{"id":26850,"date":"2012-05-10T04:50:27","date_gmt":"2012-05-10T04:50:27","guid":{"rendered":""},"modified":"2012-05-11T10:35:52","modified_gmt":"2012-05-11T10:35:52","slug":"tesori-nostrani-a-masnago","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/tesori-nostrani-a-masnago\/","title":{"rendered":"Tesori nostrani a Masnago"},"content":{"rendered":"
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Il viaggio attraverso le residenze signorili del Quattrocento ha come tappa importante il Varesotto, dove si trovano, ancora in situ, affreschi di grande valore.

Castiglione Olona – <\/strong>Un esempio su tutti, a Castiglione Olona, dove il palazzo del cardinale Branda è decorato da cicli di affreschi, alcuni dei quali poco conservati, altri invece in ottimo stato. Ad esempio lo studiolo del Cardinale, dove è rappresentato, primo esempio del genere, un paesaggio reale, ispirato alle terre di Ungheria dove Branda svolse i suoi numerosi impegni politici. Oppure la camera da letto, decorata da un giardino su sfondo rosso, con putti che si arrampicano su alberi da cui pendono motti e scritte latine.

Il castello di Masnago.<\/strong> Ben noto a Varese il castello di Masnago, oggi sede della Pinacoteca civica. Ma non solo: la parte più antica si segnala proprio per la presenza di affreschi quattrocenteschi. Il castello è un complesso formato da più edifici, risalenti a periodi storici diversi, costruito in posizione elevata, dominante sul borgo sottostante. Non si sa la data di costruzione dell'edificio, ma sicuramente nel Medioevo il luogo era fortificato: al secolo XII risale la torre quadrata, ancora oggi ben visibile. Con i secoli il castello, proprietà dei Castiglioni, perse le sue caratteristiche difensive e divenne piuttosto una residenza, come testimonia l'ala più recente, <\/p>\n

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aggiunta fra Seicento e Settecento, con la scala barocca.

Le pitture.<\/strong> I cicli pittorici che decorano il corpo di fabbrica quattrocentesco si segnalano a livello locale, così pure a livello nazionale, come i pochi esempi di pittura profana oggi conservata. Gli affreschi vennero scoperti nel 1938, da Angelo Mantegazza, all'epoca proprietario della struttura e sono riferibili alla tradizione cortese del Gotico Internazionale, stile diffuso tra fine ‘300 e metà ‘400 nelle corti di tutta Europa ed in Italia, e sono stati attribuiti agli artisti della scuola del Bembo o del Moretti.
I confronti più stretti si trovano a Milano, negli affreschi del Palazzo Borromeo.

La Sala degli Svaghi.<\/strong> La sala definita, dal tipo di pitture raffigurate, "degli Svaghi", si trova a pian terreno ed è caratterizzata da affreschi che raffigurano i passatempi delle corti italiane di inizio Quattrocento. Uno di questi era la musica, come mostra l'immagine di una donna che suona l'organo, inserita in un incantevole paesaggio; oppure la caccia, presente a Masnago: la medesima donna suonatrice è raffigurata mentre è impegnata nella caccia al falcone, accompagnata dal marito. Lo stemma visibile, un leone che regge tre castelli, riporta la committenza delle opere ai Castiglioni.<\/p>\n

La Sala dei Vizi e delle Virtù<\/strong>. Al piano superiore, invece, gli affreschi hanno un carattere allegorico, in quanto dedicati alla rappresentazione dei Vizi e delle Virtù messi a confronti, argomento didascalico, tipicamente medievale. La rappresentazione prevede sette gruppi di tre figure che identificano la virtù, con i suoi opposti: sfilano così la castità, fra lussuria e vanità, la liberalità, tra avarizia e prodigalità, la sollecitudine, tra adulazione e invidia, mentre poco chiara è la lettura delle altre immagini.
Il viaggio nell'arte profana prevede ancora una tappa, un ritorno nella provincia di Milano, alla scoperta di una villa dove, forse, soggiornò il grande Leonardo da Vinci. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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