{"id":47423,"date":"2018-10-20T10:00:43","date_gmt":"2018-10-20T08:00:43","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=47423"},"modified":"2018-10-23T11:40:24","modified_gmt":"2018-10-23T09:40:24","slug":"la-stagione-musicale-comunale-2018-2019","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-stagione-musicale-comunale-2018-2019\/","title":{"rendered":"La Stagione Musicale Varesina 2018-2019"},"content":{"rendered":"

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Varese -La Stagione Musicale varesina<\/a> \u00e8 giunta alla sua ventesima edizione: un bellissimo traguardo per il Maestro Fabio Sartorelli <\/a><\/strong>– che la mette a punto anno dopo anno – e un\u2019opportunit\u00e0 per chi ama la musica di fare uno splendido viaggio in un mondo nel quale Sartorelli sa trasportare con tanta passione.<\/p>\n

A partire dall\u2019esaltazione dell\u2019italianit\u00e0<\/strong>, che ci rinfanca e ci contagia.
\n\u00abAdoro gli autori italiani: sono i migliori in assoluto! Non ci sono autori che possano stare al pari con i nostri, <\/strong>– afferma il Maestro – lo stesso Bach ha avuto bisogno dello stile italiano per essere Bach. La melodia \u00e8 un dono italiano<\/strong>. Certo, quello che ha fatto Mozart \u00e8 assolutamente straordinario, ma si ridimensiona senza le opere in musica. \u201cCos\u00ec fan tutte\u201d, \u201cLe nozze di Figaro\u201d, \u201cDon Giovanni\u201d, \u201dIdomeneo\u201d sono opere italiane, scritte in modo sublime, come \u2013 magari – nessun italiano avrebbe potuto fare, ma il modello viene da noi.
\nE\u2019 fondamentale riconoscere il ruolo dell\u2019Italia rispetto alla Storia, in tutti i campi<\/strong>. Ed \u00e8 importante che ne prendano coscienza gli italiani!\u00bb.<\/p>\n

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Fabio Sartorelli, oltrech\u00e9 musicista, \u00e8 un grande divulgatore:<\/strong> insegna storia della musica al Conservatorio di Como<\/strong> e \u00abGuida all\u2019ascolto dell\u2019opera lirica e del balletto\u00bb all\u2019Accademia del Teatro alla Scala di Milano<\/strong>. Tiene regolarmente corsi e lezioni alla Scala in collaborazione con la Bocconi e il Piccolo Teatro,<\/strong> e a Ca\u2019 Foscari<\/strong> di Venezia. Le sue parole conquistano e guidano ciascuno di noi<\/strong>.
\nE ci conducono alla scoperta della Stagione Musicale Comunale 2018-2019<\/strong>.<\/p>\n

\u00abLa Stagione \u00e8 iniziata con me e i vent’anni raggiunti sono un grande traguardo.<\/strong> E\u2019 un\u2019esperienza che ripeto sempre con grande piacere \u2013 afferma Sartorelli – perch\u00e9 il pubblico ci segue e c\u2019\u00e8 una partecipazione calorosa! E’ composta da dieci concerti, gli ultimi due sono un regalo, a scopo\u00a0 benefico<\/strong>\u00bb.<\/p>\n

Quanto alla sua genesi, \u00abIo so quello che ci deve essere nella Stagione<\/strong>. \u2013 sottolinea il Maestro – Lungi da me un approccio di tipo intellettualistico o l\u2019idea di un tema, che \u00e8 una cosa superata. Certo non ho il budget delle grandi istituzioni, ma devo fare le cose come loro<\/strong>. Allora mi organizzo e guardo quello che fanno i grandi, a livello di potenzialit\u00e0 economiche, in giro per l’Italia. Intercetto gli artisti e – favorito dalla vicinanza con Malpensa \u2013 li porto qua, anche per scoprire la bellezza della nostra citt\u00e0\u00bb.<\/p>\n

