{"id":43851,"date":"2018-03-30T13:25:44","date_gmt":"2018-03-30T11:25:44","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=43851"},"modified":"2018-03-29T19:37:07","modified_gmt":"2018-03-29T17:37:07","slug":"il-festival-fotografico-europeo-arriva-a-varese","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-festival-fotografico-europeo-arriva-a-varese\/","title":{"rendered":"Il Festival Fotografico Europeo arriva a Varese"},"content":{"rendered":"

Inaugurate nelle sedi dei Musei Civici di Varese due mostre nell’ambito del Festival fotografico europeo <\/strong>sul tema del ritratto.<\/strong>
\nMarina Alessi<\/strong> espone in Sala Veratti fotografie realizzate con la Polaroid durante il Festivaletteratura di Mantova: scatti di scrittori, giornalisti e intellettuali.<\/p>\n

Ma \u00e8 la mostra al Castello, che abbiamo visitato in anteprima accompagnati da Claudio Argentiero<\/strong>, quella che ci ha fatto scoprire la fotografia tra arte e impegno sociale.
\nEspongono quattro fotografi: Ugo Panella, Giovanni Mereghetti, Giovanni Sesia <\/strong>e Pino Bertelli<\/strong>.<\/p>\n

Tutti realizzano immagini che colpiscono lo spettatore per l\u2019intento comune: quello di restitiuire la dignit\u00e0 perduta a chi viene ritratto<\/strong>.<\/p>\n

Ugo Panella<\/strong>, fotogiornalista, presenta il reportage \u2018Volti negati\u2019<\/strong> pubblicato sulle maggiori testate internazionali, realizzato in Bangladesh<\/strong> dal 1999 al 2002 con l’allora inviata esteri di Repubblica, Renata Pisu sul tema delle giovani donne sfigurate con<\/strong> l’acido solforico<\/strong>.<\/p>\n

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Panella ci racconta i particolari di questa terribile usanza per cui le ragazze vengono punite gettando loro dell’acido per il solo fatto di rifiutare matrimoni combinati o denunciare l’uomo che le ha stuprate. Nel 2002 ne erano censite 20.000, grazie a questo reportage si sollev\u00f2 un movimento d’opinione internazionazionale e il Bangladesh dichiar\u00f2, almeno formalmente, illegale questa orrenda pratica.<\/p>\n

Panella si sofferma sulla storia di Bina<\/strong>, ritratta in alcune foto: \u201csi \u00e8 fatta portavoce di queste donne, quelle pi\u00f9 sfortunate sopravvissute, perch\u00e8 condannate per tutta la vita a una \u2018slavina di dolore<\/strong>\u2019 fisico<\/strong> – poich\u00e9 l’acido solforico provoca lesioni permanenti impedendo la funzionalit\u00e0 degli arti o la masticazione – e\u00a0 mentale<\/strong> – poich\u00e9 questa condizione le costringe a nascondersi per tutta la vita\u201d.<\/p>\n

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Giovanni Mereghetti<\/strong>, fotogiornalista, da sempre legato alle tematiche sociali, realizza il progetto \u2018A muso duro\u2019<\/strong> nel carcere di San Vittore, <\/strong>dove i detenuti sono in attesa di pena. \u201cAl di l\u00e0 dell’aspetto fotografico –<\/strong> rimarca Mereghetti – <\/strong>\u00a0ritengo importante il recupero della dimensione umana<\/strong> e dell’identit\u00e0 personale. Raccontare le diverse storie<\/strong> di chi ti trovi davanti e a cui hai dedicato quattro anni di lavoro e di vita, porta a instaurare un legame che dura nel tempo\u201d.<\/p>\n

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Giovanni Sesia <\/strong>in \u2018Tempo e memoria\u2019<\/strong> unisce la sua formazione artistica alla fotografia recuperando un vecchio archivio fotografico di un ospedale psichiatrico<\/strong>. Dal punto di vista tecnico lavora sui negativi delle foto stampandole su carta riportata su legno intervenendo pittoricamente. \u201cMa ci\u00f2 che \u00e8 pi\u00f9 importante – dice Sesia \u2013 \u00e8 in recupero della memoria e dell’identit\u00e0<\/strong> di persone vissute cent’anni fa la cui effigie era destinata alla distruzione. L’intento \u00e8 proprio quello di dare una seconda vita artistica a questi individui.\u201d<\/p>\n

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Pino Bertelli<\/strong>, \u201cfotografo di strada\u201d ricorda un’epoca storica in ‘Piombino: g<\/strong>ente della citt\u00e0 del ferro\u2019<\/strong>. I personaggi ritratti tra il 1970 e il 2014 evocano la memoria dei luoghi e riportano alla luce la dignit\u00e0, la forza e la speranza<\/strong> di una citt\u00e0 oggi in difficolt\u00e0: \u201cla fotografia del pane amaro \u2013 afferma l\u2019artista – coniuga l’uomo e il mondo in punto di fotocamera e ricostruisce la vita quotidiana del proprio tempo\u201d.<\/p>\n

Castello di Masnago
\n<\/strong>fino al 19 maggio
\nda marted\u00ec a domenica 9.30-12.30 \/14.00-18.00
\n4 euro, ridotto 2 euro, scuole 1 euro
\nChiuso 1 aprile S. Pasqua, aperto luned\u00ec dell’Angelo<\/p>\n

Sala Veratti
\n<\/strong>fino al 22 aprile
\nvenerdi’, sabato e domenica 10.00-12.30 \/14.30-18.30
\nIngresso libero
\nChiuso 1 aprile S. Pasqua<\/p>\n

Cristina Pesaro<\/p>\n

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