Sacro Monte, uno scrigno di bellezza"},"content":{"rendered":"

Il Sacro Monte di Varese \u00e8 unico nello splendido complesso dei Sacri Monti Prealpini, patrimonio dell’Unesco dal 2003 per la loro importanza e bellezza.
\nE\u2019 \u00a0stato individuato come caso di studio tra le nove Vie Sacre piemontesi e lombarde<\/strong> perch\u00e9 \u00e8 il pi\u00f9 uniforme e omogeneo: da una parte \u00e8 la realizzazione di un progetto unitario, dall\u2019altra racchiude alcune caratteristiche riscontrabili singolarmente negli altri Sacri Monti.
\nE\u2019 quindi il riferimento principale nella messa a fuoco delle buone pratiche<\/strong> che consentiranno il recupero e il mantenimento della bellezza del sito seriale perch\u00e9 possa essere vissuto nel presente, ma anche custodito e consegnato al futuro.<\/p>\n

\"\"\"\"\"\"<\/p>\n

Il grande progetto, che si prolungher\u00e0 nel tempo, \u00e8 stato accolto con gioia e gratitudine dall\u2019arciprete di Santa Maria del Monte, don Sergio Ghisoni<\/strong> che, sottolinea, \u00abla nostra piccola parrocchia raccoglie un patrimonio inestimabile che dev\u2019essere preservato con quotidiani interventi minuziosi, oltre che interventi straordinari\u00bb e ricorda che si tratta di \u00abuna forma di annuncio del Vangelo, perch\u00e9 chi sale il Sacro Monte si rende conto della bellezza architettonica delle cappelle, della ricchezza di quello che c\u2019\u00e8 al loro interno e anche dell\u2019ambiente naturale, che offre splendidi scorci che sono una provocazione per lo sguardo e per il nostro cuore\u00bb.<\/p>\n

I lavori hanno preso il via nell\u2019ambito del bando \u201cPromuovere buone prassi di prevenzione e conservazione del patrimonio storico e architettonico\u201d<\/strong>, economicamente sostenuto da Fondazione Cariplo<\/strong> \u2013 da anni impegnata nel finanziamento dei lavori di restauro del complesso monumentale \u2013 e dalla Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte di Varese<\/strong>.<\/p>\n

Il restauro conservativo – nato all\u2019interno del pi\u00f9 ampio progetto \u201cLo scrigno del Sacro Monte di Varese: caso studio per la conservazione programmata dei Sacri Monti\u201d<\/strong> – \u00e8 stato intrapreso dall\u2019architetto Gaetano Arricobene<\/strong> e dalla ditta ICSA srl di Sesto Calende\u00a0 (Interventi Conservativi Storico Artistici) del restauratore Bruno Giacomelli<\/strong>, sotto la supervisione della Soprintendenza.<\/p>\n

Obiettivo della prima fase progettuale \u00e8 stato quello di mettere a punto una metodologia comune (buone prassi) per i nove Sacri Monti a partire dall\u2019indagine documentaria. La seconda fase si sta articolando nell\u2019applicazione del piano d\u2019azione definito, valutandone anche tempi, entit\u00e0 e ciclicit\u00e0<\/strong>.<\/p>\n

Le parole dell\u2019architetto Arricobene, progettista e direttore dei lavori<\/strong>, ci trasportano sulla Via Sacra e nella sua intensa atmosfera.
\n\u00abIn applicazione della metodologia messa a punto, si sono conclusi i lavori di restauro della XIII cappella<\/strong> – afferma \u2013 un\u2019opera che ci ricorda quanto siamo fortunati a conoscere, vivere e frequentare il Sacro Monte di Varese: uno scrigno pieno di opere d’arte. Noi oggi, dopo 18 mesi, guarderemo con occhi nuovi delle opere che ci conquistano ogni giorno con la loro meraviglia. L\u2019impegno \u00e8 stato grande<\/strong>: dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni abbiamo realizzato dei rilievi della struttura<\/strong> ed eseguito uno studio diagnostico<\/strong> sia della parte esterna che di quella interna, prendendo subito in esame le emergenze<\/strong>, come quelle relative alla cura dei manufatti, e valutando interventi sia di manutenzione che di restauro\u00bb.<\/p>\n

\u00abIl progetto di indagine, approvato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio<\/strong>, ci ha permesso di definire tutti gli interventi necessari, considerando anche i materiali pi\u00f9 adatti per il restauro. Grazie ai finanziatori, che hanno creduto nell’iniziativa di mettere a sistema gli interventi, dopo il restauro della XIII cappella, ci dedicheremo alla conservazione programmata dell’intero viale e di tutte le cappelle che si incontrano<\/strong>\u00bb.<\/p>\n