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Il maestro Sartorelli gode di una grande fiducia da parte di chi lo segue e frequenta la sua Stagione. Tutti gli appassionati saranno felici di scoprire le meraviglie in programma.
\n\u00abIl 26 di ottobre<\/strong> ho, in apertura, un\u2019eccellenza italiana \u2013 racconta – Il Giardino Armonico con Giovanni Antonini<\/strong>. Antonini dirige a Berlino i Berliner \u00a0Philarmoniker, il pi\u00f9 grande complesso orchestrale al mondo. Ha anche un suo gruppo, Il Giardino Armonico, con il quale fa musica barocca. E\u2019 nato artisticamente con loro. Eseguiranno un programma bellissimo con Vivaldi, Marchitelli, Fiorenza e Gesualdo da Venosa<\/strong>. Anche gli autori meno noti sono assolutamente sorprendenti\u00bb.<\/p>\n

\u00abUno di loro lo fu anche nella vita – continua a narrare Sartorelli – Gesualdo da Venosa<\/strong> era un grande autodidatta e anche Principe, vissuto alla fine del Cinquecento vicino a Napoli. Scriveva musica come un pazzo e nessuno osava dirgli niente, aveva persino una tipografia privata per stampare la sua musica in un numero limitatissimo di copie. Aveva sposato una D\u00e0valos, una delle pi\u00f9 belle donne al mondo, che aveva ucciso dopo averla scoperta con l\u2019amante. Gesualdo lasci\u00f2 subito Venosa non tanto perch\u00e9 temesse le ire della giustizia – nessuno poteva toccarlo, era giudice di se stesso! E poi, all\u2019epoca, il delitto d’onore funzionava ancora a quella latitudine. Se ne and\u00f2 perch\u00e9 temeva le ire dei parenti della moglie morta. Si stabil\u00ec a Ferrara mantenendo tutti i suoi privilegi. Il grande Torquato Tasso<\/strong> disse che Da Venosa era l\u2019unico compositore per il quale avrebbe scritto qualche verso!\u00bb.<\/p>\n

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Il 9 di novembre<\/strong> suoner\u00e0 Mikhail Pletnev<\/strong>. \u00abPer questo concerto ho gi\u00e0 prenotazioni da Dresda e dalla Svizzera. Per rendersi conto della bravura di questo artista basti pensare che l\u2019etichetta Deutsche Grammophon<\/strong>, che da sempre si occupa di musica classica, ha fatto una serie discografica che si chiama \u201cI grandi pianisti del XX e del XXI secolo\u201d. Se nel XXI secolo ci sono molti giovani pianisti, nel XX si ricordano grandi artisti scomparsi – come Vladimir Horowitz, Arturo Benedetti Michelangeli e Svjatoslav Richter – e ancora viventi, come Maurizio Pollini e il nostro Pletnev. E\u2019 uno dei grandissimi<\/strong> ed eseguir\u00e0 un programma molto classico, Mozart e Beethoven, per\u00f2 di Beethoven far\u00e0 le ultime due sonate, la 110 e la 111, la summa del suo pensiero\u00bb.<\/p>\n

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\u00abPer il concerto del 23 novembre<\/strong> ho il Pavel Haas Quartet<\/strong>. Insieme a Simone Gramaglia<\/strong> – viola del Quartetto di Cremona<\/strong> – affronteranno il quintetto di Dvo\u0159\u00e1k che per archi, opera 97\u00bb.<\/p>\n

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\n\u00abDa non perdere anche il quarto appuntamento della Stagione: il 19 dicembre<\/strong> saremo nella Basilica di San Vittore<\/strong> con The Swingles<\/strong>, il celebre gruppo inglese nato all’inizio degli anni \u201960 che ha \u00a0inventato la pratica di affrontare con le voci il repertorio strumentale<\/strong>. Per The Swingles, noti per l\u2019interpretazione della sigla di Quark, c\u2019\u00e8 stata una straordinaria apertura da parte della Basilica di San Vittore, che ha voluto conoscere il programma in anticipo, per adattarlo al luogo. Sono riusciti a mettersi d\u2019accordo, con scambi affettuosi e ricchi di rispetto reciproco, nei quali io ero l’intermediario. Per\u00f2 \u00e8 saltato un pezzo dei Beatles! Per \u201cNatale con gli Swingles\u201d bisogner\u00e0 comprare il biglietto e arrivare presto in chiesa. La serata sar\u00e0 in collaborazione con Sole Voci di Fausto Caravati<\/strong> \u00bb.<\/p>\n

