{"id":42273,"date":"2017-12-22T12:38:09","date_gmt":"2017-12-22T11:38:09","guid":{"rendered":"http:\/\/artevarese.com\/?p=42273"},"modified":"2017-12-27T09:47:03","modified_gmt":"2017-12-27T08:47:03","slug":"restauro-dellaltare-ligneo-del-castelli","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/restauro-dellaltare-ligneo-del-castelli\/","title":{"rendered":"IL RESTAURO DELL\u2019ALTARE LIGNEO DEL CASTELLI"},"content":{"rendered":"

Bernardino Castelli \u00e8 un maestro dell\u2019intaglio del legno<\/strong>. Attivo\u00a0 dalla seconda met\u00e0 del \u2018600 fino ai primi decenni del \u2018700, ha realizzato opere a carattere religioso per alcune chiese del varesotto. Nato a Velate nel 1646, si spost\u00f2 a Varese per lavorare nella bottega di Andrea Carantani. Era un tempo di grande vivacit\u00e0 artistica e di ricerca<\/strong>; Castelli, infatti, crebbe artisticamente nell’ambito della costruzione del Sacro Monte di Varese,<\/strong> dove fu favor\u00ecto dalla protezione dello zio, don Andrea Castelli, \u00a0allora parroco di Santa Maria del Monte.<\/p>\n

La sua evoluzione stilistica lo avvicin\u00f2 alle linee barocche del tempo, fissandosi nel cosiddetto \u201cbarocchetto lombardo<\/strong>\u201d.<\/p>\n

Quella del Castelli fu una vita lunga per i tempi (mor\u00ec settantanovenne nel 1725) e questo gli permise di realizzare opere di grande pregio sia a Varese<\/strong>, nella basilica di San Vittore (crocifisso con angeli, 1712), che a Biumo Speriore <\/strong>nella chiesa di San Giorgio. Lavor\u00f2 anche a Casorate Sempione<\/strong> (chiesa dell\u2019Assunta), Cislago<\/strong> (chiesa della Beata Vergine Assunta) e Cittiglio<\/strong> (chiesa di Santa Maria).<\/p>\n

Un\u2019opera certa del Castelli \u00e8 l\u2019altare maggiore della parrocchiale di Caronno Varesino<\/strong> (firmato e datato 1684); l\u2019artista seppe creare un complesso maestoso, con caratteri quasi scenografici. L\u2019altare-tabernacolo ha infatti una pianta esagonale e struttura piramidale costituita da tre blocchi di legno incassati l\u2019uno nell\u2019altro, scolpiti a tutto tondo. L\u2019intaglio del Castelli \u00e8 plastico, sensibile agli effetti luministici, ricco di efficaci contrasti, legato ai modi della pittura milanese d\u2019estrazione morazzoniana<\/strong>.<\/p>\n

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L\u2019ALTARE LIGNEO POLICROMO<\/strong><\/p>\n

La societ\u00e0 Ark\u00e9 di Fulvio Baratelli e Umberto Brianzoni\u00a0 \u00e8 impegnata proprio in questi mesi nei lavori di restauro dell\u2019altare ligneo policromo <\/strong>conservato nella chiesa di San Vincenzo Martire. Attiva nel settore da quasi trent\u2019anni, la Ark\u00e8 si prende cura di pregiate opere d\u2019arte dipinte e si \u00e8 gi\u00e0 dedicata con successo alla volta della Basilica di San Vittore<\/strong> e all\u2019interno della chiesa di S.Antonio alla Motta <\/strong>a Varese, oltrech\u00e9 agli affreschi di Santa Caterina del Sasso <\/strong>e a due cicli di affreschi trecenteschi in Brianza e a Cogliate<\/strong>, vicino a Saronno. Baratelli racconta che \u201cL\u2019idea del restauro risale a una decina d\u2019anni fa. Nel corso di alcuni lavori conservativi \u00a0che avevamo fatto in questa chiesa sul finire del secolo scorso si era gi\u00e0 evidenziata la presenza di tarli e la necessit\u00e0 di un intervento di restauro per l\u2019altare. Finalmente siamo riusciti a dedicarci a quest\u2019opera!\u201d.<\/p>\n

LE FASI DEL RESTAURO<\/strong><\/p>\n

\u201cIl nostro \u00e8 stato un lavoro complesso \u2013 spiega Baratelli -. Dopo una prima fase di tipo \u2018diagnostico\u2019, abbiamo fatto una valutazione dettagliata delle singole patologie.<\/strong> Il problemi pi\u00f9 grossi erano la presenza di tarli e di decoesioni del colore dovute al tipo di riscaldamento della chiesa ; si doveva anche intervenire sulle patine di sporco e le ridipinture eseguite negli ultimi anni dell\u2019ottocento. Esaurita l\u2019indagine diagnostica abbiamo smontato con attenzione l\u2019altare, catalogando e numerando ogni singolo pezzo. Dopo aver messo in sicurezza gli spazi della chiesa con il supporto del parroco Don Luigino Aldegheri<\/strong> abbiamo allestito un laboratorio all\u2019interno della sagrestia. Non volevamo allontanare le opere lignee da San Vincenzo Martire, rischiando di sottoporle a uno stress ulteriore! Abbiamo quindi lavorato sui singoli pezzi dell\u2019altare\u201d.<\/p>\n

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\u201cPer la disinfestazione degli insetti xilofagi (tarli) abbiamo utilizzato la tecnologia in atmosfera controllata con \u2018camera anossica\u2019<\/strong>, in particolare sottraendo ossigeno a favore dell\u2019azoto, provocando cos\u00ec la morte per anossia di ogni agente biotico in qualsiasi forma di sviluppo. Quindi ci siamo dedicati a una fase di pre-consolidamento per fissare con una resina acrilica le micro-scaglie di colore non aderenti”.<\/p>\n

“Dopo la messa in sicurezza ci siamo occupati delle complesse operazioni di pulitura<\/strong>; \u00e8 seguita una verniciatura protettiva<\/strong> dell\u2019originale, quindi abbiamo proseguito i nostri lavori con la stuccatura delle lacune<\/strong>. Si tratta di tanti passaggi fondamentali \u2013 conclude l\u2019esperto – che ci hanno portato proprio in questi giorni ad iniziare la reintegrazione pittorica degli stucchi. Da ultimo ci dedicheremo \u00a0alla verniciatura finale<\/strong> e al rimontaggio <\/strong>dell\u2019intera struttura\u201d.<\/p>\n

Un intervento attento e preciso che richieder\u00e0 in tutto una decina di mesi.\u00a0<\/strong>L\u2019altare del Castelli, restituito alla sua originaria bellezza, torner\u00e0 a brillare nella chiesa di San Vincenzo Martire\u00a0 nelle prossime festivit\u00e0 pasquali<\/strong>.<\/p>\n

Chiara Ambrosioni<\/p>\n

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