{"id":25385,"date":"2011-10-13T11:01:10","date_gmt":"2011-10-13T11:01:10","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-10-14T10:04:36","modified_gmt":"2011-10-14T10:04:36","slug":"l-affresco-di-argo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/l-affresco-di-argo\/","title":{"rendered":"L\u2019affresco di Argo"},"content":{"rendered":"
\"B.B. Suardi, Argo, Castello Sforzesco,
1491c.<\/span><\/div>\n

L'affresco. <\/strong>Il maestoso affresco, situato sopra la porta che collega la sala del Tesoro ad un ambiente più piccolo, è riapparso nel 1893<\/strong> sotto uno strato di intonaco. Benché l'immagine del personaggio sia acefala, la critica sembra concorde nel riconoscervi Argo<\/strong>, il leggendario guardiano mitologico. Con un audace utilizzo del sistema prospettico, l'artista sfonda la parete creando l'illusione di uno spazio di profondità infinita sulla cui soglia colloca il personaggio. Questi è situato all'interno di un complesso portale,realizzato con un duplice ordine di architravi a decorazione antiquaria in finto rilievo innestate su piedistalli molto aggettanti e quindi fortemente scorciati dal sotto in su. Questi piedistalli presentano sulla fronte due finti scudi che riportano episodi della vita di Argo tratti dalle Metamorfosi <\/em>di Ovidio: Argo addormentato e Mercurio <\/em>e Mercurio uccide Argo<\/em>; ai lati si conservano, parzialmente visibili, due pavoni<\/strong>, ricollegabili alla versione greca del mito. Dopo la morte di Argo, Era avrebbe infatti deciso di ornare il piumaggio di questi uccelli, a lei sacri, con i "cento occhi" del suo guardiano. I piedistalli, infine, poggiano su due grandiose mensole; tra di esse, esattamente sopra la porticina, campeggia un tondo in monocromo con una figura che, seduta in trono, presiede all'apertura degli scrigni e alla pesatura dell'oro, mentre immediatamente sotto si legge l'iscrizione: Adulterinae abite claves<\/em>, rielaborazione di un'espressione tratta dall'Ars amatoria <\/em>di Ovidio. La presenza di tale motto, unitamente agli episodi narrativi scelti, rende non del tutto chiara la lettura iconografica.

Riscopriamo il mito. <\/strong>Secondo il mito greco l'eroe, poiché dotato di un infinito numero di occhi, fu prescelto da Era come guardiano della ninfa Io, tramutata in giovenca. <\/p>\n

\"B.B. Suardi, Argo, Castello Sforzesco<\/span><\/div>\n

L'evidenza data alla maestosa immagine di Argo sembrerebbe giustificata dalla sua mansione di guardiano, da mettere in relazione con la destinazione dell'ambiente in cui è stato realizzato l'affresco: la Sala del Tesoro infatti era stata concepita come un piccolo fortilizio, isolata e fortificata; avrebbe dovuto raccogliere le ricchezze della famiglia ducale, che nell'intenzione del committente sarebbero state sottoposte alla simbolica custodia <\/strong>del mitico guardiano.

La commissione e il dibattito attributivo. <\/strong>Ricerche storiche sembrano confermare che nel 1493 la sala fosse già conclusa; entro quella data va quindi collocata l'esecuzione dell'affresco, che deve essere ricondotto alla commissione di Ludovico il Moro<\/strong>. Già alla fine del XV secolo però l'opera risultava scialbata: i lavori di rifacimento della copertura dell'ambiente causarono la perdita del volto di Argo, determinandone poi la copertura integrale.
Resta ancora molto discussa l'attribuzione<\/strong> dell'affresco: il dibattito si è focalizzato sui nomi di Bramante e di Bartolomeo Suardi, suo discepolo, comunemente noto come Bramantino<\/strong>. Determinante – in questa vicenda attributiva – è stata l'audace impaginazione prospettica dell'opera che per alcuni studiosi sembra perfettamente in linea con le ricerche di Bramante; ad altri invece pare più verosimile che riconduca a Bramantino la minore coerenza di tale impaginazione rispetto al perfetto rigore costruttivo ben percepibile negli Uomini d'arme <\/em>conservati nella Pinacoteca di Brera. Per questo alcuni critici ritengono che l'opera si configuri come una collaborazione tra i due maestri: spetterebbe a Bramante la progettazione e a un giovane Bramantino la realizzazione delle parti figurative.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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