{"id":44674,"date":"2018-05-01T08:22:39","date_gmt":"2018-05-01T06:22:39","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=44674"},"modified":"2018-05-01T08:30:23","modified_gmt":"2018-05-01T06:30:23","slug":"valeria-pasta-morelli-alla-pinacoteca-zust","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/valeria-pasta-morelli-alla-pinacoteca-zust\/","title":{"rendered":"Valeria Pasta Morelli alla Pinacoteca Z\u00fcst"},"content":{"rendered":"
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Valeria Pasta, Fanciulla con fotografia<\/figcaption><\/figure>\n

La Pinacoteca Z\u00fcst ha ricevuto di recente un\u2019importante donazione di opere \u2013 34 dipinti, anfore, album di studi, medaglie e diplomi \u2013 di una delle rare donne pittrici che il Ticino conti: Valeria Pasta Morelli (Mendrisio 1858 \u2013 Milano 1909).<\/strong> Rare e oltretutto spesso confinate nell\u2019ambito familiare. Anche per questo motivo spesso dimenticate.<\/p>\n

\u00c8 stata la nipote, Valeria Morelli Razzini (1923-2014<\/strong>), che portava lo stesso nome della nonna, a destinare alla sua morte il lascito al museo in memoria e onore dell\u2019artista ma anche come segno di stima per il lavoro svolto dalla Pinacoteca.<\/p>\n

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Foto Valeria Pasta<\/figcaption><\/figure>\n

Valeria, che avr\u00e0 come maestri anche Bartolomeo Giuliano e Sebastiano De Albertis, fu una delle poche ragazze a frequentare l\u2019Accademia di Brera a Milano.<\/strong> Qui raccolse premi e riconoscimenti, mentre in patria la \u201cGazzetta ticinese\u201d la celebrava come \u201cesimia giovane artista\u201d ricordando un suo dipinto allegorico realizzato per il carnevale di Mendrisio. Il matrimonio con un alto funzionario dell\u2019esercito italiano chiuder\u00e0 tuttavia le sue ambizioni, confinandola nel circuito domestico, l\u2019unico ritenuto adatto a una donna della sua posizione.<\/strong><\/p>\n

La mostra intende far luce per la prima volta sulla personalit\u00e0 artistica di Valeria, non mancando tuttavia di contestualizzarla nel particolare ambito familiare nel quale si muoveva<\/strong>. Valeria era infatti figlia del noto dottor Carlo Pasta, consigliere nazionale e promotore, tra le altre imprese, della ferrovia e dell\u2019industria alberghiera sul Monte Generoso.<\/strong> Lo zio era invece Bernardino Pasta, un pittore<\/strong> appartenente alla cerchia degli Induno che godette di buona fama. A queste figure cos\u00ec importanti sono quindi dedicate le prime sale della mostra.<\/p>\n

\"\"Una sezione presenta inoltre opere di altre donne artiste attive nel Cantone Ticino negli stessi anni<\/strong>, come Marie-Louise Audemars Manzoni, Giovanna B\u00e9ha-Castagnola, Adele Andreazzi, Olga Clericetti, Elisa Rusca, Antonietta Solari e Regina Conti. Appartenenti quasi tutte a famiglie della borghesia locale, non frequentavano per\u00f2 le Accademie n\u00e9 le scuole di disegno dislocate sul territorio. Donne di buona famiglia, che coltivavano privatamente la loro passione per l\u2019arte, come un hobby piuttosto che come un lavoro<\/strong>, e che si esercitavano perlopi\u00f9 negli studi dei pittori. Tra i maestri pi\u00f9 apprezzati si ricorda Gioachimo Galbusera, che teneva nel suo atelier frequenti corsi e del quale si espongono alcuni dipinti.<\/p>\n

