{"id":30744,"date":"2014-01-20T04:30:31","date_gmt":"2014-01-20T04:30:31","guid":{"rendered":""},"modified":"2014-01-24T07:29:05","modified_gmt":"2014-01-24T07:29:05","slug":"a-giovanni-testori","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/a-giovanni-testori\/","title":{"rendered":"A Giovanni Testori"},"content":{"rendered":"
La Galleria Marini presenta, a vent'anni della scomparsa, un omaggio alla figura di Giovanni Testori, con un percorso espositivo di pittori frequentati e stimati e a proposito dei quali il noto critico ha scritto sia sul Corriere della Sera che per apparati critici.
Fra questi compaiono Morlotti a cui Testori ha dedicato, accanto a Willy Varlin, numerosi testi.<\/p>\n
La preziosità della mostra, dallo specifico e sintetico titolo "A Giovanni Testori", comprende anche sue opere, fra queste il carnoso e vivido "Lilium<\/em><\/strong>" del 1972 (acrilico su tela), espressione di pulsante vitalità. Di nuovo corpi come in "Prigioniero<\/em><\/strong>", orgogliosa, statica <\/p>\n scultura di Giovanni Paganin, (bronzo del 1955) o nella lieve ed elegante danza della "Ballerina<\/em><\/strong>" (bronzo del '59) di Luigi Broggini. Il numero delle opere in mostra, la sapiente scelta espositiva, il prestigio dei nomi richiederebbero un infinito tratto descrittivo. Omaggio "A Giovanni Testori"<\/strong> La Galleria Marini presenta, a vent'anni della scomparsa, un omaggio alla figura di Giovanni Testori, con un percorso espositivo di pittori frequentati e stimati e a proposito dei quali il noto critico ha scritto sia sul Corriere della Sera che per apparati critici.Fra questi compaiono Morlotti a cui Testori ha dedicato, accanto a Willy Varlin, […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":30745,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[37],"tags":[],"yoast_head":"\n
Subito dopo, scorrono "Bagnanti<\/em><\/strong>" (1989) e "Rocce<\/em><\/strong>" (1985) di Ennio Morlotti. Nella prima opera i corpi in simbiosi con il terreno paiono pietre animate e nella successiva, le rocce assumono una animosità simile a figure in movimento.<\/p>\n
Nell'emblematicità di "Nello studio<\/em><\/strong>", opera eseguita a pastelli da Giangranco Ferroni, si riassume la negazione dell'artista ritrattosi di spalle, la cui fisionomia frontale appare nella figura presente sul cavalletto.<\/p>\n
A tal punto, affideremo l'ideale chiusura del percorso alla "Crucifix figure<\/em><\/strong>" (cast in silver, 1964) di Grahm Sutherland e all'olio su tela del 1966 di William Congdon, dove il "Cristo risorto<\/em><\/strong>", è colto nell'atto di elevazione avvolto nel candore di una tunica bianca.<\/p>\n
Milano – Galleria Marini, Via Andrea Appiani 12
Fino al 1 febbraio
Orario: dal lunedì al venerdì dalle 15.30 alle 19.30
sabato dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30
Ingresso libero<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"