{"id":32705,"date":"2015-05-26T14:10:23","date_gmt":"2015-05-26T14:10:23","guid":{"rendered":""},"modified":"2015-05-28T11:16:15","modified_gmt":"2015-05-28T11:16:15","slug":"serodine-nel-ticino","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/serodine-nel-ticino\/","title":{"rendered":"Serodine nel Ticino"},"content":{"rendered":"
Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa firmano una grande mostra nelle sale della Pinacoteca di Rancate, dedicata all'opera di Giovanni Serodine<\/strong>, uno dei massimi artisti del Seicento europeo, morto intorno ai trent'anni, a Roma il 21 dicembre 1630. <\/div>\n

<\/p>\n

Di lui sono sopravvissuti soltanto una quindicina di dipinti: e le terre ticinesi hanno la fortuna di possederne, in sostanza, la metà.<\/div>\n

Dopo la morte di Serodine, alcuni quadri raggiungono il Canton Ticino per l'impegno dei famigliari, che spesso ricorrono come modelli nelle opere dell'artista. <\/p>\n

La parrocchiale di Ascona conserva, tra l'altro, l'ultimo dipinto di Serodine: l'Incoronazione della Vergine, una grandissima tela, dagli incandescenti dettagli, in cui i partigiani dell'artista hanno scorto pericolose anticipazioni della pittura a venire. Lo spostamento di questo capolavoro a Rancate, in concomitanza con i restauri della chiesa di Ascona, è all'origine dell'occasione espositiva nella Pinacoteca che ospita nelle sue collezioni, in permanenza, ben tre opere del pittore.<\/div>\n

A questo si aggiunge la generosa donazione del Cristo deriso, nell'aprile 2015, da parte di Mirella Vivante Bernasconi, in ricordo della madre Maria Pia Bernasconi-Enderlin, di Lugano.<\/p>\n

Appartenente ad una famiglia di Ascona, trasferita a Roma già alla fine del Cinquecento, Giovanni si forma accanto al fratello maggiore Battista, scultore e stuccatore<\/strong>. In poco tempo fa sua – senza i compromessi allora già correnti – la rivoluzione del Caravaggio<\/strong>, comprendendone persino la parte più ardua: la carica morale, non limitata alla semplice riproduzione della realtà o al perseguimento di inediti effetti di luce. <\/div>\n
All'artista ticinese, che risulta anche scultore e architetto, toccano occasioni lavorative di rilievo: dalle pale per San Lorenzo fuori le mura, San Pietro in Montorio e San Salvatore in Lauro ai quadri da stanza per il marchese Asdrubale Mattei. Tuttavia la critica del tempo non è tenera nei confronti di Giovanni<\/strong>, "assai bizzarro e fantastico, con poco disegno e con manco decoro"; di qui un precoce oblio. <\/div>\n
Bisognerà aspettare Roberto Longhi<\/strong>, il maggiore storico dell'arte del Novecento, perché il pittore conquisti il posto che gli spetta nel diagramma dell'arte italiana, da allora non più messo in discussione: "come una capsula di dinamite gettata in un fornello".<\/div>\n
Non sono mancate, anche in tempi molto recenti e persino alla stessa Pinacoteca Züst, esposizioni dedicate a Giovanni Serodine, in cui si è affrontata la sua breve vicenda, calandola nel contesto romano che ha visto nascere i suoi capolavori, o esplorando possibili ampliamenti del suo ridottissimo catalogo. <\/div>\n
L'iniziativa del 2015, accompagnata da un volume con una nuova campagna fotografica di Roberto Pellegrini e da un allestimento dell'architetto Stefano Boeri (che per la prima volta si cimenta in una mostra d'arte antica) con la grafica e l'immagine coordinata di Francesco Dondina, è volta a una presentazione, piana ed elementare, del percorso del naturalista Giovanni Serodine<\/strong>, così da raccontare – attingendo unicamente alle opere ticinesi – la brevissima e bruciante parabola di un artista, eroicamente fedele al Caravaggio, con ben pochi confronti nel panorama europeo del suo tempo, tra Velázquez e Rembrandt.<\/p>\n

Info.
Serodine nel Ticino<\/strong>
31 maggio – 4 ottobre 2015
Pinacoteca cantonale Giovanni Züst
Rancate (Mendrisio), Canton Ticino
Orari: Chiuso il lunedì. Festivi aperto
maggio e giugno: 9-12 \/ 14-17
luglio e agosto: 14-18
settembre e ottobre: 10-12 \/ 14-18<\/div>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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