\"\"“La Pinacoteca cantonale Giovanni Z\u00fcst di Rancate<\/strong> nell\u2019ormai pluridecennale attivit\u00e0 espositiva e di ricerca ha sempre dedicato un\u2019attenzione particolare all\u2019universo femminile.<\/strong> Molte sono state le mostre che hanno avuto come soggetto la donna sia ritratta sia nelle vesti di artista” <\/em>spiega la direttrice della Pinacoteca Mariangela Agliati Ruggia e co-curatrice della mostra.<\/strong><\/p>\n

\"\"“Ora un importante tassello, per lo studio ancora troppo frammentario del ruolo ricoperto dalla donna nell\u2019arte<\/strong>, si \u00e8 aggiunto grazie alla donazione al nostro museo.\u00a0Non si trovano casi nel nostro Cantone, se non dopo gli anni Trenta e Quaranta del Novecento, di donne che hanno intrapreso la professione di pittrice come attivit\u00e0 lavorativa e di sostentamento.\u00a0Non \u00e8 infrequente tuttavia imbattersi in qualche nome femminile di artista sfogliando i giornali dell\u2019epoca o consultando gli esili cataloghi delle esposizioni di Belle Arti a cavallo dei due secoli. Parliamo in primis di Marie-Louise Audemars Manzoni e di Giovanna B\u00e9ha-Castagnola, che sono le due artiste pi\u00f9 conosciute almeno tra i cultori d\u2019arte dell\u2019Ottocento e tra le poche ticinesi dell\u2019epoca ad aver frequentato, come del resto Valeria, l\u2019Accademia di Brera.<\/em><\/p>\n

\"\" Giovanna ha goduto e gode ancora di un limitato mercato, anche perch\u00e9 \u00e8 la pi\u00f9 nota tra le allieve e seguaci di Gioachimo Galbusera, amatissimo pittore della borghesia luganese. L\u2019Audemars Manzoni, introvabile in commercio, ha avuto la fortuna di avere dei discendenti che amorevolmente hanno conservato i suoi quadri nella dimora di Arogno. La produzione pittorica delle due dovette essere comunque assai circoscritta.”<\/em><\/p>\n

\"\"Ambedue sposate con persone agiate \u2013 Giovanna Castagnola con Alexander B\u00e9ha, noto albergatore luganese e Marie-Louise Audemars con Giuseppe Manzoni, industriale orologiero ad Arogno \u2013 praticarono la pittura pi\u00f9 per diletto personale<\/strong> che come lavoro. La Audemars si iscrive a Brera gi\u00e0 madre di tre figli piccoli e deve interrompere gli studi brillantemente intrapresi proprio perch\u00e9 richiamata da doveri familiari<\/strong>. La Castagnola coadiuver\u00e0 invece il marito nella conduzione dell\u2019albergo luganese.\u00a0Ancora pi\u00f9 ancorate al territorio e al piccolo mondo luganese erano altre signorine e signore che, pur dotate di un talento, hanno optato di dedicarsi alle belle arti quasi esclusivamente come hobby.<\/p>\n

\"\"Appartenenti quasi tutte a famiglie della borghesia locale, non frequentavano per\u00f2 le Accademie n\u00e9 le scuole di disegno dislocate sul territorio; si esercitavano perlopi\u00f9 negli studi dei pittori, sotto la guida di maestri che andavano per la maggiore, come Gioachimo Galbusera che teneva nel suo atelier frequenti corsi. Donne di buona famiglia, sposate o figlie di avvocati, imprenditori, che coltivavano privatamente le loro passioni: per la pittura, per il cucito, per la lettura, per la \"\"musica.<\/strong><\/p>\n

I loro lavori li mettevano spesso in palio come premi o come doni nelle attivit\u00e0 benefiche e per i sodalizi in cui erano attive. \u00c8 il caso di Elisa Rusca, di Adele Andreazzi, di Olga Clericetti, la cui memoria \u00e8 tramandata oggi grazie ai familiari che non hanno disperso le loro opere.<\/p>\n