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\u00abIl 25 gennaio<\/strong> suoner\u00e0 Beatrice Rana<\/strong> una giovane pianista italiana che \u00e8 il meglio del meglio. E\u2019 gi\u00e0 stata a Varese, ma allora le avevo dato, praticamente, il rimborso della benzina. Per riaverla ci sono voluti due anni di trattative e anche i costi sono cambiati!
\nIl programma \u00e8 bellissimo: gli Studi di Chopin op.25, Miroirs di Ravel e \u201cL\u2019uccello di fuoco\u201d \u00a0di Stravinskij, nella trascrizione di Guido Agosti\u00bb.<\/p>\n

Anche questa articolata Stagione Musicale, ricca di cose molto diverse, si tinge dei toni della ricerca di Sartorelli: un\u2019indagine musicale in cui il passato si fonde con il presente<\/strong>. Le note si rigenerano con l\u2019uso di strumenti nuovi, che non esistevano neppure quando sono state scritte.<\/p>\n

\u00abIl 10 febbraio<\/strong> ho antico e moderno insieme. Claudio Monteverdi<\/strong>, eccellenza italiana, cantato dal soprano di fama internazionale Francesca Lombardi Mazzulli insieme con Emanuele Cisi<\/strong> al sax<\/strong>. Fanno una cosa molto particolare: \u201cRound M\u201d, \u201cIntorno a Monteverdi\u201d. E\u2019 Monteverdi con gli strumenti originali (clavicembalo, strumenti barocchi, …) affrontato con le tecniche del jazz. E non solo. Cisi \u00e8 una sassofonista straordinario, un italiano che \u00e8 stato chiamato a Juilliard School di New York<\/strong> per insegnare sassofono\u00bb.<\/p>\n

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\u00abIl 24 febbraio<\/strong> sar\u00e0 la volta di Sabine Meyer<\/strong>, che una delle pi\u00f9 grandi clarinettiste al mondo. Si esibir\u00e0 insieme con l\u2019Alliage Quintett<\/strong>, un gruppo di sassofonisti con un pianista. Anche loro, per un caso, faranno \u201cL\u2019uccello di fuoco\u201d\u00bb.<\/p>\n

\u00abIl 10 marzo<\/strong> poi c’\u00e8 il grande flautista Emmanuel Pahud<\/strong>, con Trevor Pinnock<\/strong> al clavicembalo e Jonathan Manson<\/strong> al violoncello, entrambi di fama mondiale. Faranno tutto Bach e saranno tre concerti in uno, perch\u00e9 ciascuno dei tre artisti si esibisce anche da solo\u00bb. Un melomane varesino residente a Parigi ha scritto una mail a Sartorelli, stupefatto per l\u2019importanza del concerto \u2013 le date autunnali parigine di Pahud sono esaurite gi\u00e0 da sei mesi – e chiedendogli di riservargli dei biglietti. Torner\u00e0 nella sua citt\u00e0 per la grande occasione!<\/p>\n

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\u00abPoi, il 28 marzo,<\/strong> ecco il Rias Kammerchor Berlin<\/strong>. L\u2019anno scorso c\u2019era il Coro della Scala e la coda davanti alla Basilica arrivava fino al Caff\u00e8 Biffi! Erano pi\u00f9 di mile persone! Sto cercando di mettere insieme tutte le maggiori formazioni corali del mondo e mi mancava il Rias, che sar\u00e0 a Varese con un programma incredibile<\/strong>. Canteranno la Messa da Requiem di Tomm\u00e0s Luis de Victoria <\/strong>– che \u00e8 una delle prime Messe da Requiem scritte nella storia, un pezzo del 1603 – quindi la Messa di un autore vivente, Bernat Vivancos<\/strong>. Anche lui \u00e8 spagnolo come de Victoria: il Coro Rias gli ha chiesto di scrivere oggi dei pezzi con le tecniche di allora. Non faranno l\u2019intera messa del primo e poi quella del secondo, ma alterneranno un pezzo di de Victoria a uno di Vivancos, in un intreccio molto bello, anche intellettualmente, tra l\u2019inizio del Seicento e i giorni nostri<\/strong>\u00bb.<\/p>\n

