{"id":41214,"date":"2017-07-07T17:44:08","date_gmt":"2017-07-07T15:44:08","guid":{"rendered":"http:\/\/artevarese.com\/?p=41214"},"modified":"2017-11-30T17:45:01","modified_gmt":"2017-11-30T16:45:01","slug":"dalla-cina-a-milano","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/dalla-cina-a-milano\/","title":{"rendered":"DALLA CINA A MILANO"},"content":{"rendered":"\n\n\n\n
La straordinaria personale “Hsiao Chin. Una collezione”<\/strong> con oltre<\/strong> 200 opere <\/strong>dove compaiono inchiostri su carta di riso (la prediletta dall’artista), guaches e acrilici su tela.
\nNato a Shangai nel 1935, dopo gli studi a Taiwan e l’esperienza con il gruppo Ton-Fan, si trasferisce in Europa a seguito di una borsa di studio.<\/span><\/td>\n<\/tr>\n
\u00a0Il passaggio dallo studio Marconi alla Fondazione Marconi<\/strong> ha trovato compimento nel 2015.
\nDopo una vita da gallerista, Giorgio Marconi<\/strong> ha definito un processo espositivo compiuto in oltre cinque decenni, con mostre di alto tenore artistico, consacrando il suo spazio alla storia milanese e internazionale, a lui infatti si rivolgono per prestiti i pi\u00f9 importanti musei del mondo.
\nDi tanto prestigio ne \u00e8 conferma la straordinaria personale “Hsiao Chin. Una collezione”<\/strong> con oltre 200 opere <\/strong>dove compaiono inchiostri su carta di riso (la prediletta dall’artista), guaches e acrilici su tela.
\nNato a Shangai nel 1935, dopo gli studi a Taiwan e l’esperienza con il gruppo Ton-Fan, si trasferisce in Europa a seguito di una borsa di studio.
\nDurante un primo soggiorno in Spagna viene a contatto con Tapies e Mir\u00f2.
\nDopo un breve soggiorno a Parigi, nel 1959 si trasferisce a Milano ed \u00e8 subito Fontana, Manzoni, Crippa, Castellani.
\nSe pur permeato da tali frequentazioni Hsiao Chin non abbandona le regole della cultura orientale, neppure dopo gli incontri, a New York con Rothko, de Kooning, Rauschenberg e Sam Francis.
\nCon straordinario abbraccio temporale la mostra da Marconi vede opere che dai primi anni ’60 arrivano sino al 2006, quale evidente testimonianza del forte legame di stima e amicizia che negli anni ha legato l’artista giapponese allo storico gallerista milanese.
\nAppare al visitatore, sulla parete della sala d’ingresso, il primo di alcuni pensieri presenti nei tre spazi espositivi: “Io sento pi\u00f9 di tutti la carta, forse per le mie origini orientali, per me la carta \u00e8 pi\u00f9 sensibile, immediata, diretta”.
\nSu tale supporto, l’artista ha articolato con cadenze di segno e colore, il suo profondo legame con i principi del taoismo filosofico di Lao Tse, il cui pensiero risale al 400 avanti Cristo.
\nGli intensi equilibri cromatici, presenti nelle opere dei primi anni 2000, tra yin e yang, rimandano alla complementariet\u00e0 tra gli opposti.
\nNella minuziosit\u00e0 del tratto Hsiao Chin fonda l’idea ideogrammatica di scrittura, misurata e lieve come la carezza di un bambino, per poi animare la superficie di piani spaziali il cui riamando arriva al presagio di mondi interiori pervasi da cadenzate percorrenze sentimentali.Hsiao Chin. Una Collezione <\/strong>
\nMilano – Fondazione Marconi, Via Tadino 15<\/strong>
\nFino al 15 settembre
\nChiusura estiva 1\u00b0 agosto-1\u00b0 settembre
\nOrario: luned\u00ec-venerd\u00ec 10-13\/15-19<\/strong>
\nIngresso libero<\/strong><\/p>\n

Mauro Bianchini<\/td>\n<\/tr>\n<\/tbody>\n<\/table>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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