\u00abIl lavori proseguono gi\u00e0 da 18 mesi e sono rallentati dalle condizioni atmosferiche<\/strong>: era necessario scavalcare il periodo invernale e compiere le azioni con il microclima adeguato. Il monitoraggio della XIII cappella ci ha dato delle indicazioni dal punto di vista termoidrometrico<\/strong>. Conoscevamo le oscillazioni presenti nel corso dell’anno e dovevamo tenerne conto. Certe lavorazioni sulle statue<\/strong>, ad esempio, dovevano essere fatte assolutamente nel periodo giusto e non durante l’inverno\u00bb.<\/p>\n

\"\"\"\"<\/p>\n

\u00ab Il nostro \u00e8 un \u201cwork in progress<\/strong>\u201d, cio\u00e9 adattiamo man mano le previsioni fatte all’inizio, sempre relazionandosi con i finanziatori. Il progetto \u00e8 composto da varie fasi: la prima \u00e8 stata sicuramente di studio<\/strong>, con il coinvolgimento di altri enti. Abbiamo realizzato delle indagini di laboratorio nella direzione di una campagna diagnostica che ci ha permesso di individuare tutta una serie di aspetti, come quelli strutturali. Si devono valutare i danni causati dall\u2019acqua e il rischio sismico, proprio per effettuare un adeguamento. Il tutto viene realizzato nell’ambito del sito seriale dei Sacri Monti<\/strong>\u00bb.<\/p>\n

\"\"<\/p>\n

\u00abL\u2019aspetto pi\u00f9 importante di questo progetto \u00e8 quello di monitorare<\/strong>: le schede<\/strong> su cui stiamo ancora lavorando non dovranno essere tenute in un cassetto. Serviranno per capire gli interventi gi\u00e0 fatti, quelli previsti e la loro urgenza<\/strong>. Poi dal confronto tra chi opera – il restauratore – e chi coordina – la committenza – potranno nascere buoni risultati\u00bb.<\/p>\n

\u00abE\u2019 stata effettuata anche un\u2019indagine sulle coperture delle cappelle, fatte di coppi<\/strong>. Per la prevenzione dobbiamo agire come i nostri nonni<\/strong> qualche generazione fa, cose con cui noi abbiamo perso dimestichezza. Bisogna eliminare le piccole piante infestanti<\/strong> che, con il passare del tempo, riescono a scalzare la pietra e a compromettere tutto, facendo filtrare l\u2019acqua. Sono piccoli interventi, ma con un significato enorme, perch\u00e9 prevengono danni peggiori<\/strong>\u00bb.<\/p>\n

\u00abEntro questo inquadramento generale si collocano i lavori alla XIII cappella.
\nE\u2019 interessante indagare quali sono state le differenze in opera rispetto a quanto era stato deciso a tavolino<\/strong>, con la diagnostica. Non si vedevano, ad esempio, i gravi danneggiamenti del sottotetto<\/strong>, come le travi tarlate e gli intonaci staccati o mancanti. L\u2019abbiamo restaurato con delle travi nuove e reso accessibile in sicurezza, in modo che la manutenzione in futuro sia pi\u00f9 agevole\u00bb.<\/p>\n

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\u00abAbbiamo anche restaurato la porticina d\u2019ingresso<\/strong>, coperta da un dipinto su tela visibile solo se la si attraversa o dalle finestre. Abbiamo poi dovuto modificare il progetto iniziale relativo alla conservazione delle statue della cappelle<\/strong>. Lo studio non ha riguardato il livello superficiale – poich\u00e9 per questo erano gi\u00e0 stati fatte valutazioni e ripristini in tempi recenti da parte dell\u2019Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali (ICVBC)\u00a0 \u2013 ma il fatto che, secondo testimonianze da archivio e verbali, negli anni Novanta, c\u2019\u00e8 stata un\u2019abbondante nevicata che ha invaso in particolare la XIII cappella<\/strong> e ha coperto i piedi delle statute per 5 gioni, prima di essere rimossa. Conoscere questo evento ci ha permesso di capire lo stato di degrado di numerose statue\u00bb.<\/p>\n

\u00abCome per ogni cappella del Viale, \u00e8 stato poi importante rimuovere le foglie dai canali di scorrimento dell\u2019acqua, una prevenzione che serve a evitare il decadimento del manufatto e richiede tempo e supporto economico. Poich\u00e9 gli interventi sulle cappelle continueranno a lungo: useremo i fondi disponibili in modo oculato<\/strong>\u00bb.<\/p>\n

