{"id":22193,"date":"2010-07-23T03:34:28","date_gmt":"2010-07-23T03:34:28","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-07-23T07:37:34","modified_gmt":"2010-07-23T07:37:34","slug":"nuova-vita-alla-deposizione-di-andrea-da-saronno","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/nuova-vita-alla-deposizione-di-andrea-da-saronno\/","title":{"rendered":"Nuova vita alla \u201cDeposizione\u201d di Andrea da Saronno"},"content":{"rendered":"<div class=\"news_image\" style=\"float: left\"><img decoding=\"async\" loading=\"lazy\" alt=\"'Deposizione' di Andrea da Saronno\" height=\"150\" src=\"\/wp-content\/uploads\/2017\/07\/315e4f4407224873ff7754f186a34b6f.jpg\" width=\"200\" \/><span>&#39;Deposizione&#39; di Andrea da Saronno<\/span><\/div>\n<p><strong>Ricollocazione post restauro &#8211;<\/strong> Sei statue, intagliate nel legno di pioppo, rappresentano il Compianto sul Cristo morto. La Vergine sorregge il Figlio sulle proprie ginocchia in presenza di due pie donne, della Maddalena e di un uomo barbuto (Giuseppe di Arimatea o Nicodemo?). Appare cos&igrave; il gruppo scultoreo, noto come la &quot;<strong>Deposizione&quot; di&nbsp; Andrea da Saronno<\/strong>, ricollocato nella prima cappella della navata sinistra nella Chiesa di San Francesco a Saronno. L&#39;opera, riposizionata a fine giugno scorso dopo un delicato intervento di restauro, ha impegnato la <strong>restauratrice<\/strong> <strong>Carola Ciprandi<\/strong> e collaboratori, coordinati dalla <strong>Soprintendente ai Beni Mobili e Artistici di Milano<\/strong>, la dottoressa <strong>Isabella Marelli<\/strong>.<\/p>\n<p><strong>Le premesse &#8211; <\/strong>Il via ai lavori &egrave; avvenuto a marzo di quest&#39;anno, dopo l&#39;iniziativa di recuperare il gruppo scultoreo, lanciata da <strong>Don Davide Mazzucchelli<\/strong> che si &egrave; adoperato nella ricerca dei finanziatori, trovati poi nel <strong>Rotary Club<\/strong>, nei <strong>Lions Saronno del Teatro<\/strong> e nel <strong>Credito cooperativo di Barlassina<\/strong>, contenti di collaborare in un nobile gesto di recupero del patrimonio artistico e delle tradizioni della comunit&agrave; saronnese.<strong> <\/strong>Il restauro era necessario, visto lo stato in cui la &quot;Deposizione versava&quot; prima di tornare ad essere quella che oggi tutti possiamo ammirare.<\/p>\n<div class=\"news_image\" style=\"float: right\"><img decoding=\"async\" loading=\"lazy\" alt=\"Chiesa di San Francesco\" height=\"150\" src=\"\/wp-content\/uploads\/2017\/07\/2e0add85009afaafaeee947482cd9845.jpg\" width=\"200\" \/><span>Chiesa di San Francesco<\/span><\/div>\n<p><strong>Le tecniche adottate &#8211; <\/strong>L&#39;opera lignea aveva bisogno di essere sanata. Ecco come: &egrave; stata rimossa la polvere con pennelli a setole morbide, quindi tolti gli strati di tela, colore e stucchi, sollevati e ingrigiti a causa dell&#39;ossidazione delle vernici,aggiunti in <strong>restauri<\/strong> degli <strong>anni Sessanta e Novanta del Novecento<\/strong>. Lo <strong>strato pittorico originale<\/strong> &egrave; stato dunque consolidato e colmato nelle lacune minori con piccoli tratteggi di colore ad acquerello, steso con la tecnica del rigatino secondo l&#39;<strong>attuale<\/strong> teoria del <strong>restauro conservativo<\/strong>. Sono state ugualmente consolidate le parti tarlate e disinfestate le porzioni attaccate dagli insetti xilofagi (i tarli), dopo la rimozione dei ritocchi e delle stuccature apposte nei pesanti interventi precedenti. La cappella, in cui la Deposizione &egrave; stata riposizionata, si presenta a sua volta pi&ugrave; ariosa, dopo la rimozione del finto gruppo roccioso che incorniciava le statue.<\/p>\n<p><strong><\/strong><\/p>\n<p><strong>Andrea da Corbetta &#8211; <\/strong>Il lavoro di recupero ha dato modo di approfondire anche l&#39;aspetto storico-artistico. L&#39;autore della Deposizione, conosciuto ancora oggi come Andrea da Saronno, &egrave; in realt&agrave; quell&#39;<strong>Andrea<\/strong>, esponente di una famosa famiglia di intagliatori, nato a <strong>Corbetta <\/strong>in provincia di Milano alla fine del XV secolo, definito da Saronno solo dopo aver realizzato i celebri gruppi scultorei de &quot;<strong>L&#39;Ultima Cena<\/strong>&quot; e la &quot;<strong>Deposizione<\/strong>&quot; nel <strong>Santuario della Beata Vergine dei Miracoli<\/strong> tra gli anni Venti e Trenta del Cinquecento. All&#39;epoca il Corbetta aveva gi&agrave; realizzato il Compianto sul Cristo morto per la Chiesa di San Francesco(1510-1515), ma fu grazie alle opere del Santuario, scolpite anche per aiutare Leonardo da Vinci a dipingere l&#39;affresco del Cenacolo, che fu definito &quot;magister a figuris&quot; e accolto dalla comunit&agrave; saronnese quale figlio adottivo.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"<p>&#39;Deposizione&#39; di Andrea da Saronno Ricollocazione post restauro &#8211; Sei statue, intagliate nel legno di pioppo, rappresentano il Compianto sul Cristo morto. La Vergine sorregge il Figlio sulle proprie ginocchia in presenza di due pie donne, della Maddalena e di un uomo barbuto (Giuseppe di Arimatea o Nicodemo?). 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