{"id":46468,"date":"2018-08-27T12:30:38","date_gmt":"2018-08-27T10:30:38","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=46468"},"modified":"2018-08-23T12:13:23","modified_gmt":"2018-08-23T10:13:23","slug":"in-viaggio-con-salvador-dali-tra-psiche-e-storia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/in-viaggio-con-salvador-dali-tra-psiche-e-storia\/","title":{"rendered":"In viaggio con Salvador Dal\u00ec tra psiche e storia"},"content":{"rendered":"

La storia di Dal\u00ec \u00e8 avvincente, intensa, anche se segnata dal dolore<\/strong>.<\/p>\n

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\nPoche righe non bastano per approfondire la sua importanza come artista e come uomo, ma offriranno un nuovo sguardo sulla sua vita<\/strong>. Su un percorso artistico che diventa sempre pi\u00f9 originale e alternativo affondando le radici nei traumi dell’infanzia e dell\u2019adolescenza.<\/p>\n

Un racconto che ci porter\u00e0 da Figuera, la citt\u00e0 catalana dove nacque nel 1904, fino a Gavirate in provincia di Varese<\/strong>, dove il 31 agosto terminer\u00e0 la mostra \u201cIl genio di Dal\u00ec\u201d<\/a> presso l’Historian Gallery<\/a><\/strong>: un\u2019occasione imperdibile per ammirare le poco note illustrazioni realizzate per la Sacra Bibla e la Divina Commedia<\/strong>. Luogo di innovazioni tecniche e, soprattutto, spirituali.<\/p>\n

\"\"<\/p>\n

Salvador Dal\u00ec nacque in una famiglia benestante<\/strong>: il padre era avvocato e notaio. Nove mesi prima della sua nascita il fratello, che portava lo stesso nome, era morto di meningite: non aveva ancora tre anni. Quando comp\u00ec 5 anni i genitori – un padre rigido e una madre amante dell\u2019arte – lo accompagnarono sulla tomba del fratello e gli dissero che ne era la reincarnazione<\/strong>. Il piccolo Salvador se ne convinse e pianse la morte del suo omonimo per tutta la vita, arrivando ad affermare: \u201cci somigliavamo come due gocce d\u2019acqua … probabilmente lui era la prima versione di me, ma concepito in termini assoluti\u201d.
\nUn fardello pesante da portare<\/strong>.
\nAveva anche una sorella,\u00a0 Ana Mar\u00eca<\/strong>, che in seguito avrebbe scritto un libro a lui dedicato.<\/p>\n

Dal\u00ec inizi\u00f2 a frequentare una scuola d\u2019arte<\/strong>. Nel 1919, durante una vacanza a Cadaqu\u00e9s, scopr\u00ec la pittura moderna grazie a un amico e artista che frequentava Parigi.
\nPoi, quando aveva solo 16 anni, fu segnato dal secondo trauma della sua giovane vita: mor\u00ec la madre<\/strong>, che amava molto ed era la sola che appoggiava con entusiasmo\u00a0 le sue aspirazioni artistiche. Disse di lei: \u201cNon potevo rassegnarmi alla perdita della persona su cui contavo per rendere invisibili le inevitabili imperfezioni della mia anima\u201d. Il padre, nonostante fosse una persona rigida e non condividesse gli interessi del figlio, ne riconobbe la bravura e, nel 1920, allest\u00ec una mostra di suoi disegni a Figuera<\/strong>.<\/p>\n

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A partire dal 1922<\/strong> il giovane artista si iscrisse all’Academia de San Fernando<\/strong>, l\u2019Accademia di Belle Arti di Madrid.<\/p>\n

Era un tipo molto particolare, appariscente<\/strong>: per idee e aspetto. Nella Residenza per studenti in cui viveva strinse amicizia con il futuro regista Luis Bu\u00f1uel e con Federico Garc\u00eda Lorca, che sarebbe diventato uno dei maggiori poeti e drammaturghi spagnoli<\/strong>. Il loro legame rest\u00f2 sempre saldo. Nel 1926<\/strong> ebbe bruscamente termine l\u2019esperienza di studio: poco prima degli esami finali Dal\u00ed fu espulso dall’Academia<\/strong>. Non solo aveva detto che nessuno l\u00ec dentro era \u201cabbastanza competente per esaminarlo\u201d, ma aveva anche svolto attivit\u00e0 politiche contro il Governo.<\/p>\n

