{"id":28880,"date":"2013-03-14T12:34:37","date_gmt":"2013-03-14T12:34:37","guid":{"rendered":""},"modified":"2013-03-15T09:50:13","modified_gmt":"2013-03-15T09:50:13","slug":"la-nuova-como-di-cesare","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-nuova-como-di-cesare\/","title":{"rendered":"La nuova Como di Cesare"},"content":{"rendered":"
\"PortaPorta Pretoria<\/span><\/div>\n

Terza tappa del viaggio nell'archeologia comasca, è la volta della città di epoca romana, "Novum Comum<\/em>", nuova perché distinta dalla vecchia Como, quella di epoca celtica.<\/p>\n

Infatti le lotte fra Roma e le tribù insubriche fra III e II secolo a.C., si conclusero con la vittoria dei Romani e la progressiva romanizzazione dei Celti. <\/strong>Proprio allora si sentì la necessità di creare una città avamposto nella regione padana, dove già esistevano Piacenza, Cremona e Milano, in direzione dei valichi alpini, Como. Secondo la tradizione fu lo stesso Giulio Cesare a volere la fondazione, nel suo viaggio verso la Gallia.<\/p>\n

La Como romana si nasconde, o forse no, nella città moderna. Il centro storico di Como, se visto dall'alto, o semplicemente percorso a piedi, mostra una struttura ortogonale, regolare, con strade che si intersecano formando angoli retti. Si tratta proprio della struttura tipica delle città romane, costruita cioè su due vie principali, cardo e decumano massimo, identificabili con via Cantù e via Indipendenza.<\/p>\n

Sono gli scavi archeologici a portare alla luce tratti di Como romana: per esempio le mura, emerse in via Carducci, corso Vittorio Emanale e addirittura nell'area del duomo, ma soprattutto ricalcate dalle mura attuali della città, costruite in epoca medievale.<\/p>\n

Proprio dove ora sorge Porta torre infatti esisteva la Porta Pretoria di Como, l'ingresso principale alla città, caratterizzata, a modello per esempio della porta di Aosta, da due torri poligonali ai lati e all'interno da due passaggi, l'uno pedonale e l'altro per i carri,<\/strong> e dotata da una vera e propria saracinesca, per chiudere l'accesso in caso di guerra. In epoca augustea, grazie alla pace <\/p>\n

\"IlIl cortile della Villa dia via Zezio<\/span><\/div>\n

diffusa in tutto l'impero, la porta perse funzione difensiva, divenendo soprattutto un elemento decorativo.<\/p>\n

La zona forense, il cuore della città, non è stata ancora ben messa in luce dagli scavi, ma si ipotizza l'area corrispondente alla chiesa di S.Felice, all'interno della quale è conservato come acquasantiera un capitello. Sempre in centro città, in Via Volta, si trovano riciclate in una costruzione moderna, colonne di epoca romana, probabilmente in opera in un edificio sacro o funerario.<\/p>\n

Non ci sono però testimonianze dirette di templi, unica attestazione certa un tempio del Sole, ricordato da una iscrizione dedicatoria, molto tarda. Caratterizzavano la città edifici da spettacolo, un teatro o un anfiteatro, <\/strong>nella zona di Via Vittani, dove scavi archeologici hanno messo in evidenza muri radiali, cioè i muri a raggio su cui poggiavano le tribune.<\/p>\n

Infine, il lago: all'epoca raggiungeva un livello maggiore, se, come sembra, possono essere identificate come strutture portuali tre muri paralleli, evidenziati in Piazza Cacciatori delle Alpi. Fuori dalle mura, altri edifici: le terme, in Via Lecco, recentemente valorizzate e musealizzate, e il complesso di Via Benzi, composto da una biblioteca e da una stazione di servizio. Sempre fuori dal centro, le ricche domus<\/em>, un po' più in collina, con una splendida visuale sul Lario.<\/strong><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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