{"id":25691,"date":"2011-11-24T19:04:59","date_gmt":"2011-11-24T19:04:59","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-11-25T10:03:07","modified_gmt":"2011-11-25T10:03:07","slug":"il-moderno-classicismo-di-petra-weiss","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-moderno-classicismo-di-petra-weiss\/","title":{"rendered":"Il moderno classicismo di Petra Weiss"},"content":{"rendered":"
\"La'utrice\"L'autrice<\/span><\/div>\n

"Perduranti echi della classicità".<\/strong> Forse il modo più esatto per introdurre l'opera di Petra Weiss<\/strong>, formatasi a Faenza e rinomata per via di numerose affermazioni internazionali.
L'artista propone, ora, opere che rendono omaggio all'avversario di un tempo: quelle povere e tenere terre da maiolica, presenti e affini sia a Riva San Vitale sia a Faenza, che sembravano avere perso ogni contatto con le progressive tappe della sua carriera. <\/p>\n

Franco Bertoni, <\/strong>esperto delle collezioni moderne e contemporanee del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, spiega: "Grandi maestri della maiolica come Angelo Biancini e Pietro Melandri erano ancora ben operanti ma il soffio vitale del futuro spingeva le nuove ricerche faentine in altre direzioni, tra debiti con l'arte arcaica mediterranea, con un'antica tradizione orientale nonché con una sua moderna declinazione centro e nordeuropea e crediti nei confronti dell'arte contemporanea che rimangono, ancora oggi, da riconoscere. La riscoperta del grés e delle materie ad alta temperatura a fini plastici avvinceva e, negli stessi anni, coinvolgeva anche altre significative esperienze. A Faenza, anche il Concorso contribuiva a questa sorta di "epopea del grès" con segnalazioni e una quasi ininterrotta serie di Premi Faenza affidati, tra il 1960 e i primi anni Settanta, ad artisti che utilizzavano e indagavano le possibilità espressive delle materie costitutive stesse della ceramica, senza indulgere più a cedimenti decorativi, al fascino della narrazione iconografica o a superficiali edulcorazioni. I materiali ad alta temperatura risultavano i più consoni per oggetti d'uso di raffinato design, per durevoli rivestimenti pavimentali e parietali, per pezzi unici dall'indiscutibile vocazione formale e per sculture tout court che potevano finalmente sfidare il tempo e lo spazio al pari dei più <\/p>\n

\"UnoUno dei lavori più suggestivi,
"in dialogo" con il mare<\/span><\/div>\n

aristocratici materiali tradizionalmente utilizzati. Petra Weiss ha vissuto in presa diretta questo decisivo momento. Un momento duro, radicale, tranciante. Era la riscossa di un materiale negletto, arginato nel settore delle arti minori, alla cui nuova fortuna hanno contribuito non poco quelle iconografie delle "rotture", dei "crolli", dei "frammenti" e degli "strappi" che sembravano interpretare, per via simbolica, gli ideali culturali e sociali più diffusi in quegli anni".<\/p>\n

(…) Anche in lei, come in Zauli, pochi debiti tardo informali ma piuttosto il tentativo di condurre anche la forma più aspra, convulsa e modernamente disarticolata nell'alveo di un classico ideale di forma compiuta. (…) In Petra Weiss è sempre un classico ideale di forma e di perfetta eleganza a prevalere sulle dissoluzioni e sui balbettii della materia primordiale: che si tratti di un cubo, o di un parallelepipedo, "sfogliato", di una forma piramidale composta da grumi di materia, di una installazione parietale fatta di frammenti, di una stele scomposta e ricomposta pericolosamente in spregio alle leggi della statica, di una forma perfetta contenuta all'interno di un volume sfrangiato o di ciotole-crateri in cui si condensano le basi primarie di un successivo atto formativo".<\/p>\n

Con il grès, Petra Weiss ha inanellato una fitta serie di opere, anche di notevole dimensione, e ottenuto prestigiosi riconoscimenti. Petra è nata nel 1947 a Cassina d'Agno (Svizzera). Oggi vive e lavora a Tremona. Dal 1970 presenta sue opere scultoree in esposizioni personali e collettive in gallerie e musei in Svizzera, Italia, Francia, Germania, Danimarca, Austria, Unione Sovietica, Cipro, Slovenia, Ungheria, Portogallo, Stati Uniti, Canada, Giappone, Cina, Spagna, Grecia. Dal 1976 realizza numerose opere inserite in architetture pubbliche e private. Nel 1998-99 realizza 21 disegni colorati che si rivelano cardini delle opere a seguire. Nel 2003 il Museo Vela di Ligornetto e successivamente il Museo Ariana di Ginevra presentano la mostra "Racconto di forme e di colori", uno sguardo sul suo lavoro di scultrice dal 1967 al 2003.<\/p>\n

RACCONTI DI TERRA E COLORI
CERAMICHE DI PETRA WEISS
CON FOTOGRAFIE 1967-2011<\/strong>
Dal 20 novembre al 10 dicembre
Villa Borromeo, Via Roma 37, Viggiù
Info a: www.petraweiss.ch e-mail: petraweiss@bluiewin.ch
Per info.: tel. 0332 486510, fax 0332 488861,
e-mail: museobutti@comune.viggiu.va.itIngresso libero
Orari: mercoledì dalle 10.00 alle 12.00
sabato dalle 14.30 alle 17.30
domenica dalle 15.00 alle 18.00<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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