{"id":25145,"date":"2011-09-09T06:39:49","date_gmt":"2011-09-09T06:39:49","guid":{"rendered":""},"modified":"2011-09-09T09:56:33","modified_gmt":"2011-09-09T09:56:33","slug":"novara-sulle-tracce-del-romanico","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/novara-sulle-tracce-del-romanico\/","title":{"rendered":"Novara: sulle tracce del Romanico"},"content":{"rendered":"
\"portaleportale della chiesa<\/span><\/div>\n

Un paesaggio artificiale – <\/strong>Il paesaggio, così come oggi lo vediamo, è totalmente artificiale, risultato delle opere agricole di inizio XX secolo. Qui da oltre cinquecento anni è fiorente la coltivazione del riso, resa possibile dalle grandi quantità di acque a disposizione, fra cui il Canale Cavour, costruito per volontà del grande statista piemontese.

La storia della Bassa – <\/strong>Fra canali e risaie emergono però tracce della storia di questi luoghi. Si tratta soprattutto di castelli, ormai parzialmente conservati, come il castello-ricetto di Castelbeltrame, oppure edifici religiosi, costruiti in materiale povero, mattoni e ciottoli di fiume.

L'abbazia di San Nazzaro – <\/strong>Si tratta di una delle più importanti abbazie del nord Italia, una delle migliori espressioni dell'arte romanica. Fu fondata nel 1040 da Riprando, vescovo di Novara, assieme ai fratelli Conti di Biandrate, e fu affidata ai monaci benedettini.
Interessante la posizione del complesso, in prossimità di un guado del fiume Sesia, dove passavano i pellegrini diretti a Roma. La zona probabilmente era già conosciuta più in antico, in epoca romana. Infatti nelle murature della chiesa sono riutilizzate pietre di edifici romani e sepolture.<\/p>\n

L'apice nel Medioevo, poi la decadenza – <\/strong>Durante le lotte fra Novara, Vercelli e Milano, venne fortificata nel XIII secolo e visse il proprio momento di maggiore importanza con l'Abate Antonio Barbavara, che introdusse nuove colture e avviò le bonifiche del territori e fece ricostruire la Chiesa e i chiostri. Sotto Napoleone, la badia fu venduta a privati ed adibita a scopi agricoli. <\/p>\n

\"particolareparticolare degli affreschi del chiostro<\/span><\/div>\n


Il nartece – <\/strong>Si entra nel recinto del complesso da una apertura nella parte nord delle fortificazioni che circondano la chiesa. Si incontra così il nartece, ovvero l'atrio romanico, uno dei monumenti meno interpretabili del complesso. Infatti alcuni studiosi lo ritengono una costruzione più recente rispetto alla chiesa, risalente al XII secolo. Per altri invece si tratterebbe di un originario portico su due piani, antistante la chiesa, uno spazio cioè destinato a cortile circondato da portici. Discussioni a parte, oggi si può ammirare la struttura possente, con mattoni e ciottoli di fiume, che contribuisce a creare un effetto prospettico e a guidare l'attenzione del visitatore alla facciata della chiesa.

La chiesa, esempio di gotico-lombardo – <\/strong>La chiesa attuale risale alla ricostruzione dell'abate Barbavara e si caratterizza per essere a sala, cioè per avere un unico <\/p>\n

\"VedutaVeduta del chiostro<\/span><\/div>\n

vano diviso in tre navate da colonne in cotto. Spiccano in facciata il portale e il rosone, decorati con terrecotte finemente lavorate.

Campanile o torre?<\/strong> La torre campanaria, risalente alla fase più antica del complesso, ha una struttura maestosa, eccessiva per un edificio religioso, e tradisce quindi il suo iniziale ruolo di bastione di difesa e avvistamento. Dalla sua cima è possibile spingere lo sguardo al fiume Sesia, a Novara e Vercelli, luoghi da cui potevano giungere i nemici. Non dimentichiamo, inoltre, che l'abbazia era circondata da fossati.

Il chiostro – <\/strong>Uno spazio chiuso, di meditazione, raggiungibile da una porta del nartece. Così si presenta il chiostro. Tre lati sembrano risalire al Trecento e poggiano su pilastri romanici, mentre il quarto lato, più recente è addossato alla chiesa. La bellezza del chiostro sta negli affreschi quattrocenteschi che decorano le pareti e le volte: in parte danneggiati raccontano la vita di S.Benedetto. É inoltre possibile vedere, come elementi di arredo, sarcofagi romani, ad indicare quindi una più antica frequentazione della zona.
Natura, arte e riso!la Bassa novarese rivela poco alla volta i suoi tesori, e S.Nazzaro è solo una delle tappe del romanico novarese.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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