Di altre figure femminili recensite nelle cronache dell\u2019epoca poco o nulla si conosce, come ad esempio di Bertha B\u00e9ha, sposata Ober, cognata di Giovanna, anche lei poi dedita nel ramo alberghiero, o di Ines Pisoni, prima moglie di Ettore Burzi, o di Clara Lendi, seconda moglie devotissima di Burzi. Lendi lascer\u00e0 i pennelli per promuovere invece l\u2019attivit\u00e0 del marito. Morta a Locarno a 102 anni ha conservato carte, documenti e dipinti dell\u2019amatissimo coniuge e ha invece disperso quasi tutto del suo operato.\"\" Un esilio volontario a cui queste donne si assoggettavano senza particolari dispiaceri per dedicarsi ai doveri familiari<\/strong>. La stessa strada l\u2019ha intrapresa la nostra Valeria<\/strong>, che pur avendo frequentato gli studi artistici a Milano, quando va in sposa ad un militare graduato italiano, si dedica al suo ruolo di moglie e di madre, confinando la sua arte all\u2019interno delle pareti domestiche<\/strong>.<\/p>\n

“Il nostro auspicio, <\/em>prosegue la Direttrice del Museo\u00a0Mariangela Agliati Ruggia<\/strong>,<\/strong> \u00e8 che questa mostra, dove si espongono alcune opere di queste per lo pi\u00f9 sconosciute artiste, sia il primo passo per far uscire dall\u2019oblio altre figure di donne e che a queste venga dato il giusto peso in un mondo declinato al maschile. Ci piacerebbe insomma che riaffiorassero come con il celebre libro di Jane Fortune, Invisibile Women: Forgotten Artists of Florence, i talenti di altre sicuramente fascinose donne che hanno impreziosito con le loro opere, l\u2019arte del nostro territorio. <\/strong><\/em><\/span><\/p>\n

\"\"Un ringraziamento va a chi si \u00e8 dedicato alla ricerca e ai discendenti diretti delle artiste: preziosissimi e generosissimi nel dispensarci fondamentali notizie sui loro cari.<\/em><\/p>\n

Mostra e catalogo a cura di Mariangela Agliati Ruggia, Stefania Bianchi, Sergio Rebora<\/p>\n

Coordinamento scientifico e organizzativo Alessandra Brambilla<\/p>\n

 <\/p>\n

\"\"Pinacoteca cantonale Giovanni Z\u00fcst<\/p>\n

CH-6862 Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera<\/p>\n

Tel. +41 (0)91 816 47 91\u00a0www.ti.ch\/zuest<\/p>\n

27 marzo \u2013 26 agosto 2018<\/p>\n

Chiuso il luned\u00ec.\u00a0Festivi aperto.Da marzo a giugno: 9-12 \/ 14-17\u00a0Luglio e agosto: 14-18<\/p>\n

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La Pinacoteca Z\u00fcst ha ricevuto di recente un\u2019importante donazione di opere \u2013 34 dipinti, anfore, album di studi, medaglie e diplomi \u2013 di una delle rare donne pittrici che il Ticino conti: Valeria Pasta Morelli (Mendrisio 1858 \u2013 Milano 1909). Rare e oltretutto spesso confinate nell\u2019ambito familiare. Anche per questo motivo spesso dimenticate. \u00c8 stata […]<\/p>\n","protected":false},"author":7,"featured_media":44679,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[56,41,64,15],"tags":[290,499],"yoast_head":"\nValeria Pasta Morelli alla Pinacoteca Z\u00fcst - ArteVarese.com<\/title>\n<meta name=\"description\" content=\"Valeria Pasta fu una delle poche donne artiste a frequentare l'Accademia di Brera nella seconda met\u00e0 dell'Ottocento (Mendrisio 1858 \u2013 Milano 1909), una delle rare pittrici dell'epoca in Canton Ticino. 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