{"id":30561,"date":"2013-12-18T06:28:43","date_gmt":"2013-12-18T06:28:43","guid":{"rendered":""},"modified":"2013-12-20T07:26:30","modified_gmt":"2013-12-20T07:26:30","slug":"il-presepe-di-londonio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-presepe-di-londonio\/","title":{"rendered":"Il Presepe di Londonio"},"content":{"rendered":"
Secondo le notizie documentarie, la consuetudine di realizzare presepi di carta fu avviata nel Seicento e specialmente diffusa nel secolo successivo. Si tratta di immagini calcografiche incollate su cartoncino<\/strong>; o, nel caso di strutture più corpose – tali da apparire come composizioni scultoree- di pitture ad olio su cartapesta incollata sopra il legno: e questa è appunto la tecnica del Presepe di San Marco a Milano, a pochi passi da Brera.<\/p>\n La collocazione di opere di questo tipo nelle chiese o in ambienti legati al culto era tipica delle regioni centro-meridionali. Ed è appunto per l'esperienza di soggiorni a Roma e a Napoli che si ritiene che Francesco Londonio<\/strong> abbia maturato le sue predilezioni iconografiche, oltre che particolari cadenze del suo stile.<\/p>\n Nato a Milano nel 1723, il Londonio aveva poi compiuto numerosi viaggi, incrociando maestri di scuole diverse, e si era va via orientato verso soggetti contadini, interpretandoli con il puntiglio descrittivo della pittura di genere ma ingentilito da intonazioni arcadiche, e con una speciale capacità di cogliere le caratteristiche degli animali raffigurati.<\/p>\n Per ragioni stilistiche, oltre che per le affinità tematiche e <\/p>\n fisionomiche, tradizionalmente, con ampio consenso della critica, si è attribuito al Londonio il bellissimo Presepe della chiesa di San Marco, riferibile alla metà del XVIII secolo.<\/p>\n La scena è densa di figure<\/strong>, elegantemente scalate sino a consentire un'ampia visione della Sacra Famiglia che chiude il triangolo compositivo. Ogni personaggio è caratterizzato da gesti semplici, immediati<\/strong>, in grado di dare concretezza a una storia tante volte narrata, capaci di evocare il Mistero dell'incarnazione di Dio. Quello stesso bisogno di "rappresentazione" , del resto, che già aveva spinto san Francesco a ricreare a Greccio la scena della Natività, piangendo di felicità davanti alla greppia. intenerito, paziente… E in più c'è la <\/strong>scena dell'Epifania, con i Magi venuti da Oriente, accompagnati da un corteo variopinto e festoso… Un presepe, insomma, sbalorditivo, di rara bellezza.<\/p>\n L'arte del Londonio<\/strong> era arte che oggi verrebbe definita "frivola e teatrale": vedute arcadiche, paesaggi idilliaci, pastori e contadini… Un mondo rurale raffigurato più nel suo aspetto decorativo, che in quello della realtà. Una serenità di orizzonti e di volti in cui, a ben osservare, è accuratamente tralasciata la durezza del lavoro nei campi, l'insicurezza di una vita difficile, il sudore e la fatica. Londonio, insomma, non fu certo un artista di denuncia sociale: non ne ebbe la statura, e, soprattutto, non ne ebbe l'interesse. Pienamente figlio del suo tempo, celebrato artista della Milano dei Lumi, scenografo della Scala, il Londonio si limitò a fare al meglio un'arte patrizia per i suoi committenti patrizi. Ciò nonostante non bisogna forse essere troppo severi con il nostro pittore. Perché le sue figure, e il presepe di San Marco è lì a testimoniarlo, non paiono comunque né false né finte, ma hanno la semplicità e la dignità degli umili, gli stessi a cui per primi fu rivelato il lieto annunzio.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Secondo le notizie documentarie, la consuetudine di realizzare presepi di carta fu avviata nel Seicento e specialmente diffusa nel secolo successivo. Si tratta di immagini calcografiche incollate su cartoncino; o, nel caso di strutture più corpose – tali da apparire come composizioni scultoree- di pitture ad olio su cartapesta incollata sopra il legno: e questa […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":30562,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[40],"tags":[],"yoast_head":"\n
Nel percorso del tempo il Presepe aveva subito interventi di ritocco sulla superficie pittorica, che ne avevano indebilito quando non alterato la fisionomia. Opportunamente restaurato, il Presepe ha ritrovato i suoi colori smaglianti, i suoi toni sfumati, testimonianza per nulla minore della pittura milanese del XVIII secolo. E riscoprirlo è veramente una gioia per gli occhi.
C'è la versione incentrata sulla Natività, sull'annuncio ai pastori e la loro venuta alla grotta, con le pecore, il bue e l'asinello, un san Giuseppe che osserva un po' in disparte, <\/p>\n