{"id":43750,"date":"2018-03-22T09:52:44","date_gmt":"2018-03-22T08:52:44","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=43750"},"modified":"2018-03-22T12:43:33","modified_gmt":"2018-03-22T11:43:33","slug":"vittoria-italiana-al-mobile-film-festival","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/vittoria-italiana-al-mobile-film-festival\/","title":{"rendered":"Vittoria italiana al Mobile Film Festival"},"content":{"rendered":"

La 13^ edizione del Mobile Film Festival si \u00e8 conclusa con un successo italiano: Matteo Tibiletti, di Besozzo, con il suo team, si \u00e8 aggiudicato il Premio per la Sceneggiatura con il video \u201cYes, No\u201d.<\/strong><\/p>\n

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Immediata e vincente la formula del Festival: 1 minuto, 1 cellulare, 1 film<\/strong>.<\/p>\n

L\u2019idea \u00e8 di Bruno Smadja<\/strong>, parigino, che – partendo proprio dalla sua esperienza nel mondo dei cellulari – ha pensato di dare un\u2019opportunit\u00e0 per chi volesse mettersi in gioco e tentare la professione del regista. Innamoratosi giovanissimo del cinema, guardando \u2018La dolce vita\u2019, Smadja ha fatto tesoro delle proprie esperienze professionali creando il Festival: \u201cEra il 2005 e stavo sperimentando uno dei primi cellulari con la telecamera. \u2013 ricorda \u2013 Ho immaginato che quello stumento sarebbe diventato pi\u00f9 accessibile e che poteva essere un\u2019opportunit\u00e0 democratica ed egualitaria per fissare delle immagini<\/strong>\u201d.<\/p>\n

Sono stati 13 anni di grandi soddisfazioni, culminati con il successo di quest\u2019anno. Da tutto il mondo sono stati inviati 1055 video, 120 proprio dall\u2019Italia<\/strong>. Tra questi una giuria composta da esperti quali il regista, sceneggiatore e attore Patrice Leconte<\/strong> ha scelto 50\u00a0 video che sono poi stati votati anche dal pubblico del mondo attraverso la rete.<\/p>\n

La settimana scorsa in un teatro parigino, tutti gli aspiranti registi con i loro gruppi si sono riuniti per vedere i 50 video selezionati. C\u2019era anche Matteo Tibiletti che racconta: \u201cE\u2019 stato molto bello sapere che il mio video \u2018Yes, No<\/strong>\u2019 sia piaciuto a tanti. Ho cercato di raccontare la violenza contro le donne evitando clich\u00e9es e luoghi comuni<\/strong>; ne ho parlato con ironia portando a riflettere in modo diverso su un argomento scottante e di attualit\u00e0. A quanto pare ce l’ho fatta! L’idea mi \u00e8 venuta dal monologo di Samuel Beckett, “Non io”, che mette in scena una sola bocca parlante\u201d.<\/p>\n

La giornata della premiazione<\/strong> \u00e8 iniziata molto presto per Matteo e il suo team: \u201cSiamo partiti all\u2019alba dalla Malpensa e, giunti a Parigi, abbiamo visitato la citt\u00e0 tutto il giorno, arrivando a teatro stanchissimi. \u2013 ricorda sorridendo \u2013 Non sono riuscito neppure a sedermi, perch\u00e9 \u00e8 arrivata subito la press agent del concorso per portarmi a fare delle interviste: con Raidue, diversi blogger e i proprietari di famosi siti di cinema. Ero disorientato. Poi abbiamo guardato tutti i 50 film, che erano davvero belli. \u00a0Il mio \u00e8 stato proiettato per ultimo e, mentre vedevo gli altri, piano piano mi sentivo sprofondare nella poltrona. Poi sono iniziate le premiazioni: quelle della critica, del web e poi le altre … non sentivo il mio nome”.<\/p>\n

“Quando hanno presentato il Premio per la Sceneggiatura<\/strong> e mi hanno chiamato mi sono sentito esplodere! Sono riuscito a salire sul palco e anche a fare un discorso in inglese … credo abbiano capito. E\u2019 stato bellissimo: anche se non era il premio principale, era il pi\u00f9 adatto a me<\/strong>. Perch\u00e9 \u2013 tra le cose che faccio – quella che ritengo mi venga pi\u00f9 facile e, a quanto quanto pare, piace anche agli altri, \u00e8 proprio scrivere.
\nIl fatto che la giuria mi abbia premiato proprio per la sceneggiatura \u00e8 stato un risultato enorme. Un onore il fatto che la giuria fosse composta da artisti come Leconte, un grande orgoglio sapere che \u201cYes, No\u201d sia stato scelto tra 50 video molto intensi<\/strong>, realizzati da veri registi, che hanno espresso delle idee\u201d.<\/p>\n

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