Lasciata Madrid raggiunse Parigi<\/strong>: vedeva la capitale per la prima volta e ne fu conquistato. Incontr\u00f2 Pablo Picasso e Juan Mir\u00f2<\/strong>. In seguito, nella definizione di uno stile personale che fondeva avanguardia e classicismo, la loro influenza e quella dell\u2019opera di Giorgio De Chirico e Yves Tanguy<\/strong>, maestri dell’inconscio tradotto su tela, si intrecciarono profondamente con il riferimento ai maestri Rinascimentali incontrati<\/strong> nel corso degli studi.
\nDal\u00ec si esprimeva usando, di volta\u00a0 in volta, tecniche classiche e tecniche moderne<\/strong>.
\nA volte le utilizzava insieme, raggiungendo quei risultati che attirarono l\u2019attenzione dei critici. Questo interesse, positivo ma anche negativo, gli diede una fama incredibile e Dal\u00ec sottoline\u00f2 questo momento facendosi crescere quei baffi cos\u00ec particolari, che si ispiravano al maestro del Seicento Vel\u00e0zquez e che divennero un suo tratto caratteristico<\/strong><\/p>\n

Il 1929<\/strong> fu un anno molto importante per l\u2019artista: lavor\u00f2 con l\u2019amico Bu\u00f1uel<\/strong> alla sceneggiatura del cortometraggio \u201cUn chien andalou\u201d (in seguito avrebbe lavorato anche con Alfred Hitchkok e Luchino Visconti<\/strong>), incontr\u00f2 la sua musa e futura compagna Gala<\/strong> (un\u2019espatriata russa che allora era moglie di un poeta surrealista) fece numerose mostre e si un\u00ec al gruppo dei Surrealisti<\/strong>.
\nAnche Dal\u00ec voleva usare la sua arte come espressione dell\u2019inconscio, ma il suo surrealismo era del tutto personale e ricco di richiami alla psicanalisi freudiana, fatto di una tecnica minuziosa, ricca di simboli<\/strong>.<\/p>\n

In quel periodo Dal\u00ec ruppe i rapporti con il padre<\/strong>, infuriato con il figlio per gli atteggiamenti che riteneva immorali e sacrileghi.<\/p>\n

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Poco dopo Dal\u00ec e Gala si traferirono nell\u2019incantevole baia di Port Lligat<\/strong>, dove decisero di vivere e dove, nel 1930<\/strong> l\u2019artista teorizz\u00f2 il suo \u201cmetodo paranoico-critico\u201d<\/strong> che consisteva nella ripetizione ossessiva di elementi legati alla parte pi\u00f9 profonda dell\u2019inconscio, quella dei conflitti familiari, delle pulsioni sessuali, dell\u2019amore e della morte. La contemplazione di questi elementi portava alla loro trasmutazione, realizzata in uno stato allucinatorio.<\/p>\n

\"\"Nel 1934 Salvador spos\u00f2 Gala<\/strong>.<\/p>\n

Mentre la fama cresceva, la vita di Dal\u00ec fu segnata da prese di posizione che lo resero sgradito a molti<\/strong>, come quando, nel 1934, fu espulso dal Movimento Surrealista<\/strong> perch\u00e9 non si era espresso chiaramente contro il fascismo. In realt\u00e0 la sua era una posizione apolitica<\/strong> e la sua risposta fu: \u201cIl Surrealismo sono io!<\/strong>\u201d. Due anni dopo Dal\u00ed partecip\u00f2 all’Esposizione internazionale surrealista di Londra<\/strong>, presentandosi vestito da palombaro<\/strong> e rischiando di soffocare dentro lo scafandro.<\/p>\n

Quando scoppi\u00f2 la Seconda Guerra Mondiale, i Dal\u00ec si trasferirono per 8 anni a New York<\/strong> e Salvador si riavvicin\u00f2 al cattolicesimo<\/strong>.<\/p>\n

Ed ecco emergere il legame tra l\u2019artista catalano e il varesotto<\/strong>: nel 1950, in vista del 700\u00b0 anniversario della nascita di Dante Alighieri, il governo italiano commission\u00f2 all\u2019artista l\u2019illustrazione della Divina Commedia<\/strong>.<\/p>\n

Tra il 1950 e il 1959 Dal\u00ec realizz\u00f2 100 incredibili acquarelli<\/strong> che, riprodotti su matrici e poi stampati come xilografie, vennero raccolti in un prezioso volume dalla Salani Editore<\/strong>, attiva nel mondo dell\u2019Arte gi\u00e0 dal 1862.<\/p>\n

\"\"34 tavole per l\u2019Inferno, 33 per il Purgatorio e 33 per il Paradiso trasportano lo spettatore nel viaggio di Dante e nel percorso di redenzione di Dal\u00ec stesso<\/strong>.
\nVennero pubblicati 3000 lavori. Nelle sale dell\u2019Historian Gallery si ha l\u2019opportunit\u00e0 di contemplare la serie completa, tratta dall\u2019esemplare numero 2428.<\/p>\n

Nel \u201951 i Dal\u00ec tornarono in Catalogna<\/strong>, Franco era ancora a capo del Governo.<\/p>\n

Nel 1960 Dal\u00ec inizi\u00f2 a lavorare al Teatro Museo di Figuera, la sua citt\u00e0 natia<\/strong>.<\/p>\n

