{"id":28769,"date":"2013-02-28T09:53:29","date_gmt":"2013-02-28T09:53:29","guid":{"rendered":""},"modified":"2013-03-01T08:28:21","modified_gmt":"2013-03-01T08:28:21","slug":"la-libert-di-adolfo-feragutti-visconti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-libert-di-adolfo-feragutti-visconti\/","title":{"rendered":"La libert\u00e0 di Adolfo Feragutti Visconti"},"content":{"rendered":"
\"AdolfoAdolfo Feragutti Visconti in mostra
a Bellinzona<\/span><\/div>\n

Prosegue il percorso del Museo Civico Villa dei Cedri di Bellinzona volto all'approfondimento e alla valorizzazione della pittura tra il XIX e il XX secolo.
In questa occasione il Museo rivolge la scena espositiva ad Adolfo Feragutti Visconti<\/strong> (Pura, Canton Ticino, 1850-Milano 1924). Considerato uno dei maggiori artisti ticinesi attivi tra Ottocento e Novecento, e divenuto cittadino italiano nel 1888, il pittore è il protagonista di una mostra antologica che restituisce uno sguardo completo sulle sue straordinarie doti artistiche e sulla sua poetica.<\/p>\n

Allestita nelle sale del piano terreno del Museo, la nuova esposizione si unisce alla mostra La Raccolta<\/strong><\/em> Eugenio Balzan a Bellinzona|1944-2012<\/strong><\/em>, in corso dallo scorso <\/strong><\/em>settembre, che sarà prorogata fino a novembre 2013. Grazie alla collaborazione della Fondazione Internazionale Balzan e al consenso riscontrato nel pubblico elvetico e italiano, al secondo piano sarà dunque possibile ammirare, ancora per diversi mesi, un nucleo di preziose tele raccolte dal collezionista di Badia Polesine; dipinti di assoluta qualità artistica di norma non visibili al pubblico.

La libertà della pittura, <\/strong><\/em>curata da Giovanna Ginex, storica dell'arte, e da Anna Lisa Galizia, conservatore del Museo Civico Villa dei Cedri, rappresenta un momento di approdo e di completamento a un lungo lavoro di ricerca scientifica sull'artista. È infatti l'esito di un percorso di studi che trova il suo punto cardine nella realizzazione di un importante volume monografico edito nel 2011 (Adolfo Feragutti Visconti. 1850-1924, <\/em>Cornèr Banca, Skira<\/em>), curato da Giovanna Ginex. <\/p>\n

\"AdolfoAdolfo Feragutti Visconti in
mostra a Bellinzona<\/span><\/div>\n

Questa pubblicazione è il punto di partenza della mostra che, attraverso una selezione di oltre ottanta opere – di cui almeno una trentina venute alla luce in occasione dei più recenti studi – documenta con esempi di eccellenza l'intero percorso artistico di Feragutti, offrendo al pubblico l'arte di un pittore di cui ora tornano in piena luce lo spessore e l'originalità.<\/p>\n

La rassegna dedicata a Adolfo Feragutti Visconti<\/strong>, oltre a documentare l'evoluzione della sua produzione secondo un itinerario allestitivo di tipo antologico, rende omaggio anche al linguaggio unico che contraddistingue l'ultima stagione dell'artista, frutto dell'esperienza umana e della sperimentazione pittorica maturate durante il periodo trascorso in Argentina. Feragutti si libera da ogni residuo accademismo sostituendovi un personalissimo stile che, abbandonando linee e contorni, privilegia le qualità della materia pittorica e del colore pur senza intaccare l'esito della rappresentazione. La rassegna, organizzata secondo un doppio binario espositivo (cronologico e tematico), documenta queste trasformazioni, offrendo un cammino ragionato che illustra i maggiori orientamenti del lavoro dell'artista.<\/p>\n

Adolfo Feragutti Visconti dopo la morte del padre, a soli 16 anni migra a Milano per apprendere l'arte pittorica. Dopo un'esperienza nell'ambito dell'artigianato artistico, con il desiderio di affinare la sua tecnica, frequenta l'Accademia di Belle Arti di Brera dove dal 1864 è allievo di Luigi Bisi. Supera i corsi con profitto e nel 1873 esordisce come pittore prospettico. Da qui prende avvio una carriera che, in oltre quarant'anni di intensa attività e costante presenza alle rassegne espositive nazionali e internazionali, gli vale numerosi riconoscimenti. Feragutti Visconti sperimenta diverse tematiche artistiche: pittura di genere, di storia (che gli conferisce anche la fama di pittore colorista), "en plein air" e una grande attenzione per la natura morta che, a partire dal 1883, lo accompagnerà per oltre due decenni. Periodo in cui però sperimenta e approfondisce parallelamente anche altri generi, a partire della ritrattistica su committenza, grazie alle numerose richieste di un'appassionata borghesia milanese e ticinese, sua committente. Il suo variegato percorso artistico lo conduce sino alla pittura sociale per abbracciare infine la pittura sacra e il simbolismo. Vale la pena ricordare il breve, ma intenso periodo Sud Americano, che ha luogo proprio in questi anni, con il <\/p>\n

\"AdolfoAdolfo Feragutti Visconti in mostra
a Bellinzona<\/span><\/div>\n

soggiorno in Argentina, sino alla regione della Patagonia, tra il 1907 e il 1909 in cui è impegnato ad illustrare vari aspetti della vita dei nativi e degli straordinari paesaggi del luogo.<\/p>\n

Opera simbolo del periodo dedicato alla natura morta è Uva per il vino santo<\/em> presentato nel 1887 a Venezia, altissimo esempio di un tema iconografico che per almeno due decenni ricorrerà nella sua produzione in diverse versioni, fino allo splendido dittico di Uva bianca<\/em> e Uva nera<\/em>. Nella mostra spicca anche l'opera Giorni felici<\/em> – esposto nel 1888 – impostato nella quiete di Breno, nell'alto Malcantone, dove il pittore soggiornò nell'estate del 1887 e negli anni immediatamente a seguire. Per quanto riguarda la ritrattistica è invece da ammirare il Ritratto della nobile signora Eleonora Cottalorda Tellini<\/em> che gli vale il Premio Principe Umberto e la consacrazione ufficiale come ritrattista in occasione della prima Triennale di Brera, nel 1891. Di grande pregio sono, ancora, i pastelli de Le Maghe persiane<\/em> che appartengono al periodo simbolista. Le immagini femminili che ricorrono in questa serie rappresentano un'ulteriore variante di quella ripetuta, quasi ossessiva e sensuale figura di donna che Feragutti sembra inseguire nel corso della sua lunga carriera artistica. Conquistano inoltre per intensità comunicativa e cromatismo le opere realizzate durante il soggiorno in Patagonia, tra cui Maternidad (<\/em>1908-1910) e Testa di indio della Terra del Fuoco<\/em> (<\/em>1908).<\/p>\n

Spicca infine per l'assoluta qualità pittorica La signora delle Ortensie (1921), <\/em>un dipinto, appartenente alla collezione del Museo Villa dei Cedri, che si connota per l'uso stemperato e fluido del colore che consacra Feragutti anche tra i protagonisti del primo Novecento pittorico.
La mostra e il catalogo che l'accompagna sono stati realizzati grazie al sostegno di Cornèr Banca, Lugano. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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