{"id":25238,"date":"2011-09-22T11:39:34","date_gmt":"2011-09-22T11:39:34","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-09-23T09:37:57","modified_gmt":"2011-09-23T09:37:57","slug":"gli-omini-di-sandro-soravia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/gli-omini-di-sandro-soravia\/","title":{"rendered":"Gli omini di Sandro Soravia"},"content":{"rendered":"
\"Un'operaUn'opera di Soravia<\/span><\/div>\n

Immaginate di essere dei giganti<\/strong> – e di osservare dall'alto un mondo popolato di minuscoli omini: questa è la bizzarra sensazione che si prova nel guardare le opere di Sandro Soravia<\/strong>. Si può sbirciare con un solo occhio dentro un paese intero, o dentro una foresta in miniatura, proprio come farebbe un curioso Gulliver intento a spiare il popolo dei lillipuziani. Visitando la mostra "Uomini di terra<\/strong>", infatti, si passa da una scultura ad un'altra come se si passasse da un mondo ad un altro: in una si assiste ad un piccolo esodo di figurine che camminano ordinate in fila indiana; in un'altra, ci si trova di fronte al piccolo dramma di alcuni omini che fuggono da incombenti sfere rotolanti; in un'altra ancora, gli omini sono disposti in cerchio in una vasca, o sono davanti ad una stupenda e microscopica piscina.<\/p>\n

La scultura di Soravia<\/strong>, infatti, è tutta in dimensioni ridotte<\/strong>: le sue statue non sono alte più di due centimetri<\/strong>, e le ambientazioni sono ad esse proporzionate. Questa ricerca della piccolezza, della minimalità, è volta, da un lato, a togliere enfasi a temi in sé drammatici ed apocalittici, ridimensionandoli e rapportandoli ad un punto di vista diverso, più ampio; d'altro lato, esso è anche un modo per sdrammatizzare il gesto artistico, riportandolo alla sua radice originaria, più artigianale, serena e ludica.<\/p>\n

Sandro Soravia<\/strong>, nato a Milano<\/strong> nel 1931, ha studiato ceramica a Gubbio<\/strong>, con il Prof. Aldo Ajò<\/strong>. Vive e lavora ad Albisola<\/strong>, in provincia di Savona<\/strong>, nel suo "atelier" di via Colombo 13, dove trovano ospitalità numerosi artisti, affermati e non, di varia provenienza. Ha preso parte a parecchie esposizioni collettive<\/strong> e ha tenuto numerose <\/p>\n

\"Un'operaUn'opera di Soravia<\/span><\/div>\n

mostre personali<\/strong>, sia di dipinti sia scultoree -con opere in bronzo, in ceramica, e in terracotta- sia nelle principali città italiane che all'estero, come ad esempio in Francia, Spagna, Olanda, Germania, nel Regno Unito, in Brasile, Giappone, e negli Stati Uniti. Dopo il grande successo ottenuto nel 1997 a Parigi, grazie ad una personale allestita presso la Galerie Liliane François -spazio storico di Saint-Germain-des-Prés, e che tra l'altro alla fine del secolo scorso fu studio e abitazione di Corot- la SIAE, Società Italiana degli Autori ed Editori, ha deciso di commissionare a Soravia la realizzazione di un'opera per rappresentare il "Premio SIAE"<\/strong>, l'Oscar alla creatività.<\/p>\n

Con queste sue opere in terracotta policrome, in legno, e in bronzo, Soravia vuole inoltre trasmettere dei precisi contenuti umani e sociali<\/strong>, che si focalizzano sulla solitudine dell'uomo contemporaneo<\/strong>, che nonostante tutti i suoi sforzi rimane ancora molto spesso smarrito di fronte alla vastità di un universo che lo sovrasta. L'uomo è in fondo ancora un omino<\/strong>, questo pare il monito rivolto da Soravia. E malgrado tutti i progressi tecnologici raggiunti, siamo ancora incapaci di conoscere a fondo l'universo o tantomeno di controllarlo.
Contemporaneamente, i lavori di Soravia sono portavoce di comune sentimento di fratellanza<\/strong>, in quanto siamo accomunati dalla nostra umile condizione esistenziale, che annulla e rende irrilevante qualunque differenza di tipo sociale o culturale.<\/p>\n

Curata da Renzo Margonari<\/strong>, ed ospitata dall'otto al venti di settembre nell'Antico Oratorio della Passione<\/strong>, spazio annesso alla Basilica di Sant'Ambrogio<\/strong> a Milano, la mostra di Soravia profila un interessante cambiamento di prospettiva sulla realtà, delineandosi come una interessante esortazione al ridimensionamento del nostro egocentrismo e, quindi, un invito all'umiltà.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Un'opera di Soravia Immaginate di essere dei giganti – e di osservare dall'alto un mondo popolato di minuscoli omini: questa è la bizzarra sensazione che si prova nel guardare le opere di Sandro Soravia. 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