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Ed ecco il secondo collegamento con la mostra di Gavirate: all\u2019inizio degli anni \u201960 il collezionista italiano Giuseppe Albaretto, amico di Dal\u00ec da anni, commission\u00f2 all\u2019artista l\u2019illustrazione di una preziosa edizione della Sacra Bibla<\/strong>, per riavvicinare Salvad\u00f2r alla Fede e alleviare la dominazione emotiva esercitata su di lui dalla moglie Gala.<\/p>\n

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Dal\u00ec dipinse 105 tavole serilitografiche<\/strong> per illustrare dei passi della Vulgata \u2013 la traduzione latina da San Girolamo risalente al IV secolo. Le illustrazioni, poi raccolte in 5 volumi rilegati in pelle ed edite da Rizzoli<\/strong>, consentirono all\u2019artista di sperimentare nuove tecniche artistiche, come l\u2019uso di una sorta di archibugio per lanciare l’inchiostro sulla tela.
\nTutte le immagini tratte dall\u2019edizione luxus numero 1095 di 1499 sono esposte all\u2019Historian Gallery, sul nostro lago, fino al 31 agosto<\/strong>.<\/p>\n

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In questo periodo Dal\u00ec realizz\u00f2 molte cose, come il logo dei lecca-lecca Chupa Chups,<\/strong> ma si concentr\u00f2 soprattutto sul progetto \u00a0del Teatro Museo<\/strong>, operandovi piccoli ritocchi fino a met\u00e0 anni Ottanta.<\/p>\n

Proprio nel 1980<\/strong> accadde qualcosa che non \u00e8 mai stato chiarito e che tolse a Dal\u00ec la capacit\u00e0 di creare: prese dei medicinali che gli danneggiarono il sistema nervoso<\/strong>, provocando un forte tremito alle mani. Forse gli furono somministrati inavverititamente dalla moglie. Gala mor\u00ec nel 1982 e Salvador Dal\u00ec concluse la sua vita nel 1989 a Figuera e nel suo testamento lasci\u00f2 allo Stato Spagnolo tutte le opere e propriet\u00e0<\/strong>.<\/p>\n

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Fu sepolto all’interno del suo Teatro Museo<\/strong>.
\nL\u2019edificio era un teatro distrutto dalle fiamme durante la Guerra Civile Spagnola: Dal\u00ec lo scelse per ospitare la pi\u00f9 grande collezione delle sue opere e l\u2019ha reso un luogo indimenticabile, il pi\u00f9 visitato in Spagna dopo il Prado di Madrid<\/strong>. Un museo diverso da ogni altro, dove non vengono posti limiti all\u2019immaginazione.<\/p>\n

\"\"L\u2019impatto \u00e8 fortissimo: il visitatore viene trasportato in un mondo unico, creato dall\u2019artista. Viene guidato ogni giorno tra le scene di una rappresentazione che muove dal passato e attraversa tutti i momenti della sua carriera.<\/p>\n

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Negli spazi suggestivi del Teatro Museo si possono ammire installazioni, disegni a matita, fotografie, dipinti e anche gioielli<\/strong>.<\/p>\n

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Ma, per chi voglia apprezzare ben 205 lavori di Dal\u00ec, una sfaccettatura della sua opera, senza arrivare in Catalogna, \u00e8 possibile visitare la mostra \u201cIl Genio di Dal\u00ec\u201d.<\/strong><\/p>\n

Il direttore dell\u2019Historian Gallery Luca Verzelloni<\/strong> racconta con soddisfazione: \u00abSono arrivate migliaia di persone per visitare la mostra: dall\u2019Italia, da Strasburgo, dalla Svizzera e da molti paesi. Come primo esperimento sui laghi \u00e8 assolutamente positivo<\/strong>. E\u2019 la dimostrazione che, quando si lavora bene, i risultati ci sono. Noi responsabili dell\u2019Historian Gallery siamo fiduciosi per la riuscita delle nostre prossime iniziative. Stiamo infatti pensando di attivare un servizio navetta gratuito dalle Stazioni Nord alla galleria<\/strong>\u00bb.<\/p>\n

\u00abQuanto ai nostri progetti futuri, stiamo lavorando a una mostra su Giorgio De Chirico che, verosimilmente, aprir\u00e0 tra ottobre e novembre prossimi<\/strong>. Abbiamo raccolto il materiale necessario richiedendolo a privati e a musei: presenteremo opere molto interessanti, tra cui delle tavole acquarellate a mano. Grazie alla lunga esperienza<\/strong> acquisita nel mondo delle mostre d\u2019Arte, tra Lugano, Varese, la Reggia di Caserta, Perugia e Villa Litta a Lainate, stiamo concludendo i passagi legali per le concessioni e stiamo preparando il catalogo\u00bb.<\/p>\n

E il viaggio onirico di Salvador Dal\u00ec continuer\u00e0 nel nostro sguardo.<\/p>\n

Chiara Ambrosioni<\/p>\n

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