Bruno Giacomelli, restauratore della ICSA<\/strong> (Interventi Conservativi Storico Artistici) impegnato nei lavori della XIII cappella del Sacro Monte spiega che \u00abgrazie al lavoro di tanti operatori del settore esiste un\u2019ampia documentazione<\/strong> che permette di individuare quelle parti che mostrano un inizio di degrado in corso. Abbiamo eseguito delle schede che sono frutto di una lunga esperienza \u2013 prosegue – perch\u00e9 questo \u00e8 il nostro quinto \u00a0intervento di manutenzione. Abbiamo gi\u00e0 fatto alcune sperimentazioni con il Politecnico e con altri operatori del settore. La schedatura lascia una traccia che viene aggiornata quotidianamente e annualmente, nei quattro anni di intervento\u00bb<\/p>\n

\"\"\"\"<\/p>\n

\u00abAvremo cos\u00ec inizialmente degli interventi di emergenza o di blocco della causa del degrado, poi, con il proseguire, verranno aggiornate le schede e si passer\u00e0 ad azioni di programmazione annuale o mensile<\/strong>. Poi, se ci sono dei finanziamenti o altri progetti che intervengono in maniera pi\u00f9 massiccia attraverso questa schedatura si spr\u00e0 individuare quali sono i monumenti di questo splendido parco di opere che hanno una maggiore necessit\u00e0\u00bb.<\/p>\n

Giacomelli, spiegando che gli interventi realizzati<\/strong> sono stati: la messa in sicurezza delle parti instabili, la rimozione delle piante infestanti e la pittura delle superfici lapidee, con l\u2019eliminazione delle efflorescenze saline che si sono formate nel corso del tempo<\/strong>. Per completare l’intervento \u00e8 stato posizionato all’interno della cappella un deumidificatore che eviter\u00e0 la risalita di umidit\u00e0 dal terren<\/strong>o.<\/p>\n

Il restauratore ha poi ricordato che \u201cil monitoraggio \u00e8 fondamentale: a livello stagionale vengono individuati degli elementi che hanno bisogno di una maniutenzione costante, senza la quale la natura stessa interviene con il suo degrado<\/strong>. Prima del nostro intervento la XIII cappella mostrava i segni di un susseguirsi di variazioni che hanno determinato macchiature, come le differenze nel colore delle superfici dovute ai muschi, ai licheni e all’alterazione cromatica dei materiali differenti. La pietra viene da Viggi\u00f9, poi ci sono le stuccature in cemento e in altri materiali: anch\u2019esse hanno subito un degrado e tendono a scurire nel tempo. Sono state rilevate tutte le situazioni classiche di degrado, come la vegetazione infestante o l\u2019umidit\u00e0 di risalita, ma\u00a0 l\u2019ambiente non \u00e8 classico, perch\u00e9 oltre a essere pi\u00f9 soggetto ad attacchi meteorologici, \u00e8 stupendo da vedere, da visitare e da vivere<\/strong>\u00bb.<\/p>\n

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Tra le cose pi\u00f9 inaspettate?<\/strong> Oltre al danno causato dalla neve, sicuramente la rilevazione del \u201ccuore nero<\/strong>\u201d all\u2019interno delle statue, ovvero \u00abdei residui di materiale organico presenti nell\u2019argilla che non hanno subito la combustione durante la cottura\u00bb.<\/p>\n

Infine le parole dell\u2019architetto Luca Rinaldi, della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese<\/strong>: \u00abSono cresciuto a Sant\u2019Ambrogio e il Sacro Monte ha sempre fatto parte dell\u2019orizzonte della mia vita<\/strong>. Professionalmente, ho seguito la storia dei lavori di restauro compiuti sulle cappelle<\/strong>, come quello discutibile di 30 anni fa compiuto proprio sulla XIII cappella, che \u00e8 stato tanto costoso, realizzato in modo dilettantistico e non seguito dalla Soprintendenza. Ho potuto monitorare tutti gli interventi eseguiti in questi anni con una metodologia condivisa sul sito seriale dei Sacri Monti: finalmente anche il Sacro Monte di Varese entra in questo importante dialogo operativo!<\/strong> Il progetto in atto non \u00e8 solo di prevenzione e conservazione, \u00e8 proprio un restauro degli errori compiuti in passato.
\nE’ assolutamente lodevole: ci aspettiamo che via via, recuperando e pubblicando contributi scientifici e critici sulla storia dei lavori in corso, ogni passaggio possa essere preservato\u00bb.<\/p>\n

\"\"<\/p>\n

\u00abL\u2019intervento degli anni \u201980 e \u201990 ha cancellato completamente l\u2019importante fase di restauri compiuti dal Pogliaghi, di cui non esiste pi\u00f9 nulla, se non poche foto in bianco e nero.
\nCon “Lo scrigno del Sacro Monte di Varese” prender\u00e0 finalmente il via una riflessione seria e scientifica sugli interventi che si fanno al Sacro Monte, una realt\u00e0 che sta a cuore a tutti noi varesini!<\/strong>\u00bb.<\/p>\n

Chiara Ambrosioni<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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