{"id":22365,"date":"2010-08-23T09:24:38","date_gmt":"2010-08-23T09:24:38","guid":{"rendered":""},"modified":"2017-12-04T10:26:20","modified_gmt":"2017-12-04T09:26:20","slug":"woodman-e-il-tormentato-dialogo-del-corpo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/woodman-e-il-tormentato-dialogo-del-corpo\/","title":{"rendered":"Woodman e il tormentato dialogo del corpo"},"content":{"rendered":"
\"F.Woodman,<\/strong>F.Woodman, Untitled, Roma, 1977-1978,
\nstampa alla gelatina d’argento<\/div>\n

Tutto in un soffio –<\/strong> Ventidue anni. Solo ventidue anni \u00e8 durata la breve vita\u00a0di Francesca Woodman<\/strong>, una fotografa travolgente e appassionata. Nata nel 1958 in Colorado (a Denver) Francesca ha respirato l’arte fin dalle mura di casa, la madre Betty \u00e8 ceramista e il padre George pittore e fotografo. Spirito d’iniziativa e determinazione caratterizzano il carattere\u00a0della fotografa che\u00a0ha deciso giovanissima quale sarebbe stata la sua strada, arrivando a produrre i suoi primi scatti artistici a soli 13 anni. La fotografia le scorreva nelle vene e il suo interesse\u00a0fu presto accompagnato dallo studio, grazie alla frequentazione dell’Abbot Academy, ad Andover nel Massachusetts prima e della\u00a0Rhode Island School of Design di Providence poi. Con questi pochi elementi si pu\u00f2 gi\u00e0 ritenere riassunta la\u00a0biografia della giovane che si tolse la vita nel 1981. Un’esistenza breve ma certamente intensa quella della Woodman, che si pu\u00f2 ripercorrere in questi mesi nelle sale del Palazzo della Ragione di Milano<\/strong>, grazie ad un’interessante\u00a0rassegna\u00a0visitabile fino al 24 ottobre.<\/p>\n

\"F.Woodman,<\/strong>F.Woodman, Self portrait talking to Vince,
\nProvidence, Rhode Island, 1975-1978<\/div>\n

I luoghi del cuore –<\/strong> L’esposizione presenta ben 116\u00a0fotografie che Francesca ha realizzato nei luoghi da lei maggiormente frequentati: Boulder, nel Colorado dove passa gli anni della scuola superiore;\u00a0la Rhode Island School of Design (IRSD) di Providence e\u00a0il breve periodo trascorso a\u00a0Roma tra 1977 e 1978.\u00a0New York, da una parte, e la natura incontaminata della MacDowell Colony nel New Hampshire rappresentano le fasi estreme della sua opera. L’America nel cuore e l’Europa come meta di viaggio ed esplorazione. Francesca ha guardato l’Italia attraverso il suo obiettivo in occasione dei corsi europei della RISD (che ha sede in Palazzo Cenci, nel centro di Roma) frequentati con l’amica Sloan Rank. Durante quella visita conosce i proprietari della libreria antiquaria Maldoror, Giuseppe Casetti e Paolo Missigoi, che allestiranno la sua prima personale in Italia.<\/p>\n

Oltrepassare il confine –<\/strong> Nelle fotografie che realizza, la Woodman elegge a soggetto principale se stessa. Il suo corpo, le fattezze del fisico adolescenziale che mutando sta facendo emergere, dalla bambina che era, la donna che stava diventando. L’autoritratto che l’artista<\/p>\n

\"F.Woodman,F.Woodman, Then at one point I did not
\nneed to translate the notes;
\nthey went directly to my hands,
\nProvidence, Rhode Island, 1976<\/div>\n

realizza \u00e8 spesso privo del volto: la Woodman si copre il viso con i suoi capelli, con oggetti o semplicemente creando pose che ne limitino la visione. La scelta di concentrarsi sulla propria figura \u00e8 dettata da una parte dalla necessit\u00e0 di avere sempre un soggetto a disposizione da immortale e, dall’altra, dalla possibilit\u00e0 di osare, di andare oltre alla ricerca dei limiti umani.<\/p>\n

Senza limite di tempo –<\/strong> Gli scatti, rigorosamente\u00a0in bianco e nero, ritraggono la fotografa in ambienti dimessi dove alla realt\u00e0 si mescola l’angoscia del non senso, del sovratemporale, dell’atemporale. Il limite dell’immediato \u00e8 il primo che la Woodman supera.\u00a0Attraverso la sua fotografia l’immagine ritratta si fa eterna, coinvolgente, drammatica. Abile, quasi perfetta nonostante la sua giovinezza e immaturit\u00e0 professionale, la Woodman riesce a distinguersi nel panorama contemporaneo mettendo\u00a0– a pieno\u00a0titolo –\u00a0le sue\u00a0fotografie sul piedistallo dell’Arte.<\/p>\n

\"F.Woodman,<\/strong>F.Woodman, Senza titolo, Providence,
\nRhode Island, autunno 1976<\/div>\n

Milano riserva belle sorprese –<\/strong> La mostra di Milano, curata da Marco Pierini<\/strong> e da Isabel Tejeda<\/strong>,\u00a0rende cos\u00ec omaggio a questa artista che aveva gi\u00e0 avuto un’imporatnte esposizione postuma, a Siena lo scorso anno. Nel capoluogo lombardo si possono per\u00f2 ammirare, per la prima volta, alcuni lavori della Woodman quali: 15 fotografie inedite e la ricreazione dell’installazione Swan Song (La canzone del cigno)<\/em>, realizzata da Francesca a Providence nel 1978 ed esposta in Italia solo in occasione di questa mostra. Quest’installazione \u00e8 composta da\u00a05 fotografie di grande formato rappresenta una rottura degli schemi convenzionali che prevedevano di appendere l’opera all’altezza degli occhi. Le immagini scattate dalla giovane sono disposte a varie altezze e creano un percorso visivo irregolare ma continuo. Infine arricchiscono l’esposizione ben 5 brevi video realizzati dall’artista. In questi frammenti di\u00a0filmati, il pubblico pu\u00f2 cogliere ancora meglio il processo creativo della Woodman e l’altalenante scambio tra la propria presenza fuori e dentro le sue fotografie.<\/p>\n


\nFRANCESCA WOODMAN
\nRitratti interiori tra Providence, Roma e New York
\n<\/strong>Milano, Palazzo della Ragione (piazza Mercanti)
\n16 luglio – 24 ottobre 2010
\n<\/strong>Orari: <\/strong>Da marted\u00ec a domenica 9.30 – 19.30; Gioved\u00ec9.30 – 22.30; Luned\u00ec 14.30 – 19.30
\nBiglietti <\/strong>\u20ac8,00 intero; \u20ac6,50 ridotto; \u20ac3,00 ridotto speciale
\nINFO:\u00a0 <\/strong>www.mostrawoodman.it\/<\/strong> 02.4335.3522 servizi@civita.it
\nAccompagna la mostra un catalogo Silvana Editoriale<\/strong> con saggi dei due curatori e di Rossella Caruso e Lorenzo Fusi
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