{"id":41268,"date":"2017-07-14T18:10:22","date_gmt":"2017-07-14T16:10:22","guid":{"rendered":"http:\/\/artevarese.com\/?p=41268"},"modified":"2018-01-03T13:12:29","modified_gmt":"2018-01-03T12:12:29","slug":"lopera-fascista-nascosta-ma-viva","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/lopera-fascista-nascosta-ma-viva\/","title":{"rendered":"L’OPERA FASCISTA, NASCOSTA MA VIVA"},"content":{"rendered":"\n\n\n\n
Una grande vetrata pensata per dare il giusto risalto al dipinto del salone monumentale. Un’opera d’arte imponente – di 70 metri quadrati – che occupa una superficie di 18 metri di base per 4 metri di altezza. \u00c8 quella realizzata da ALESSANDRO PANDOLFI,<\/strong>ceramista abruzzese spostatosi in provincia di Varese per motivi di lavoro, nella stanza principale di Palazzo Minoletti a Gallarate, per volere di Mussolini. Il lavoro di progettazione dura ben 16 mesi. Il dipinto viene terminato nel febbraio del 1942.<\/span><\/td>\n<\/tr>\n
\u00a0L’edificio intero viene progettato per rappresentare la gloria del Duce, e l’opera di Pandolfi, che lo ritrae su un cavallo bianco, incarna perfettamente questo ideale.Forza e sobriet\u00e0 si fondono perfettamente nelle linee e nelle sfumature, attirando lo sguardo gi\u00e0 dalla piazza. Attraverso le finestre. Cos\u00ec come lo stesso Mussolini pretende.
\nSi narra che fu lo stesso Pandolfi, ormai profondamente legato alla citt\u00e0 di Gallarate, poich\u00e9 sposato con LINA VELATI, appartenente a una delle pi\u00f9 storiche famiglie della citt\u00e0, decise di ricoprire il dipinto, cos\u00ec da scongiurare la sua distruzione, dopo la caduta del regime.<\/p>\n

Debora Banfi<\/p>\n

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