Il tema del Requiem porta Sartorelli a un\u2019appassionata riflessione.
\n\u00abIl Requiem di Mozart \u00e8 la paura dell’uomo di fronte alla morte<\/strong>, il \u00a0Requiem di Brahms \u00e8 meraviglioso perch\u00e9 non \u00e8 scritto per quelli che se ne vanno, ma per quelli che restano<\/strong>. Brahms ha scritto un Requiem per consolare coloro che rimangono a piangere quelli che se ne sono andati. Ha preso le parti della Bibbia che gli interessavano, togliendo tutte quelle pi\u00f9 strettamente teologiche, come le parole relative alla Risurrezione, e scegliendo \u00a0solo quelle pi\u00f9 profondamente umane. Invece Vivancos ci d\u00e0 questo senso di pacificazione assoluta e totale<\/strong>. La morte come un respiro, come un qualcosa assolutamente naturale. E\u2019 interessante sapere che Bernat Vivancos verr\u00e0 a Varese!<\/strong>
\nOltre ad essere presente al concerto preparer\u00e0 il Coro da Camera di Varese di Gabriel Conti<\/strong> nell\u2019esecuzione di 2 o 3 pezzi suoi\u00bb.<\/p>\n

In questo ventesimo anniversario si continuer\u00e0 a \u201cfar rete\u201d anche nel campo della musica<\/strong>: infatti il 19 maggio<\/strong> si esibir\u00e0, fuori abbonamento, il gruppo Polifonico Josquin Despres<\/strong> di Francesco Miotti<\/strong>, il Coro da Camera Sine Nomine <\/strong>di Giuseppe Reggiori e l\u2019Orchestra da Camera <\/strong>di Ildebrando Pizzetti<\/strong>, diretti da un giovane Enrico Saverio Pagano<\/strong>. Insieme faranno la \u201cNelson Mass\u201d di Haydn<\/strong>. Si potr\u00e0 non essere d\u2019accordo nel celebrare Nelson, che aveva cercato di fermare la Rivoluzione Francese, ma la messa di Haydn \u00e8 bellissima. Tra l’altro a Villa Panza, a partire da gennaio, ci sar\u00e0 il \u201cCantiere Nelson<\/strong>\u201d: sar\u00e0 quindi possibile assistere alle prove di montaggio di questa messa una volta al mese \u2013 pubblicheremo sul nostro sito<\/a> le date – e il pubblico, gratuitamente, potr\u00e0 andare ad ascoltare le prove fino al di 19 maggio<\/strong>, quando il concerto verr\u00e0 eseguito in Basilica<\/strong> a favore di \u201cAmico Fragile onlus<\/strong>\u201d, un’associazione che si occupa delle persone pi\u00f9 fragili: le donne e i bambini vittime di abusi e di violenze. Tutto il ricavato andr\u00e0 a loro\u00bb.<\/p>\n

Concludendo, il Maestro Sartorelli ringrazia tutti gli sponsor<\/strong>: \u00abNon sar\u00f2 mai imbarazzato nel farlo! \u2013 afferma con entusiasmo – Economia e Cultura devono andare nella stessa direzione, altrimenti ci si ferma<\/strong>. Ricordo la \u201cLode all\u2019Odol\u201d di Puccini<\/strong>: era un colluttorio! Oppure gli spot di Mascagni<\/strong> per l’olio automobilistico. O le meravigliose disquisizioni di D’Annunzio<\/strong> su \u201cse l\u2019automobile sia maschio o femmina\u201d concludendo, con il senatore Agnelli, che essendo veloce ed elegante, ma anche capricciosa, non pu\u00f2 essere che femmina!\u00bb.<\/p>\n

Per iscriversi alla Stagione Musicale 2018\/2019<\/strong> si pu\u00f2 andare da Molteni Strumenti Musicali<\/strong> in piazza Repubblica oppure al Teatro Openjobmetis<\/strong>. Per le serate in programma\u00a0 il costo \u00e8 100 euro (fino a 26 anni) o 150 euro.
\nIl sito a cui fare riferimento \u00e8
www.stagionemusicale.it<\/a>.<\/p>\n